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È per questo motivo che ultimamente mi sto occupando nel mio tempo libero di educazione finanziaria. E qui arriviamo a uno dei libri che ho letto di recente che ha il potenziale di creare ancora più polarizzazioni (la tematica, non tanto il libro in sé). To be continued...
Alla fine non ho più affrontato la questione: è tempo di rimediare!

Come libro introduttivo (molto introduttivo) alla tematica ho letto "Educazione finanziaria. Conoscere le sfumature del denaro", Apogeo 2024. È un libro che ho visto in una libreria mentre ero in vacanza a Napoli e mi sono detto: ma sì, acquistiamolo.
Giocando a Hegemony, ciò che non mi capacitavo era la mancanza di possibilità da parte della working class di investire soldi. Se uno si ritrova con relativamente tanti soldi, perché non investirli?
La realtà dei fatti è che spesso e volentieri la working class non ha ahimè le conoscenze sufficienti per avventurarsi con cognizione di causa nel mondo degli investimenti finanziari. In Europa non c'è granché l'abitudine di investire e in ambito educativo simili questioni vengono affrontate di striscio persino al liceo con indirizzo economico. Chissà se in futuro le cose cambieranno (onestamente, non penso).
Leggendo il libro sopracitato mi è apparso chiaro fin da subito che il trading è mera speculazione (Daniel Kahneman me lo ha confermato in pieno), come anche gli investimenti in cryptovalute (ti può andare iper bene, come anche molto male).
L'approccio più sensato, a mio umile avviso, ora come ora, mi pare essere quello degli ETF, seguendo la linea tracciata da Mr. RIP (Giorgio è presente su YouTube, tra l'altro è un grande appassionato di giochi da tavolo: mitico!).
Gli ETF (ad esempio Vanguard World) permettono di ottenere un rendimento accettabile (modesto ma sufficiente a battere l'inflazione), senza rischiare più di tanto (anche se nessun investimento è mai sicuro, ovviamente).
Un aspetto che non mi è piaciuto molto, affrontando questo mondo, è l'aspetto etico a dir poco snobbato.
"Finanza ed etica sono sempre stati due concetti molto distanti tra loro" (Educazione finanziaria, p. 113)
Il fatto che gli ESG siano spesso additati come "fuffa", e che ciò che conta di più è massimizzare i profitti (a discapito di ambiente, socialità e governance), lo trovo a dir poco raccapricciante.
Il libro di Skidelsky mi ha confermato che alla base del capitalismo c'è il marciume bello e buono e che l'avidità e l'infinita insaziabilità hanno smesso di essere un problema solo pochi secoli fa. Prima, certi modi di pensare erano condannati e basta.
Questo aspetto mi mette in una situazione spiacevole. Investire significa di fatto alimentare un sistema che è marcio alla radice e che non promette nulla di buono a lungo termine (rischio collasso globale). Da un punto di vista etico, iniziare a farlo seriamente, per me, rappresenterebbe un problema non da poco.
Osservando l'andazzo del nostro Pianeta, inoltre, non sono per nulla ottimista (sempre più persone parlano di decrescita e la crisi climatica è sotto gli occhi di tutti ormai).
Cercherò di ampliare le mie conoscenze con ulteriori letture, nella speranza di capire ancora meglio la questione nel suo insieme, assai complessa.
Beati coloro che riescono a figliare sbattendosene fortemente dell'imminente futuro che tanto roseo non sembra (da sempre più punti di vista).

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