Secolo dopo secolo la religione cristiana non cessa di lottare per la propria affermazione. Neanche il bipolarismo di un Impero Romano mai così caotico, che alterna stagnanti eresie a sanguinose contro-eresie, le quali si traducono tra l'altro in violentissime faide intra-famigliari, riesce ad arginare il lento dilagare dell'oppio dei popoli. In qualche maniera, infatti, i cristiani hanno imparato a vivere all'ombra dei giganti, facendo propria la forza repressiva dell'Impero Romano. Un trionfo dell'adattamento, se non che questa lampante decadenza ci porta dritti dritti verso la...
Quarta era. La caduta di Roma (451 DC - 630 DC)
Un'improvvisa migrazione di massa dal Nord Europa, avvenuta in congiunzione con un'estesa crisi economico-sociale che interessa l'intero Impero Romano, si traduce in una guerra etnica di proporzioni massive. Sono i soldati stessi, ormai in larga parte provenienti da popolazioni barbare, a rovesciare il potere imperiale. Roma non riesce a reggere l'impatto con la venuta prima dei Visigoti, che saccheggiano la capitale, e poi dei Goti, che vi installano un regnante, Odoacre, che sceglie per sè il titolo di Re d'Italia anzichè quello di Imperatore dei Romani, appellativo che evidentemente, per l'uomo moderno, non conta più una mazza.
Storicamente questo fatto viene preso come pietra miliare per stabilire la caduta dell'Impero Romano d'Occidente, contrapposto a quello d'Oriente, che continuò a esistere per secoli, guidato dalla sua capitale Costantinopoli.
Nel mio caso tuttavia l'Impero non si spezza verticalmente, bensì orizzontalmente. Con una manovra da far rivoltare nella tomba i veterani delle guerre puniche la capitale viene infatti spostata non a Costantinopoli, luogo poco cristiano, bensì a Cartagine, attorno alla quale si è piano piano organizzata la Chiesa Miafisita Africana. Questo è il ramo cristiano più solido tra quelli sviluppatisi nel corso della partita, e quindi mi preme difenderlo dai tempi che verranno, che già si prefigurano ardui. Nasce così l'Impero Romano del Meridione. Al contempo si forma indipendentemente un altro regno cristiano: nelle regioni di Nobadia, Makuria e Alodia, in gran parte raggiunte dal credo, sorgono tre regni, che chiameremo collettivamente Nubia, e che abbracciano la Chiesa Miafisita Copta. Un popolo scismatico, certo, ma il cui contributo sarà importante per difendere gli epicentri del cristianesimo dalla venuta dei barbari, che a questo punto, non più tenuti a bada dai Romani, cominciano a spuntare da tutte le parti.
Sassoni, Bulgari, Cazari, Turchi, i clan Himyar e i Vandali si presentano infatti ai confini del mondo conosciuto, che grossomodo corrispondono a quelli dell'Impero Romano, e cominciano a fare importanti pressioni per assicurarsene delle fette. Popoli barbari, dicevo, eppure alcuni di loro sono, persino, vagamente cristiani: trai Sassoni serpeggia per esempio una nuova eresia, l'arianesimo, una dottrina di matrice cristiana che fondamentalmente se ne distanzia per alcune vedute che non stento a definire triviali riguardo alla natura della Trinità divina, roba del tutto incomprensibile per un ateo come me, ma che al credente dell'epoca dovevano suonare importantissime. Anche perchè a questo punto viene organizzato il Concilio di Calcedonia, una farsa che ha luogo nei pressi di una Costantinopoli che continua a non avere una comunità cristiana attiva. Si discute appunto di queste nuove teorie, e la cosa si potrebbe tradurre semplicemente con una scomunica in massa dei sassoni se non fosse che i vescovi provenienti dall'area armena, e da Antiochia in particolare, a questo punto prendono la parola, chiariscono che questa storia della Trinità per loro è roba seria e che, per essere precisi, loro la pensano proprio come i Sassoni, motivo per il quale non concordano con la decisione di scomunicarli. Stupore, insulti, schiaffi. La scomunica arriva, ma arriva anche per l'intero ramo armeno. Questi, dopo aver sopportato per secoli che venissero buttate vagonate di soldi ai copti senza che una lira venisse invece mai spesa su Antiochia, che infatti ha una comunità cristiana pressochè inesistente, se ne vanno dopo aver annunciato che faranno anche loro uno scisma, così come i copti, per l'appunto, che avranno diecimila eresie sotto il culo ma che almeno non perdono tempo con questi inutili concili che, a dispetto del nome, non fanno altro che dividere sempre di più i cristiani. Accuse gravi, e infatti in chiusura della riunione cattolici, ortodossi e miafisiti decidono di impegnarsi per cercare di rimediare alle divisioni tra di loro, in futuro, anzichè acuirle sempre di più. Vedremo poi con che risultati.
Mentre il dibattito religioso impazza i romani si organizzano per far fronte alle minacce straniere. L'armata romana viene spostata in Mauretania Tingitana, dal cui confine i Vandali, che hanno occupato l'Iberia e sono scesi fino al Nord Africa, minacciano di compiere un'invasione in forze. Nell'area dell'odierno Daghestan si stabilisce il regno pagano di Sarir, guidato da un tiranno del quale non ci è giunto il nome. I Sassoni cominciano a discendere da nord, prendendosi l'Irlanda e poi la Britannia. I Bulgari occupano l'area in cui un giorno sorgerà la Rus' di Kiev. Gli Himyar avanzano prendendosi l'Etiopia. La Nubia tenta di rispondere cercando di sottrarre agli Himyar il controllo dell'Etiopia, ma fallisce.
Bisogna ricucire i rapporti con gli ariani, si dicono i cristiani, che quindi guardano alla comunità ariana più importante sulla mappa... i Sassoni, naturalmente, non certo gli scomunicati di Antiochia. Il vescovo del Belgio viene mandato in Britannia. Qui egli s'innamora e torna a casa con la sua sposa, annunciando di volersi dedicare alla famiglia. Viene trovato un sostituto e mandato a sua volta in Britannia, che riesce a convertire. Poi questi fa rotta verso l'Irlanda, dove incontra le comunità di schiavi locali e mette in circolazione presso di loro alcune copie della Bibbia in latino, riuscendo a convertirli al cattolicesimo. Il superuomo in questione decide allora che vale la pena di provare il tutto per tutto: viene versata una lauta somma di denaro direttamente nelle casse dei Sassoni, e una volta comprato il loro interesse si invitano i loro leader a discutere del concetto di Trinità divina. Salta fuori che il vescovo ha una grande capacità oratoria, perchè riesce a convincere i Sassoni, evidentemente disinteressati, in verità, a tutte queste seghe mentali sulla Trinità, a lasciar perdere l'arianesimo, passando al cattolicesimo. I patriarchi cristiani esultano: i Sassoni sono convertiti.
Ad Antiochia, offesi, si dicono che passare dall'arianesimo al cattolicesimo non equivale a ricucire lo scisma, ergo s'incattiviscono e cominciano definitivamente a fare le cose di testa loro. Il vescovo di Antiochia s'incammina, recandosi presso gli schiavi dell'Armenia, che comincia autonomamente a convertire tutti assieme all'arianesimo...
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