Ma la lettura delle motivazioni (
http://www.giocodellanno.it/) mi sembra che fughi ogni dubbio: Augustus rispetta i criteri, Tzolk'in purtroppo no.
Spesso gli "addetti ai lavori" membri delle varie associazioni ludiche si stracciano (giustamente) le vesti perché giochi come monopoly sono gli unici conosciuti dal grande pubblico.
Io ho usato Augustus come entry level (sfruttando proprio la meccanica della tombola che è stampata nell'immaginario collettivo e quindi già costituisce un background) ed è funzionato benissimo a tal punto che i neofiti che avevo al tavolo si sono appassionati e qualcuno ora ci segue in associazione. Ora, direi che non è merito del gioco in sé ma sicuramente questo prodotto ha costituito un tassello insieme ad altri affinché qualcuno si appassionasse ai gdt (questo è un plusvalore da non sottovalutare).
Poi devo ammettere che AUGUSTUS a parer mio rappresenta un buon rimaneggiamento di vecchie meccaniche riviste con freschezza, schiacciando cmq l'occhiolino ai giochi da tavolo "moderni".
Se un autore utilizzasse la meccanica del TRIS per comporre un gran gioco, ben venga. In un periodo di overbooking di giochi e saturazione di meccaniche trite e ritrite, credo che Augustus non sfiguri, anzi...
Non voglio per forza difenderlo ma francamente mi sembrano un po' fuori luogo le osservazioni denigratorie lette nei post precendenti. Poi per carità ad uno può piacere oppure no, ma di qualità mi sembra ne abbia qualcuna!
Prova di questo è che spesso mi è capitato di giocarlo anche con gente che mastica regolarmente gdt e gli astanti mi chiedevano, alla fine di una partita, di poterne rifare subito un'altra.
In conclusione io credo che Augustus, per le ragioni indicate sopra, sia meritatamente finito nel novero dello SdJ e sia stato giustamente premiato al gioco dell'anno.
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