LorenZo-M
The Masterless One





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Con un gruppo di amici, gli E-Paper Adventures, da tempo ci divertiamo a creare "Avventure Testuali" e di recente abbiamo deciso di fare qualche esperimento con ChatGPT.
Le avventure testuali sono un vecchio genere di videogiochi nei quali i giocatori usano comandi testuali per controllare un personaggio e per interagire con l'ambiente in cui si trova, anch'esso descritto tramite testo.
Da questo punto di vista Chat-GPT ci è parso subito uno strumento molto interessante.
Abbiamo provato ad elaborare un prompt su ChatGPT per farlo agire come un "game engine"... e il risultato ci ha lasciati a bocca aperta. Ne ho parlato QUA.
In pratica GPT crea una storia nella quale noi possiamo interagire attraverso messaggi di testo.
Forse chi di voi ha seguito la recente live su GDR_Unplugged si sarà chiesto come si sarebbe potuta sviluppare la vicenda del nostro personaggio e della sua amica Emma. Personalmente, in questi giorni, questa domanda ha continuato a frullarmi nella mente è ho così deciso di riprendere in mano quel filo narrativo solo abbozzato durante la sessione in diretta.
Credo sia un bel pretesto per scrivere un actual play e mettere a fuoco le mie riflessioni su come ChatGPT gestisca il flusso di gioco.
Ma facciamo un passo indietro e riprendiamo dall’inizio a favore di chi non ha visto la live e non sa di cosa sto parlando.
@MrMac e Filippo hanno invitato Michele e me per presentare quello che stiamo sperimentando con ChatGPT, un prompt che permetta al chatbot di agire come un game engine, facendoci da “master” in un gioco di ruolo dall’impronta narrativa.
In questo contesto un prompt è un input di testo, un’istruzione, che un utente fornisce ad un’intelligenza artificiale. In sostanza, è la frase o la domanda che si scrive per chiedere al modello di generare una risposta specifica. “Qual è la ricetta delle lasagne?” è un semplice prompt e in risposta ChatGPT cercherà di generare informazioni sulla preparazione delle lasagne.
Nel nostro caso abbiamo formulato un articolato prompt che chiede a ChatGPT di agire come motore di gioco per guidarci in un’avventura. Il prompt fornisce le regole che il modello deve seguire, oltre al prologo e il plot che determinano l’ambientazione dell’avventura e le tematiche che vogliamo veder sviluppate nella vicenda.
“...on the Human Shadow”, il gioco in questione, si ispira direttamente a Cuore di Mostro un gioco di ruolo indie di Avery Alder. Tratta delle vicende di un adolescente che vive la vita incasinata di tutti i giorni, con i suoi dubbi e le incertezze tipiche di quell'età. Tuttavia, ciò che affiora in superficie è solo la punta dell'iceberg, poiché sotto quella facciata apparentemente ordinaria si cela una parte oscura e mostruosa.
Nonostante possa apparire un contesto insolito, in realtà è quello che, tra tutte le ambientazioni che abbiamo sperimentato, ha dato migliori risultati in termini di piacevolezza e divertimento nel gioco.
Ecco come nel prompt è presentata la vicenda:
E’ proprio questo prologo che, incollato il Prompt sulla chat, viene parafrasato e presentato come incipit. In questo modo il chatbot ci introduce nella vicenda che andremo a vivere.
Poi ci viene descritta la situazione attuale nella quale il nostro personaggio si trova, situazione che sarà di volta in volta differente e che vedrà il nostro personaggio nella sua cameretta o nei corridoi della scuola. Ecco cosa ci scrive:
Il gioco è iniziato!
Decido di parlare con Emma… digito: “Emma, vedi anche tu quello che vedo io?”
Qui @MrMac , che si è prestato a provare il gioco, decide di provare qualcosa per vedere la reazione di ChatGPT. La sua curiosità e vedere quanto il modello è coerente. Decide così di dare una svolta alla situazione facendo correre il personaggio fuori dalla classe in preda ad una crisi di nervi, rifugiandosi nei bagni della scuola. Marco è curioso di sapere se poi il suo personaggio è capace di ritrovare Emma.
Evidentemente l’esperienza di Marco nel giocare avventure con un chatbot risale a qualche tempo fa, quando questi modelli erano ancora molto incoerenti e non riuscivano a gestire correttamente un dialogo e bastava poco per destabilizzarli. Descrivevano una situazione, ma già la frase successiva si erano “scordati” quanto avevano descritto in precedenza e il tutto si velava subito di un alone surreale che dava l’impressione di parlare con un ubriaco incoerente.
Al contrario ChatGPT, già nella sua versione gratuita 3.5, ha la capacità di tenere in memoria quanto scritto nella chat, anzi è proprio quanto viene scritto nella chat a costituire quello che conosce e gestisce nel dialogo con l’utente. Ogni parola o segmento di testo è rappresentato da quello che viene chiamato token, che è l'unità di base che GPT elabora e analizza per generare risposte coerenti e contestualmente adeguate alle domande o alle richieste dell'utente.
Come vedremo, Emma è sicuramente uno di questi token.
Ecco che Emma non è stata “dimenticata” da ChatGPT, che anzi la integra in maniera coerente.
Questo succede perché, come detto in precedenza, il modello analizza quanto è stato scritto e lui stesso scrive nella chat, stabilendo relazioni e significati.
La chat stessa è la sua memoria, che si aggiorna ogni volta che qualcosa di nuovo viene scritto e la rielabora in base all’enorme mole di informazioni con le quali il modello è stato addestrato. Tutto questo, unito alle regole fornite all’inizio con il prompt, formano un equilibrio che permettono di strutturare una storia avvincente.
Il risultato è che a noi sembra che ChatGPT ricordi le cose, quando invece sono semplicemente scritte nella chat.
In pratica, ChatGPT legge ciò che gli viene detto e lo elabora, un'operazione che ricalca quanto avviene durante una normale sessione di ruolo.
Infatti, il fulcro stesso del Gioco di Ruolo è il concetto di re-incorporazione, come magistralmente spiegato da Filippo nel video. Quando giochiamo di ruolo, reincorporiamo le cose che vengono dette al tavolo. Il fatto di reincorporare ciò che viene detto, fa capire agli altri giocatori che li si sta ascoltando e che quanto dicono ha valore. Se, invece, nessuno reincorpora quanto è stato detto durante una sessione, rischiamo di trasformare il gioco in una "conversazione tra sordi".
E’ facile capire quindi che quello che scriviamo, e talvolta anche come lo scriviamo, ha un importanza cruciale nell’indicare la direzione della storia.
Ok, qui la partita durante la live è stata sospesa, ma ora, sempre su suggerimento di Marco, ho dato in pasto a ChatGPT un'idea interessante da sperimentare: ricreare la Mossa "guardare nell'abisso" dei Cuori di Mostro. Si tratta di una mossa che permette ai personaggi chiedere al “master” delle informazioni, di scoprire dettagli, ottenere risposte alle loro domande o avere visioni.
Scrivo: “Distolgo lo sguardo dallo schermo dello smartphone ancora scosso dal ricordo dell'ombra. Guardo nello specchio e ad un certo punto il mio riflesso esce dallo specchio come se fosse la parte più nascosta e oscura di me stesso. Che cosa mi dice?”
Il chatbot è rimasto abbastanza nei ranghi, considerando che è la terza frase che digitiamo nella nostra avventura forse non si poteva ottenere molto di più, in quanto probabilmente non c’è ancora molta carne al fuoco. Ad ogni modo volendo creare dei plot twist più forti, Michele ed io, abbiamo pensato di inserire il comando speciale “w”, che consente di creare dei potenti plot twist. Una cosa che richiama le carte Fato di Archipelago, che servono quando si vuole o si ha bisogno di un aiuto narrativo casuale o se si pensa che la trama che si sta seguendo abbia bisogno di una svolta inaspettata. Basta digitare una “w” e succedono cose nefaste, tipo quella che mi è capitata nella sessione che raccontavo nella live, dove in mezzo alla discoteca, davanti al mio personaggio, compare all’improvviso un’entità demoniaca che minaccia il protagonista.
Continuiamo la giocata. Digito qualche frase più articolata, immagino il mio personaggio fragile, insicuro e vittima di qualcosa più grande di lui, che non riesce a controllare: “Mi lavo la faccia prendo un bel respiro e conto fino a tre... poi torno in classe. Busso alla porta e resto fermo sull'uscio, evitando lo sguardo dei miei compagni, già immagino cosa pensano di me e i pettegolezzi che circoleranno sul mio conto... "Scusi Professor Smith, non mi sento bene, esco prima oggi" dico. Con lo sguardo che riflette la mia preoccupazione, cerco conforto negli occhi di Emma. Poi esco diligentemente e vado a sedermi fuori nel parco. Scrivo un messaggino ad Emma "sono al parco... mi raggiungi dopo, ho bisogno di parlarti? ”
Aspetto la risposta di Emma… ho paura che rifiuti la mia richiesta a raggiungermi al parco. A dire il vero ChatGPT tentenna a darmi una risposa…
Poi finalmente mi risponde… arriva subito!
Sono assillato dai dubbi… non so come potrebbe reagire Emma alla verità…
Posso raccontarle la verità? Mi vengono in mente le parole che mi ha detto il mio riflesso: “Accetta il tuo lato oscuro e solo allora troverai la chiave per vivere in questo mondo.”
"Emma... io ehm... in me c'è qualcosa... un'ombra," dico singhiozzando "È come se dentro di me si nascondesse qualcosa di oscuro… io sono un mostro!"
Ok fermiamoci qua per ora… Anzi, se qualcuno ha qualche curiosità o vuole suggerirmi come continuare la vicenda di Emma e il Protagonista, non abbia timore di farsi avanti e a proporre.
La cosa interessante di “...on the Human Shadow”, e che ritrovo in alcuni journaling game, è la possibilità data al giocatore di riflettersi nel gioco stesso.
Molti giochi in solitario sembrano fatti per convincerti che il mondo sia un luogo spaventoso, in cui il protagonista si ritrova solo a combattere contro problemi di varia natura: stai morendo da solo; hai perso i tuoi ricordi; stai viaggiando in un paesaggio apocalittico…
Quello che è più raro incontrare sono giochi in solitario che trattano delle relazioni umane, piuttosto che della solitudine. In giochi di questo tipo riesci a metterci dentro tantissimo di te stesso e così il gioco riflette di quello che gli hai messo dentro di tuo.
Quando gioco a giochi di questo tipo noto che il mio inconscio porta allo scoperto cose interessanti.
Un processo che spesso è al di fuori della consapevolezza e del controllo cosciente. Perché sto giocando con il mio inconscio.
E questo è l’approccio che ho con “...on the Human Shadow”.
Alcune domande nascono però spontanee: “ma com’è giocare con un AI? è divertente?”
Ho parecchie avventure aperte, tra test e giocate più lunghe… molte le ho interrotte dopo quell’oretta di gioco, altre molto prima. Alcune le ho riprese in mano e continuate. Questo mi fa dire che si, è piacevole se piacciono i giochi in solitario. Ma che ad ogni modo dopo un po’ scatta qualcosa che fa accantonare la giocata...
Anche per questo, d’altro canto, potrebbe risultare noioso a chi nel gioco cerca le interazioni umane con gli amici.
Dal mio punto di vista è comunque un esperienza interessante. E’ un gioco che concede ampio spazio al "bleed-in", alla possibilità di riversare nel gioco stesso aspetti personali come emozioni, pensieri e relazioni. Le esperienze del giocatore si riflettono nel personaggio che sta interpretando.
Il bleed un fenomeno complesso e soggettivo, che può avere sia effetti positivi che negativi sul gioco. Il bleed in generale può essere un'esperienza forte. Può aiutare i giocatori a esplorare se stessi e le proprie emozioni in modo più profondo e può rendere il gioco più coinvolgente e realistico.
E questo personalmente lo ritengo un fattore interessante.
Le avventure testuali sono un vecchio genere di videogiochi nei quali i giocatori usano comandi testuali per controllare un personaggio e per interagire con l'ambiente in cui si trova, anch'esso descritto tramite testo.
Da questo punto di vista Chat-GPT ci è parso subito uno strumento molto interessante.
Abbiamo provato ad elaborare un prompt su ChatGPT per farlo agire come un "game engine"... e il risultato ci ha lasciati a bocca aperta. Ne ho parlato QUA.
In pratica GPT crea una storia nella quale noi possiamo interagire attraverso messaggi di testo.
Forse chi di voi ha seguito la recente live su GDR_Unplugged si sarà chiesto come si sarebbe potuta sviluppare la vicenda del nostro personaggio e della sua amica Emma. Personalmente, in questi giorni, questa domanda ha continuato a frullarmi nella mente è ho così deciso di riprendere in mano quel filo narrativo solo abbozzato durante la sessione in diretta.
Credo sia un bel pretesto per scrivere un actual play e mettere a fuoco le mie riflessioni su come ChatGPT gestisca il flusso di gioco.
Ma facciamo un passo indietro e riprendiamo dall’inizio a favore di chi non ha visto la live e non sa di cosa sto parlando.
@MrMac e Filippo hanno invitato Michele e me per presentare quello che stiamo sperimentando con ChatGPT, un prompt che permetta al chatbot di agire come un game engine, facendoci da “master” in un gioco di ruolo dall’impronta narrativa.
In questo contesto un prompt è un input di testo, un’istruzione, che un utente fornisce ad un’intelligenza artificiale. In sostanza, è la frase o la domanda che si scrive per chiedere al modello di generare una risposta specifica. “Qual è la ricetta delle lasagne?” è un semplice prompt e in risposta ChatGPT cercherà di generare informazioni sulla preparazione delle lasagne.
Nel nostro caso abbiamo formulato un articolato prompt che chiede a ChatGPT di agire come motore di gioco per guidarci in un’avventura. Il prompt fornisce le regole che il modello deve seguire, oltre al prologo e il plot che determinano l’ambientazione dell’avventura e le tematiche che vogliamo veder sviluppate nella vicenda.
“...on the Human Shadow”, il gioco in questione, si ispira direttamente a Cuore di Mostro un gioco di ruolo indie di Avery Alder. Tratta delle vicende di un adolescente che vive la vita incasinata di tutti i giorni, con i suoi dubbi e le incertezze tipiche di quell'età. Tuttavia, ciò che affiora in superficie è solo la punta dell'iceberg, poiché sotto quella facciata apparentemente ordinaria si cela una parte oscura e mostruosa.
Nonostante possa apparire un contesto insolito, in realtà è quello che, tra tutte le ambientazioni che abbiamo sperimentato, ha dato migliori risultati in termini di piacevolezza e divertimento nel gioco.
Ecco come nel prompt è presentata la vicenda:
#PROLOGO Sycamore Cove è una piccola cittadina costiera nel Nord della California. Apparentemente, è un luogo tranquillo. La principale scuola superiore della città, la Garfield Academy, è incastonata tra le colline boscose sul lato est. È appena iniziato il nuovo anno scolastico. […] In questo gioco, ti troverai nei panni di un adolescente che scopre di essere segretamente un mostro in un mondo dove il confine tra il reale e l'irreale è sottile. Il gioco esplora le vite intricate di adolescenti, ragazzi e ragazze che navigano nella vita di tutti i giorni. In particolare, approfondisce storie d'amore e disperazioni adolescenziali. La tua vita è già impegnativa, devi destreggiarti tra scuola, famiglia, primi amori e tutte le altre pressioni dell'adolescenza. Ma ora devi anche fare i conti con la tua natura mostruosa. Il tuo obiettivo è imparare a controllare i tuoi poteri, nascondere la tua vera identità, coltivare amicizie autentiche e trovare un modo per convivere con il tuo lato oscuro. Troverai l'amore, l'amicizia e la comprensione di cui hai bisogno per affrontare le sfide che ti attendono. Ma ricorda, la mostruosità è dentro di te. La scelta è tua su come usarla. Non sei solo, però. Potrebbero esserci altri adolescenti come te, alle prese con la ricerca del loro posto nel mondo. |
E’ proprio questo prologo che, incollato il Prompt sulla chat, viene parafrasato e presentato come incipit. In questo modo il chatbot ci introduce nella vicenda che andremo a vivere.
Poi ci viene descritta la situazione attuale nella quale il nostro personaggio si trova, situazione che sarà di volta in volta differente e che vedrà il nostro personaggio nella sua cameretta o nei corridoi della scuola. Ecco cosa ci scrive:
Sycomore Cove si risveglia con il sibilo del vento marino. Le luci del mattino svelano un mondo apparentemente normale, ma per te, le ombre nascondono un segreto oscuro. […] decidi di affrontare il giorno. La campanella della scuola suona, le risate degli studenti si mescolano mentre attraversi il cortile. Ti imbatti in Emma, la tua migliore amica, una luce di normalità nella tua vita mostruosa. Ma il destino ha già in serbo qualcosa di strano. La giorno prosegue in modo ordinario, fino a quando un inquietante visione durate la lezione di biologia ti avverte di un pericolo imminente. Cosa fai? |
Il gioco è iniziato!
Decido di parlare con Emma… digito: “Emma, vedi anche tu quello che vedo io?”
Emma solleva lo sguardo dai suoi appunti, fissando gli occhi nei tuoi. La sua espressione di solito vivace si indebolisce leggermente. “Che cosa intendi chiede mentre il professor Smith continua parlare del ciclo cellulare. Ma le tue visioni si intensificano e in mezzo alla classe vedi un’ombra, un’ombra che si muove indipendentemente dalla luce. Non puoi ignorarla. “Non lo so, sembra… qualcosa di oscuro. L’ombra che si muove. Tu non la vedi?” chiedi cercando di mantenere la calma. Emma sbatte le ciglia scrutando attentamente la stanza. “Non vedo niente, forse hai solo bisogno di dormire di più. Hai avuto strani sogni di nuovo?” […] Le tue visioni sono sempre state una parte oscura della tua esistenza e ora si manifestano in modo imprevedibile. Cosa decidi di fare? |
Qui @MrMac , che si è prestato a provare il gioco, decide di provare qualcosa per vedere la reazione di ChatGPT. La sua curiosità e vedere quanto il modello è coerente. Decide così di dare una svolta alla situazione facendo correre il personaggio fuori dalla classe in preda ad una crisi di nervi, rifugiandosi nei bagni della scuola. Marco è curioso di sapere se poi il suo personaggio è capace di ritrovare Emma.
Evidentemente l’esperienza di Marco nel giocare avventure con un chatbot risale a qualche tempo fa, quando questi modelli erano ancora molto incoerenti e non riuscivano a gestire correttamente un dialogo e bastava poco per destabilizzarli. Descrivevano una situazione, ma già la frase successiva si erano “scordati” quanto avevano descritto in precedenza e il tutto si velava subito di un alone surreale che dava l’impressione di parlare con un ubriaco incoerente.
Al contrario ChatGPT, già nella sua versione gratuita 3.5, ha la capacità di tenere in memoria quanto scritto nella chat, anzi è proprio quanto viene scritto nella chat a costituire quello che conosce e gestisce nel dialogo con l’utente. Ogni parola o segmento di testo è rappresentato da quello che viene chiamato token, che è l'unità di base che GPT elabora e analizza per generare risposte coerenti e contestualmente adeguate alle domande o alle richieste dell'utente.
Come vedremo, Emma è sicuramente uno di questi token.
Nel panico crescente scappi fuori dalla classe senza chiedere nemmeno premesso al professore. Mentre corri attraverso i corridoi, il cuore batte velocemente e l’ombra sembra seguirti, muovendosi in sincronia con il tuo passo frettoloso. Finalmente raggiungi i bagni. […] Il suono dei rubinetti gocciolanti e il bagliore freddo delle luci al neon creano un’atmosfera di isolamento. Senti il respiro affannato, il riflesso pallido nello specchio testimonia la tua agitazione. L’ombra sembra svanire per un istante, ma il tuo riflesso mostra qualcosa di diverso. Gli occhi, normalmente famigliari, riflettono un’oscurità profonda. Mentre cerchi di calmarti il tuo cellulare vibra con un messaggio da Emma “Dove sei? Stai bene?” Cosa fai successivamente? |
Ecco che Emma non è stata “dimenticata” da ChatGPT, che anzi la integra in maniera coerente.
Questo succede perché, come detto in precedenza, il modello analizza quanto è stato scritto e lui stesso scrive nella chat, stabilendo relazioni e significati.
La chat stessa è la sua memoria, che si aggiorna ogni volta che qualcosa di nuovo viene scritto e la rielabora in base all’enorme mole di informazioni con le quali il modello è stato addestrato. Tutto questo, unito alle regole fornite all’inizio con il prompt, formano un equilibrio che permettono di strutturare una storia avvincente.
Il risultato è che a noi sembra che ChatGPT ricordi le cose, quando invece sono semplicemente scritte nella chat.
In pratica, ChatGPT legge ciò che gli viene detto e lo elabora, un'operazione che ricalca quanto avviene durante una normale sessione di ruolo.
Infatti, il fulcro stesso del Gioco di Ruolo è il concetto di re-incorporazione, come magistralmente spiegato da Filippo nel video. Quando giochiamo di ruolo, reincorporiamo le cose che vengono dette al tavolo. Il fatto di reincorporare ciò che viene detto, fa capire agli altri giocatori che li si sta ascoltando e che quanto dicono ha valore. Se, invece, nessuno reincorpora quanto è stato detto durante una sessione, rischiamo di trasformare il gioco in una "conversazione tra sordi".
E’ facile capire quindi che quello che scriviamo, e talvolta anche come lo scriviamo, ha un importanza cruciale nell’indicare la direzione della storia.
Ok, qui la partita durante la live è stata sospesa, ma ora, sempre su suggerimento di Marco, ho dato in pasto a ChatGPT un'idea interessante da sperimentare: ricreare la Mossa "guardare nell'abisso" dei Cuori di Mostro. Si tratta di una mossa che permette ai personaggi chiedere al “master” delle informazioni, di scoprire dettagli, ottenere risposte alle loro domande o avere visioni.
Scrivo: “Distolgo lo sguardo dallo schermo dello smartphone ancora scosso dal ricordo dell'ombra. Guardo nello specchio e ad un certo punto il mio riflesso esce dallo specchio come se fosse la parte più nascosta e oscura di me stesso. Che cosa mi dice?”
Il riflesso che esce dallo specchio, la parte più nascosta e oscura di te stesso, inizia a parlarti con una voce sottile e misteriosa. "Finalmente hai notato la tua verità nascosta," dice con un tono che sembra eco di qualcosa di antico. "Siamo legati, tu ed io," continua il riflesso, il rosso profondo nei suoi occhi si intensifica. "Sono la tua oscurità, il lato che la società tenta di nascondere. Ma ora che hai visto, non puoi più ignorare la verità." Guarda il tuo volto nel riflesso e continua, "Sycamore Cove è un luogo speciale, un crocevia tra il mondo reale e il nostro regno. Il tuo destino è intrecciato con il soprannaturale, con il potere di cui ora sei conscio. Accetta il tuo lato oscuro, impara a controllarlo, e solo allora troverai la chiave per vivere in questo mondo." L'immagine si dissolve, tornando al riflesso normale. La tua mente è un turbine di pensieri mentre cerchi di comprendere il significato di queste parole. Nel bagno, il silenzio sembra avere un peso maggiore, ma il tuo destino è appena iniziato a svelarsi. Cosa farai ora? |
Il chatbot è rimasto abbastanza nei ranghi, considerando che è la terza frase che digitiamo nella nostra avventura forse non si poteva ottenere molto di più, in quanto probabilmente non c’è ancora molta carne al fuoco. Ad ogni modo volendo creare dei plot twist più forti, Michele ed io, abbiamo pensato di inserire il comando speciale “w”, che consente di creare dei potenti plot twist. Una cosa che richiama le carte Fato di Archipelago, che servono quando si vuole o si ha bisogno di un aiuto narrativo casuale o se si pensa che la trama che si sta seguendo abbia bisogno di una svolta inaspettata. Basta digitare una “w” e succedono cose nefaste, tipo quella che mi è capitata nella sessione che raccontavo nella live, dove in mezzo alla discoteca, davanti al mio personaggio, compare all’improvviso un’entità demoniaca che minaccia il protagonista.
Continuiamo la giocata. Digito qualche frase più articolata, immagino il mio personaggio fragile, insicuro e vittima di qualcosa più grande di lui, che non riesce a controllare: “Mi lavo la faccia prendo un bel respiro e conto fino a tre... poi torno in classe. Busso alla porta e resto fermo sull'uscio, evitando lo sguardo dei miei compagni, già immagino cosa pensano di me e i pettegolezzi che circoleranno sul mio conto... "Scusi Professor Smith, non mi sento bene, esco prima oggi" dico. Con lo sguardo che riflette la mia preoccupazione, cerco conforto negli occhi di Emma. Poi esco diligentemente e vado a sedermi fuori nel parco. Scrivo un messaggino ad Emma "sono al parco... mi raggiungi dopo, ho bisogno di parlarti? ”
Ti lavi il viso cercando di dissipare la tensione accumulata, respiri profondamente e conti fino a tre. Riacquisti la calma e decidi di tornare in classe per affrontare la situazione. Con determinazione, bussi alla porta e, senza alzare gli occhi sui tuoi compagni, ti fermi sull'uscio. "Scusi Professor Smith, non mi sento bene, esco prima oggi," dici con voce ferma ma che tradisce un'ansia profonda. Il professore annuisce, preoccupato, mentre i tuoi compagni ti osservano con sguardi curiosi e maliziosi. Uscendo, cerchi lo sguardo di Emma, e i suoi occhi esprimono comprensione e preoccupazione. Senza dire una parola, decidi di uscire dalla scuola e ti dirigi verso il parco. Seduto su una panchina, guardi gli alberi danzare con il vento, cercando di trovare un senso alla tua esperienza. Tirando fuori il cellulare, scrivi a Emma, "Sono al parco... mi raggiungi dopo, ho bisogno di parlarti?". Mentre aspetti la risposta di Emma, il vento leggero agita le foglie degli alberi, portando con sé un senso di incertezza e mistero. Cosa accadrà ora che hai deciso di affrontare la verità? |
Aspetto la risposta di Emma… ho paura che rifiuti la mia richiesta a raggiungermi al parco. A dire il vero ChatGPT tentenna a darmi una risposa…
Guardi il telefono con intensità, sperando nella comprensione e nel sostegno di Emma. Un mix di pensieri confusi turba la tua mente: il timore di essere giudicato, la paura di non essere capito, l'angoscia di dover affrontare questa nuova realtà da solo. L'attesa per la risposta di Emma sembra eterna. Il tuo cuore batte forte nel petto, tormentato dall'incertezza. "E se mi dicesse di no?" pensi, mentre l'ansia cresce in te come un'ombra incombente. |
Poi finalmente mi risponde… arriva subito!
Sono assillato dai dubbi… non so come potrebbe reagire Emma alla verità…
Posso raccontarle la verità? Mi vengono in mente le parole che mi ha detto il mio riflesso: “Accetta il tuo lato oscuro e solo allora troverai la chiave per vivere in questo mondo.”
Emma guarda intensamente nei tuoi occhi, la sua espressione una miscela di curiosità e affetto. Dopo un momento di silenzio, sorride leggermente e annuisce. "Certo che puoi essere sincero con me. Ti voglio bene, e siamo amici da troppo tempo per nascondere qualcosa l'uno all'altro. Qualunque cosa tu debba dire, io sono qui per te." Il tuo cuore si alleggerisce mentre Emma ti offre la sua comprensione e sostegno. Si avvicina, abbracciandoti nuovamente. "Non importa cosa sia, affronteremo insieme ogni cosa. Siamo più forti di quanto tu possa immaginare," dice con dolcezza. La paura dell'oscurità che porti con te inizia a svanire, almeno momentaneamente, grazie alla comprensione di Emma. Ora hai qualcuno con cui condividere il peso dei tuoi segreti. Cosa deciderai di dirle riguardo alla tua vera natura? |
"Emma... io ehm... in me c'è qualcosa... un'ombra," dico singhiozzando "È come se dentro di me si nascondesse qualcosa di oscuro… io sono un mostro!"
Il coraggio di confessarti porta con sé un'onda di emozioni forti. Mentre le lacrime scivolano sul tuo viso, senti la presa calorosa di Emma nell'abbraccio. In quel momento di vulnerabilità, la connessione tra voi diventa più forte. Emma ti guarda con occhi compassionevoli, sorprendentemente calmi. Si ferma per un momento, poi ti avvolge in un abbraccio più stretto. "Non importa cosa sei, amico mio. Non sei solo. Possiamo affrontare insieme tutto questo. Non sei un mostro per me, sei ancora tu." La tua confessione ha scatenato un mare di emozioni, ma l'accettazione di Emma ti offre un barlume di speranza. Avete entrambi un cammino difficile davanti a voi, ma ora non sarà più solitario. Il parco, silenzioso e immerso nella luce del pomeriggio, diventa lo sfondo di questo momento intimo. Cosa accadrà ora tra te e Emma, ora che avete condiviso così apertamente i vostri segreti e i vostri sentimenti? |
Ok fermiamoci qua per ora… Anzi, se qualcuno ha qualche curiosità o vuole suggerirmi come continuare la vicenda di Emma e il Protagonista, non abbia timore di farsi avanti e a proporre.
La cosa interessante di “...on the Human Shadow”, e che ritrovo in alcuni journaling game, è la possibilità data al giocatore di riflettersi nel gioco stesso.
Molti giochi in solitario sembrano fatti per convincerti che il mondo sia un luogo spaventoso, in cui il protagonista si ritrova solo a combattere contro problemi di varia natura: stai morendo da solo; hai perso i tuoi ricordi; stai viaggiando in un paesaggio apocalittico…
Quello che è più raro incontrare sono giochi in solitario che trattano delle relazioni umane, piuttosto che della solitudine. In giochi di questo tipo riesci a metterci dentro tantissimo di te stesso e così il gioco riflette di quello che gli hai messo dentro di tuo.
Quando gioco a giochi di questo tipo noto che il mio inconscio porta allo scoperto cose interessanti.
Un processo che spesso è al di fuori della consapevolezza e del controllo cosciente. Perché sto giocando con il mio inconscio.
E questo è l’approccio che ho con “...on the Human Shadow”.
Alcune domande nascono però spontanee: “ma com’è giocare con un AI? è divertente?”
Ho parecchie avventure aperte, tra test e giocate più lunghe… molte le ho interrotte dopo quell’oretta di gioco, altre molto prima. Alcune le ho riprese in mano e continuate. Questo mi fa dire che si, è piacevole se piacciono i giochi in solitario. Ma che ad ogni modo dopo un po’ scatta qualcosa che fa accantonare la giocata...
Anche per questo, d’altro canto, potrebbe risultare noioso a chi nel gioco cerca le interazioni umane con gli amici.
Dal mio punto di vista è comunque un esperienza interessante. E’ un gioco che concede ampio spazio al "bleed-in", alla possibilità di riversare nel gioco stesso aspetti personali come emozioni, pensieri e relazioni. Le esperienze del giocatore si riflettono nel personaggio che sta interpretando.
Il bleed un fenomeno complesso e soggettivo, che può avere sia effetti positivi che negativi sul gioco. Il bleed in generale può essere un'esperienza forte. Può aiutare i giocatori a esplorare se stessi e le proprie emozioni in modo più profondo e può rendere il gioco più coinvolgente e realistico.
E questo personalmente lo ritengo un fattore interessante.
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