Non sono molto sicuro che si possa paragonare skytear agli altri due, ma tanto l'ho pledgiato comunque.
Cos'è questa rubrica
Parto dall'idea di considerare un mese di gioco (gioco circa quattro volte alla settimana) e quello che ho provato, se necessario andando a ripescare qualche gioco anche il mese precedente.
Non sono assolutamente giochi collegati o che hanno qualcosa in comune. Può capitare, ma non è detto.
Ne sceglierò uno che ha soddisfatto le aspettative e uno che invece le ha deluse.
Non necessariamente, quindi, un gioco bello e uno brutto, uno fatto bene e uno fatto male. O meglio, in linea di massima sarà anche così, ci sarà anche tale considerazione, ma non considerate il Top come un 9-10, né il Flop come un'insufficienza. Semplicemente sono “il meglio e il peggio di ciò che ho provato ultimamente”.
Per questa puntata faccio una specifica ulteriore, che non si sa mai: 1882 e in generale i 18XX, sono dei gran giochi, dei quali potete leggere una serie di approfondimenti proprio qui in Tana (che potete leggere cliccando qui, qui e qui).
In questo caso mi sento di specificare che, per una serie di circostanze sfortunate, 1882 è stato un flop non di per sé, ma per la serata e per il gruppo di gioco. Prendetelo quindi più come un report che non come un giudizio, per quanto di pancia, come sono sempre questi dei Top&Flop (che ribadisco: NON sono recensioni).
Top: Skytear Horde
Avevo già puntato questo gioco per un semplice motivo: mi piacciono i tower defense, ma fatico a trovarne uno totalmente soddisfacente.
O meglio, due li ho già: Stronghold Undead, per quando voglio una sfida uno contro uno. A patto però di avere circa tre ore di tempo, perché va sempre per le lunghe.
Poi Aeon's End, che dura massimo un tre quarti d'ora, molto impegnativo, vario e appagante. Il centro di Aeon's End è però il deck-building e l'”assedio” è fatto di volta in volta da una sola creatura per partita. In pratica è a metà tra un tower defense e una boss-fight.
Con Skytear Horde mi arriva invece un tower defense rapido (30 minuti circa), difficile, sfidante, in cui combattere una vera orda di nemici. Tra l'altro ogni volta si può scegliere un differente mazzo sia per i difensori che per gli attaccanti, con caratteristiche e stili di gioco differenti.
Soprattutto, ho trovato in Skytear Horde la soddisfazione e la complessità che mi erano mancati nei diretti concorrenti: Last Bastion e The Siege of Runedar.
Il primo è il più semplice, ma anche il più ingessato e ripetitivo. Il secondo migliora le cose, rendendo tutto più dinamico e variabile, con anche un bel sistema di deck-building. Assolutamente soddisfacente, quindi, se non fosse che Skytear Horde fa tutte queste cose e le fa meglio, aggiungendo rigiocabilità e personalizzazione. Per cui, come avevo accantonato Last Bastion in favore di The Siege of Runedar, ecco che quest'ultimo cede il passo a Skytear Horde.
Ovviamente, lo specifico, parlo sempre dalla prospettiva di un gamer: Skytear Horde è più complesso degli altri due, per cui se dovete giocare con neofiti, meglio prima passare da Last Bastion, poi eventualmente da The Siege of Runedar.
Ora si tratta solo di aspettare la scatola e passarci sopra un sacco di ore.
Flop: 1882: Assiniboia
I 18XX mi piacciono, per i pochi che ho provato, e sono anni che ne cerco uno che non duri troppo e che non abbia complicazioni regolistiche eccessive, per potermi concentrare sul cuore di azionariato e costruzione rete.
1882 può essere un buon candidato per il primo requisito – la durata – mentre a livello di regole (sia per come sono spiegate, che per piccole complicazioni a sfondo “storico”), no, ma non è certo proibitivo.
La prima partita in tre è stata abortita per una serie di errori e circostanze. Peraltro tre era il numero ideale, mentre la seconda l'abbiamo affrontata in sei. La durata è stata comunque contenuta (circa tre ore e mezzo), anche se la fine del gioco è arrivata in realtà un po' forzata da parte mia, mandando in bancarotta un giocatore pur sapendo di non vincere, perché ormai vedevo la sofferenza negli occhi delle persone.
In realtà a me e a un altro è piaciuto. In parte sapevamo cosa aspettarci e l'altro ha una passione per i giochi a sfondo economico (ha vinto lui, peraltro).
Gli altri quattro purtroppo sono rimasti delusi e non credo mi ripermetteranno di intavolarlo ancora, se non con l'inganno. Le maggiori lamentele sono convogliate su lunghezza (ci sta), calcolosità (ci sta), ripetitività del gioco (ci sta) e sul non aver giocato affatto. Quest'ultimo punto è purtroppo da imputare alla scalabilità nominale, che arriva sì fino a sei giocatori, ma in realtà si ferma molto prima. In questo caso in due non hanno praticamente mai avuto il controllo di una compagnia e se è vero che ai 18XX è molto importante (anzi di più) comprare e vendere azioni, quando le compri e quando le vendi, è altrettanto vero che probabilmente la prima esperienza con questo sistema, unita al fatto che i round operativi occupassero molto più tempo di quelli azionari, ha dato loro la sensazione di assistere passivamente alla partita, piuttosto che parteciparvi attivamente.
Tutto questo, lo ridico che non fa mai male, non per criticare i 18XX, ma semplicemente per avvertire chi si volesse avvicinare a questo mondo di provare tali giochi col numero giusto di persone e ben consci di quei limiti di durata, calcolosità e – in parte – ripetitività che sono insiti nel sistema.
Non dimeticate la diretta di stasera con i nostri ospiti e i loro Top&Flop: