Night City, qualche anno prima. Notte fonda, confine tra Hillside e Chiba Street. Zona di Guerra.
Pablo è davanti alla porta di metallo di un anonimo capannone. Dalla porta si sente il rumore sommesso delle macchine conta soldi e delle persone addette alla raffinazione della RedDust. Il laboratorio sorge al confine tra la zona controllata dalla Yakuza e quella controllata dai NeonCrips, uno sconfinamento inaccettabile per la gang soprattutto ora che sta perdendo terreno. E' chiaro a tutti che il laboratorio è una provocazione, lì dentro ci sono prigionieri, schiavi, ragazzi e ragazze del ghetto prelevate o rapite e messe a raffinare la polverina rossa per i giapponesi. Lì dentro c'è anche suo fratello Hernan, coinvolto qualche settimana prima in una sparatoria e svanito nel nulla.
Il gruppo di fuoco non è numeroso: lui, Bernie con il suo fucile a pompa, Luis, Carl e Johnny il netrunner. Johnny non fa veramente parte della family ma "Piggo" Johnson l'ha voluto in squadra: prima di dare alle fiamme il laboratorio clandestino ci sono un paio di documenti da portare via.
Johnny, appena disabilitate le telecamere cortocircuitando i flussi di dati, si sgancia e fa un cenno a Pablo.
Tutti caricano le armi, non c'è molto tempo, bisognerà essere veloci e precisi. Pablo si prepara a sfondare la porta, gli sudano le mani e gli prude l'innesto sul collo. Odia questo mestiere, odia questo momento, forse odia solo se stesso. Pablo ha un figlio a cui badare, un figlio che vuole tenere lontano dal suo giro e spera, con i soldi guadagnati con i suoi "lavoretti", di poter mandare il figlio in qualche college di corporazione e offrigli un futuro migliore.
Ma il futuro di suo figlio passa per quella maledetta porta.
Il futuro si spalanca con un calcio, volano proiettili, alcuni prigionieri cercano riparo, due guardie finiscono maciullate dai pallettoni di Bernie sparati a bruciapelo. Pablo e Johnny corrono verso il nodo di collegamento nell'angolo opposto della stanza, testa bassa mentre le provette sui banconi esplodono in mille piccoli diamanti luccicanti.
Arrivano rinforzi: un tipo grande e grosso con la testa mezza cromata e un cyberbraccio afferra Luis per la gola e quasi gli strappa la testa. Pablo e Johhny arrivano al nodo: "Ce la fai da solo?". Il Netrunner annuisce.
Pablo spara alla cieca sopra il bancone, scavalca un corpo e arriva dove si sono rifugiati i prigionieri sopravvissuti, un piccolo vano di stoccaggio.
"Pablo, dobbiamo andarcene!" sente urlare. E' Bernie che sta svuotando il suo caricatore sul tipo cromato che scintilla ogni volta che viene colpito da un pallettone.
Si guarda attorno, ci sono 4 persone con i volti spaventati: "Pablo!", sussurra Hernan, suo fratello.
"Hernan non c'è tempo, tieni prendi questa. Venite con me e tenete la testa bassa".
Pablo si affaccia sulla stanza principale, Johnny il netrunner si è appena sconnesso dal nodo ed è pronto a svignarsela. Carl e Bernie sono in angolo incalzati dagli uomini della Yakuza.
"Ora!" urla Pablo correndo con suo fratello, i 3 prigionieri e Johnny verso l'uscita. Corri e spara, si ripete, corri e spara. L'uscita è sempre più vicina quando il tizio con troppo cromo addosso si volta verso di loro, il suo braccio si apre come una scatola di cioccolatini e appare un piccolo razzo. BUM da il cioccolatino esplosivo.
Quando Pablo riapre gli occhi sente il fumo in gola, qualcuno lo trascina fuori, le orecchie fischiano e suo fratello, morto, lo fissa con occhi sgranati e spenti. "E' colpa tua fratello, è di nuovo colpa tua", sussurra il morto nella testa di Pablo.
Pablo Herrera si rialza velocemente e si getta nel furgone parcheggiato fuori mentre Bernie, dal portellone, scarica i suoi ultimi pallettoni contro la porta, contro gli scagnozzi della Yakuza. Solo ora, Herrera, si accorge che sono rimasti in 3: lui, Johnny e Bernie.
Sente il vomito salire quando si rende conto che il primo suo pensiero è: "Si divide solo per 3". Le lacrime gli appannano la vista: se non dovesse ancora finire di pagare l'impianto di memoria, potrebbe comprarsi degli occhi nuovi. Dicono che quelli della Mirrortech abbiano un buon processore lacrimale.
Pablo è davanti alla porta di metallo di un anonimo capannone. Dalla porta si sente il rumore sommesso delle macchine conta soldi e delle persone addette alla raffinazione della RedDust. Il laboratorio sorge al confine tra la zona controllata dalla Yakuza e quella controllata dai NeonCrips, uno sconfinamento inaccettabile per la gang soprattutto ora che sta perdendo terreno. E' chiaro a tutti che il laboratorio è una provocazione, lì dentro ci sono prigionieri, schiavi, ragazzi e ragazze del ghetto prelevate o rapite e messe a raffinare la polverina rossa per i giapponesi. Lì dentro c'è anche suo fratello Hernan, coinvolto qualche settimana prima in una sparatoria e svanito nel nulla.
Il gruppo di fuoco non è numeroso: lui, Bernie con il suo fucile a pompa, Luis, Carl e Johnny il netrunner. Johnny non fa veramente parte della family ma "Piggo" Johnson l'ha voluto in squadra: prima di dare alle fiamme il laboratorio clandestino ci sono un paio di documenti da portare via.
Johnny, appena disabilitate le telecamere cortocircuitando i flussi di dati, si sgancia e fa un cenno a Pablo.
Tutti caricano le armi, non c'è molto tempo, bisognerà essere veloci e precisi. Pablo si prepara a sfondare la porta, gli sudano le mani e gli prude l'innesto sul collo. Odia questo mestiere, odia questo momento, forse odia solo se stesso. Pablo ha un figlio a cui badare, un figlio che vuole tenere lontano dal suo giro e spera, con i soldi guadagnati con i suoi "lavoretti", di poter mandare il figlio in qualche college di corporazione e offrigli un futuro migliore.
Ma il futuro di suo figlio passa per quella maledetta porta.
Il futuro si spalanca con un calcio, volano proiettili, alcuni prigionieri cercano riparo, due guardie finiscono maciullate dai pallettoni di Bernie sparati a bruciapelo. Pablo e Johnny corrono verso il nodo di collegamento nell'angolo opposto della stanza, testa bassa mentre le provette sui banconi esplodono in mille piccoli diamanti luccicanti.
Arrivano rinforzi: un tipo grande e grosso con la testa mezza cromata e un cyberbraccio afferra Luis per la gola e quasi gli strappa la testa. Pablo e Johhny arrivano al nodo: "Ce la fai da solo?". Il Netrunner annuisce.
Pablo spara alla cieca sopra il bancone, scavalca un corpo e arriva dove si sono rifugiati i prigionieri sopravvissuti, un piccolo vano di stoccaggio.
"Pablo, dobbiamo andarcene!" sente urlare. E' Bernie che sta svuotando il suo caricatore sul tipo cromato che scintilla ogni volta che viene colpito da un pallettone.
Si guarda attorno, ci sono 4 persone con i volti spaventati: "Pablo!", sussurra Hernan, suo fratello.
"Hernan non c'è tempo, tieni prendi questa. Venite con me e tenete la testa bassa".
Pablo si affaccia sulla stanza principale, Johnny il netrunner si è appena sconnesso dal nodo ed è pronto a svignarsela. Carl e Bernie sono in angolo incalzati dagli uomini della Yakuza.
"Ora!" urla Pablo correndo con suo fratello, i 3 prigionieri e Johnny verso l'uscita. Corri e spara, si ripete, corri e spara. L'uscita è sempre più vicina quando il tizio con troppo cromo addosso si volta verso di loro, il suo braccio si apre come una scatola di cioccolatini e appare un piccolo razzo. BUM da il cioccolatino esplosivo.
Quando Pablo riapre gli occhi sente il fumo in gola, qualcuno lo trascina fuori, le orecchie fischiano e suo fratello, morto, lo fissa con occhi sgranati e spenti. "E' colpa tua fratello, è di nuovo colpa tua", sussurra il morto nella testa di Pablo.
Pablo Herrera si rialza velocemente e si getta nel furgone parcheggiato fuori mentre Bernie, dal portellone, scarica i suoi ultimi pallettoni contro la porta, contro gli scagnozzi della Yakuza. Solo ora, Herrera, si accorge che sono rimasti in 3: lui, Johnny e Bernie.
Sente il vomito salire quando si rende conto che il primo suo pensiero è: "Si divide solo per 3". Le lacrime gli appannano la vista: se non dovesse ancora finire di pagare l'impianto di memoria, potrebbe comprarsi degli occhi nuovi. Dicono che quelli della Mirrortech abbiano un buon processore lacrimale.