Guida Cos'è un Wargame?

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cosarara

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Cos'è un wargame?

Riprendo questa domanda fatta da @sava73 a Nando Ferrari durante questo podcast al minuto 03:00 .
Sottoscrivo l'iniziale inciso di Nando: "se fate questa domanda a 100 esperti del settore avrete 120 risposte diverse".

La Treccani dice
war gameu̯òr ġèim› (anche war-game e wargame) locuz. ingl. [comp. di war «guerra» e game «gioco», calco del ted. Kriegspiel] (pl. war games... ġèim›), usata in ital. come s. m. – 1. Simulazione bellica, talora ispirata alla ricostruzione di celebri battaglie del passato, eseguita nelle accademie militari come esercitazione strategica, con l’ausilio di mappe e strumenti elettronici. 2. Gioco consistente nella ricostruzione di azioni belliche del passato, o nell’invenzione di battaglie di fantasia, usando plastici o tavolieri (nel qual caso si parla di board war game «gioco di simulazione strategica da tavolo») che riproducono scenarî reali e sui quali si muovono pedine di cartone o riproduzioni in miniatura di soldati, armi e mezzi bellici le cui caratteristiche corrispondono, nella finzione del gioco, a quelle reali. Si dà lo stesso nome anche a giochi di simulazione bellica realizzati mediante sofisticati programmi di elaborazione elettronica.

Il professor Barbero spiega brevemente cos'è per lui un wargame qui

Personalmente non mi preoccupo molto della definizione che però sembra molto importante per molti altri giocatori e la cosa è emersa recentemente nei confronti del gioco Undaunted: Normandy, la cui natura è stata oggetto di feroci discussioni nei circoli dei wargamers.

A mia avviso se un gioco è incentrato principalmente sulla guerra e usa un regolamento che cerca di dare dignità di verosimiglianza a movimento e combattimenti lo definisco un wargame. Personalmente non faccio differenza tra il medium usato (carte, mappe esagonate o a zone, pedine o miniature) oppure se si occupi di eventi storici, ipotetici o fantastici: per me sono tutti wargame.

Personalmente preferisco giochi che siano molto ambientati storicamente e che mi forniscano regole per muovere le unità e risolvere i combattimenti in modo verosimile che al contempo non appesantisca la parte ludica, mi piacciono giochi che siano divertenti per entrambe la parti, ricchi di decisioni e tensione. Ma questa è una mia personale preferenza. Anche sul concetto di verosimiglianza e simulazione si può discutere all'infinito.

Per fare qualche esempio pratico: ritengo ASL (advanced squad leader), Brazen Chariot, From Salerno To Rome, Undounted: Normandy tutti wargames (sono i titoli che sto giocando in questo periodo), ma anche Warhammer 40K è un wargame (tridimensionale e brutto) così come Battle for Armageddon che pure è ambientato nell'universo di WH40K ed è un board wargame con mappa e pedine e pure Titan che per il quale parlerei di Wargame Astratto a tema fantasy sulla falsariga di Tactics II che può essere definito un Wargame Astratto a tema contemporaneo.

Risiko non è un wargame perché movimento e combattimento sono generici e privi di qualunque tipo di verosimiglianza, Through the Ages e 7 Wonders non sono wargames perché l'elemento bellico è solo uno di quelli trattati dal gioco, neppure preponderante, e comunque astratto.

E voi? Cosa è per voi un wargame?
 
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sentenza

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Wargame: simulazione di un conflitto.

Simulazione: procedimento atto a studiare il comportamento di un sistema in determinate condizioni che si basi sulla riproduzione del sistema o dell’ambiente in cui esso deve operare attraverso modelli.

Qui la parola che pesa non è conflitto (guerra) ma simulazione. Se diamo le botte ai conigli (ROOT al momento 17° in classifica wargame su bgg), questo a mio avviso non basta.
Comprendere l'intento dell'autore è essenziale per valutare se vi sia o meno intento nel simulare qualcosa, o se si tratti di emulazione, flavour o semplice ambientazione.
Secondo questa premessa, Napoleon's Triumph è un wargame. Advanced Squad Leader è un wargame (complicato). Undaunted Normandy non è un wargame.
La classificazione risulta molto semplice quando l'intento dell'autore è chiarito dalle sue stesse note di design, come appunto nel caso di Undaunted Normandy, o come i pregevoli appunti di Simmons sui suoi giochi (es. Bonaparte at Marengo design notes).

Spero siamo tutti d'accordo invece sul fatto che appartenere a questa o quella categoria non sia un elemento di merito. Un wargame brutto resta un gioco brutto, e un wargamer non è più figo di chi si consuma le meningi su un ferroviario online.
 

darthMax

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Ciao non voglio rigenerare un flame, ma personalmente da non esperto e solo amante dei giochi in genere la penso un pochino diversamente.
Per me il termine che pesa in assoluto nella definizione di wargame come da etimologia è guerra. Simulazione è un concetto aggiuntivo, che definisce alcuni tipi di wargame.
In questa accezione ogni gioco che ha come meccanica principale la guerra è un wargame senz'altro.

Quindi Risiko! è un wargame, cosi come lo è Undaunted normandy o giochi di guerra fantasy come Sw Rebellion o la Guerra dell'anello.
In Root la meccanica principale è la guerra tra fazioni? Allora è un wargame anche lui.

I modi in cui il gioco implementa la meccanica del conflitto o della battaglia o della schermaglia ne definisce tipologia, durata, complessità, ambientazione,
livello di simulazione se presente.

Blood rage è un wargame senza dubbio. Il tema del gioco sono le fazioni vikinghe che lottano per il predominio.
Qui la meccanica del combattimento è ottenere la maggioranza di punteggio con le proprie unità sul territorio, potenziata con carte. Questo ne definisce la tipologia.
È simulativo?? Ovviamente no, nei bg alcune meccaniche sono rese con astrazioni. Ma la cosa che importa è che la guerra è la tematica principale.


Mia umilissima opinione.


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Khenneth

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Ogni settore specialistico necessita di strutturare le proprie conoscenze, gli oggetti con cui tratta, in una serie di concetti la cui definizione sia schematica, non ambigua e universalmente accettata
D'altronde quando più persone parlano insieme se vogliono capirsi devono per forza di cose usare lo stesso vocabolario
Trovo quindi che sia importante arrivare ad una definizione comune e molto utile quindi la discussione che si sta sviluppando in questo post

D'altra parte, seppure non esista una classificazione assoluta dei giochi da tavolo per genere, è anche vero che esistono già dei tentativi in tal senso; quando si discute tra appassionati o operatori del settore bisognerebbe quindi fare lo sforzo di riferirci a questi sistemi piuttosto che fermarci sempre ad idee personali che non fanno fare passi avanti alla discussione
In questo senso, io tenderei a partire da qua:


Wargames
- Focus: simulazione. Il focus dei wargamers è la simulazione storica. Non la replica (l'esito non deve essere quello scontato, storico), ma la riproduzione del periodo, delle tattiche e delle tecniche devono essere le più precise possibile.
“Questa battaglia non era voluta da nessuna delle due parti in causa: iniziò per caso come una scaramuccia e ben presto, rinforzo dopo rinforzo, entrambi gli eserciti si trovarono coinvolti nella più grande battaglia delle Guerra di Secessione”.
- La simulazione vince sul drama e sulle meccaniche. Si può sacrificare tensione per simulare meglio una situazione, a costo di renderla meno fluida e coinvolgente; si possono complicare le meccaniche riempiendole di eccezioni e macchinosità se serve a garantire una miglior riproduzione storica.
“Questa truppa funziona in modo completamente diverso dalle altre, ma bisogna tener conto che anche combattere in questa città ha delle eccezioni, essendo sul confine paludoso di (…50 minuti dopo) ...ed ecco come finì la vera battaglia e il perché di queste poche eccezioni. Passami quel manuale di 30 pagine, sì, l'Appendice F per questo specifico caso.”
- La fortuna è sempre presente come presente è nella vita reale, contribuendo alla simulazione. Per cui carte da pescare, dadi da tirare, sempre con eccezioni e casi particolari per essere più simulativi.
“Sparo due raffiche col mitra, ma sono in movimento quindi applico -2, essendo in sopravento tiro il dado giallo in più, ma correndo in salita devo tirare sul modificatore dei terreni e incrociare con quello della fatica, infine confronto i 3d6 con la tabella dei risultati: passami quelle due pagine A4 di riepilogo.”
- Interazione diretta che spesso è il pretesto stesso per il gioco. I wargames riproducono guerre e battaglie su scala più o meno larga.
“Ora carico con la cavalleria pesante: inizia a pregare.”
- Materiali spesso spartani, a volte con mappe di carta, cubi o pedine per simboleggiare le armate. Iconografia densa, complicata, crittografata.
“Il puntino barrato nell'angolo in alto a destra indica che dietro una trincea spari col dado bianco, non quello blu... ma come fai a non capirlo al volo?”
- Durata spesso superiore alle 4 ore o comunque a una serata di gioco. Alcuni wargames durano diverse sessioni e vanno lasciati apparecchiati.
“Siamo già alla terza sessione di ASL” “Ah, bello, e chi sta vincendo?” “Ancora nessuno: stiamo studiando le regole...”
- La soddisfazione dei wargames sta nella simulazione stessa. L'aver riprodotto nei dettagli un fatto storico (ma non necessariamente reale) e averlo piegato alla propria volontà.
“È stata una bella battaglia eh? Pensa se fosse finita davvero così...”
 

Ahab

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AhabXXX
Premetto che linea generale le definizioni mi interessano poco e anzi le trovo spesso un limite.

Personalmente considero wargame qualsiasi gioco in cui il tema principale trattato sia uno scontro bellico e che restituisca questa sensazione ai giocatori al tavolo.

Pertanto, ritengo Undaunted un wg, così come Risiko (con tutti i suoi limiti e nessuna pretesa simulativa, giocandolo si ha chiara la sensazione di "fare la guerra" e "combattere battaglie"); non ho avuto lo stesso feeling e non li ritengo pertanto wg alcuni COIN come Cuba Libre o giochi come Labyrinth e Twilight Struggle (adoro entrambi i giochi, ma qui le scelte sono soprattutto "politiche" più che "militari"), neanche SW REbellion lo considero tale, in quanto gli scontri bellici sono una parte marginale nell'economia del gioco.
 

Khenneth

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Premetto che linea generale le definizioni mi interessano poco e anzi le trovo spesso un limite.
Capisci però che in questo modo ognuno può avere una idea diversa di wargame, e che non sia possibile una discussione tra più persone se non ci si mette prima d'accordo sui termini
Tieniti pure la tua idea, ed io la mia, ma a questo punto tanto vale che usiamo un'altra parola al posto di "wargame" perchè a queste condizioni non ha nessun valore
 

renberche

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A mia avviso se un gioco è incentrato principalmente sulla guerra e usa un regolamento che cerca di dare dignità di verosimiglianza a movimento e combattimenti lo definisco un wargame. Personalmente non faccio differenza tra il medium usato (carte, mappe esagonate o a zone, pedine o miniature) oppure se si occupi di eventi storici, ipotetici o fantastici: per me sono tutti wargame.

La penso come te, però in aggiunta ritengo importante distinguere tra un gioco dove si simula l'intera guerra e uno invece la singola battaglia. Per me Twilight Struggle e Labyrinth sono wargame dove si simula una guerra, mentre per dire un C&C è un wargame dove si simulano invece le singole battaglie.

Personalmente non mi preoccupo molto della definizione che però sembra molto importante per molti altri giocatori e la cosa è emersa recentemente nei confronti del gioco Undaunted: Normandy, la cui natura è stata oggetto di feroci discussioni nei circoli dei wargamers.
Da giocatore da tavolo per nulla esperto di wargame questo non lo ritengo tale, in quanto l'aspetto simulativo e di percezione della battaglia mi sembra totalmente inesistente.

Poi sarebbe opportuno superare diversi cliché legati ai wargame riportati da Khenneth (se non dura almeno 4 ore non è un wargame pare più la pubblicità del viagra)
 

darthMax

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Capisci però che in questo modo ognuno può avere una idea diversa di wargame, e che non sia possibile una discussione tra più persone se non ci si mette prima d'accordo sui termini
Tieniti pure la tua idea, ed io la mia, ma a questo punto tanto vale che usiamo un'altra parola al posto di "wargame" perchè a queste condizioni non ha nessun valore
Infatti. Una definizione assoluta non esiste, e forse non ha motivo di essere. I giochi a tema guerra hanno un tema comune ma essere poi esperienze diversissime in base a tutta una serie di parametri che li caratterizzano e per i quali li descriviamo e classifichiamo.
Ambientazione, numero giocatori, livello di simulazione, durata, risoluzione dei combattimenti, tema, complessità delle regole, scala del conflitto/guerra/battaglia,
Card diven o dadi, bg storico o fantasy o sci fi, e potrei continuare.

Quindi tema comune, tante diversificazioni.

Classificare è conoscere e comprendere, non sempre è facile.
Ma consente a chi cerca informazioni di farsi una idea molto precisa sul tipo di esperienza ludica che quel wargame regala.

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Sinclair

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Ohi, ohi, che questione avete tirato fuori: questo è il vero e proprio vaso di Pandora del wargame... capire cosa sia, in fin dei conti, questa cosa che chiamiamo wargame!
OK, è inutile nascondervelo, sull’argomento ho scritto, filmato e registrato davvero tanto negli ultimi anni, e non posso non rimandarvi a libri, articoli su ioGioco video di WLOG e puntate intere di Checkpoint Charlie dedicate alla questione. Ve ne segnalo però uno in particolare, il cui concetto di base è che, per quanto servano, le categorie vanno sempre considerate come dei punti di partenza per la propria analisi e mai come punti d’arrivo, e che nello specifico quella del wargame è una macro categoria composta da categorie specifiche ma molto più “porose” di quanto si possa immaginare. Insomma, a mio parere, i confini di ciò che possiamo definire “wargame” sono loro stessi molto meno definiti di quanto si creda.
Intanto, a livello temporale, perché wargame non è un concetto assoluto, bensì un concetto che nel corso dei decenni ha subito delle fluttuazioni notevoli. Già dalle sue origini, il famoso Kriegsspiel giocato nelle caserme prussiane per pianificare la guerra del 1870 contro la Francia era ben diverso dalle simulazioni politico-militari che fecero desistere il cancelliere della Repubblica di Weimar dal dichiarare la legge marziale e fare un colpo di Stato... prima dell’arrivo di Hitler. Ed entrambi vengono definiti nelle fonti come Kriegsspiel. Allo stesso modo negli Stati Uniti il concetto di wargame cambia radicalmente (e per ovvi motivi) dopo la Guerra del Vietnam, tanto che oggi perfino le simulazioni a livello tattico includono quelli che vengono definiti aspetti non cinetici (morale, rapporto con le popolazioni, intelligence...) mentre simulazioni nelle quali l’aspetto bellico vero e proprio è in fondo marginale o solo conseguente a scelte fatte su altri livelli... beh, vengono definiti wargame anch’essi.
Il motivo è semplice, e ci riporta alle riflessioni fatte ben 40 anni fa da uno dei padri del wargame moderno: Jim Dunnigan, fondatore SPI. In sostanza, dobbiamo evitare di avere un’opinione troppo ristretta dei due termini “war” e “game”, considerando che entrambi evolvono e sono più ampi di ciò che riteniamo (giova ricordare von Clausewitz per il primo, Huizinga per il secondo... due autori che hanno molti punti di contatto). In più, sempre per Dunnigan e sono pienamente d’accordo con lui, “conflict simulation” altro non è che un modo carino (fancy) escogitato per non utilizzare i due termini sgradevoli (unsavory terms), ancora una volta “war” e “game”. Insomma, è un sinonimo: dove leggete conflict simulation, leggete wargame e andate avanti.
Ciò detto, premesso e postulato: cosa cavolo è un wargame?
Un gioco che ha come suo oggetto principale una guerra (la quale guerra può avere mille forme: militare, economica, politica, culturale... più cose assieme... di nuovo il fantasmino di von Clausewitz...).
Wargame NON è sinonimo di gioco storico: la guerra nel Signore degli Anelli o in Star Wars o nel Trono di Spade può essere molto diversa dalle guerre napoleoniche o dalla Seconda guerra mondiale, ma sempre guerra rimane.
Wargame NON è sinonimo di simulazione: esistono wargame che non sono simulazioni (Risiko!) e simulazioni che non sono wargame (giochi sportivi). Wargame indica il contenuto di un gioco, non le modalità o le finalità con cui tale contenuto viene rappresentato, o astratto.
Wargame NON è un gioco che richiede uno scontro armato diretto: prima ancora di cominciare a parlare di Root, per l’ennesima volta, i COIN sono dei wargames (cosa pensate che sia Fire in the Lake? La simpatica scampagnata di qualche decina di migliaia di soldati americani nel Vietnam del Sud, tipo dei Boy Scout accompagnati dall’artiglieria pesante, ricordando l’immortale Good Morning Vietnam?), e lo sono anche più di tanti “veri wargame” che astraggono troppo o addirittura non includono gli aspetti politici, non cinetici e non lineari di un conflitto. Perché? Perché i wargame complessi e non lineari definiscono molto meglio su scala strategica cosa sia davvero la war (si vedano anche i più recenti quaderni SISM sull’allargamento del concetto di guerra nella storia e nel pensiero militare moderni), che non dipende dal mero body count alla McNamara dei nemici uccisi, ed è bene che anche in altre scale più tattiche contengano almeno accenni a tali aspetti.
In conclusione, come per tutte le cose, non esiste un etichetta da appiccicare o rimuovere, un interruttore da accendere o spegnere, un tag da scrivere o cancellare che ci dice se un gioco è o non è un wargame. E se anche ci fosse, non ci direbbe un bel nulla su quel gioco.
Questa è una fissazione piuttosto recente, che ha estremizzato discussioni già avviate negli anni Settanta, ma che all’epoca si spegnevano non appena aprivi la scatola di un gioco che ti piaceva e la piantavi di discutere come lo dovevi chiamare.
Esiste una macro categoria definibile come “wargame”, che ha al suo interno diverse gradualità di presenza o meno di simulazione, elementi di conflitto diretto, storicità e altro (vi consiglio anche i bei video della serie Wargamology, che trovate nel bel canale YouTube Homo Ludens dell’amico Fred Serval). Questa macro categoria ci serve senz’altro come punto di riferimento nell’analisi, nell’approccio e nella critica ad un gioco per capire a quale grande famiglia ludica esso appartenga... ma la sua utilità pratica si ferma lì, richiede comunque grande flessibilità nella sua definizione e ha il solo scopo di allargare la nostra concezione delle tipologie ludiche, non restringerla.
 

cosarara

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Grazie Riccardo. Bella disamina.
 

darthMax

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Ohi, ohi, che questione avete tirato fuori: questo è il vero e proprio vaso di Pandora del wargame... capire cosa sia, in fin dei conti, questa cosa che chiamiamo wargame!
OK, è inutile nascondervelo, sull’argomento ho scritto, filmato e registrato davvero tanto negli ultimi anni, e non posso non rimandarvi a libri, articoli su ioGioco video di WLOG e puntate intere di Checkpoint Charlie dedicate alla questione. Ve ne segnalo però uno in particolare, il cui concetto di base è che, per quanto servano, le categorie vanno sempre considerate come dei punti di partenza per la propria analisi e mai come punti d’arrivo, e che nello specifico quella del wargame è una macro categoria composta da categorie specifiche ma molto più “porose” di quanto si possa immaginare. Insomma, a mio parere, i confini di ciò che possiamo definire “wargame” sono loro stessi molto meno definiti di quanto si creda.
Intanto, a livello temporale, perché wargame non è un concetto assoluto, bensì un concetto che nel corso dei decenni ha subito delle fluttuazioni notevoli. Già dalle sue origini, il famoso Kriegsspiel giocato nelle caserme prussiane per pianificare la guerra del 1870 contro la Francia era ben diverso dalle simulazioni politico-militari che fecero desistere il cancelliere della Repubblica di Weimar dal dichiarare la legge marziale e fare un colpo di Stato... prima dell’arrivo di Hitler. Ed entrambi vengono definiti nelle fonti come Kriegsspiel. Allo stesso modo negli Stati Uniti il concetto di wargame cambia radicalmente (e per ovvi motivi) dopo la Guerra del Vietnam, tanto che oggi perfino le simulazioni a livello tattico includono quelli che vengono definiti aspetti non cinetici (morale, rapporto con le popolazioni, intelligence...) mentre simulazioni nelle quali l’aspetto bellico vero e proprio è in fondo marginale o solo conseguente a scelte fatte su altri livelli... beh, vengono definiti wargame anch’essi.
Il motivo è semplice, e ci riporta alle riflessioni fatte ben 40 anni fa da uno dei padri del wargame moderno: Jim Dunnigan, fondatore SPI. In sostanza, dobbiamo evitare di avere un’opinione troppo ristretta dei due termini “war” e “game”, considerando che entrambi evolvono e sono più ampi di ciò che riteniamo (giova ricordare von Clausewitz per il primo, Huizinga per il secondo... due autori che hanno molti punti di contatto). In più, sempre per Dunnigan e sono pienamente d’accordo con lui, “conflict simulation” altro non è che un modo carino (fancy) escogitato per non utilizzare i due termini sgradevoli (unsavory terms), ancora una volta “war” e “game”. Insomma, è un sinonimo: dove leggete conflict simulation, leggete wargame e andate avanti.
Ciò detto, premesso e postulato: cosa cavolo è un wargame?
Un gioco che ha come suo oggetto principale una guerra (la quale guerra può avere mille forme: militare, economica, politica, culturale... più cose assieme... di nuovo il fantasmino di von Clausewitz...).
Wargame NON è sinonimo di gioco storico: la guerra nel Signore degli Anelli o in Star Wars o nel Trono di Spade può essere molto diversa dalle guerre napoleoniche o dalla Seconda guerra mondiale, ma sempre guerra rimane.
Wargame NON è sinonimo di simulazione: esistono wargame che non sono simulazioni (Risiko!) e simulazioni che non sono wargame (giochi sportivi). Wargame indica il contenuto di un gioco, non le modalità o le finalità con cui tale contenuto viene rappresentato, o astratto.
Wargame NON è un gioco che richiede uno scontro armato diretto: prima ancora di cominciare a parlare di Root, per l’ennesima volta, i COIN sono dei wargames (cosa pensate che sia Fire in the Lake? La simpatica scampagnata di qualche decina di migliaia di soldati americani nel Vietnam del Sud, tipo dei Boy Scout accompagnati dall’artiglieria pesante, ricordando l’immortale Good Morning Vietnam?), e lo sono anche più di tanti “veri wargame” che astraggono troppo o addirittura non includono gli aspetti politici, non cinetici e non lineari di un conflitto. Perché? Perché i wargame complessi e non lineari definiscono molto meglio su scala strategica cosa sia davvero la war (si vedano anche i più recenti quaderni SISM sull’allargamento del concetto di guerra nella storia e nel pensiero militare moderni), che non dipende dal mero body count alla McNamara dei nemici uccisi, ed è bene che anche in altre scale più tattiche contengano almeno accenni a tali aspetti.
In conclusione, come per tutte le cose, non esiste un etichetta da appiccicare o rimuovere, un interruttore da accendere o spegnere, un tag da scrivere o cancellare che ci dice se un gioco è o non è un wargame. E se anche ci fosse, non ci direbbe un bel nulla su quel gioco.
Questa è una fissazione piuttosto recente, che ha estremizzato discussioni già avviate negli anni Settanta, ma che all’epoca si spegnevano non appena aprivi la scatola di un gioco che ti piaceva e la piantavi di discutere come lo dovevi chiamare.
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Davvero una bella analisi, grazie.

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basil451

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Provo ad aggiungere un mattoncino.

Se si parla di definizioni e categorizzazioni, allora è inevitabile considerare l'arbitrarietà del linguaggio (e dunque del pensiero).
Le categorie, la logica e i processi cognitivi in generale sono dei "giochi linguistici" (per dirla con Wittgenstein). A seconda di quali parametri "usiamo" arbitrariamente, o decidiamo di adottare perché condivisi dalla comunità dei parlanti, allora stiamo giocando a un gioco linguistico specifico.

Se prendiamo ASL in considerazione, tutti quanti lo definiamo un wargame senza dubbio. L'azione di definirlo tale è una scelta più o mena passiva di adesione a un archetipo comune e ben accetto. Ciò non di meno, che ci piaccia o no questa è un'azione arbitraria (anche se condivisa). Là dove si creano delle zone d'ombra o la novità non schematizzabile nei parametri già accettati, troviamo l'anomalia che fa saltare il banco. L'esempio è proprio Undaunted. Questo gioco non riesco proprio a definirlo un wargame, ma non per chissà quale ragione filosofica, ma perché giocando io non ho affatto sentito la simulazione come elemento preponderante. Quello che ho trovato in Undanted di preponderante è stato il lato del game-play del deckbuilding. Poco importa a me se è un ottimo modo per rendere l'uso degli scout o altre caratteristiche dello scontro tattico, perché io non l'ho percepito affatto. Ora, anche questa mia scelta di un parametro di analisi come fondamentale (immersività? Percezione? Boh?) è arbitraria e solo il tempo e l'uso faranno sì che io scopra se la mia sensibilità e il mio gusto rispecchino o meno quello comunitario, ciononostante questo mi permette di parlarne e di confrontarmi là dove può avvenire un dialogo.

Là dove si piantano paletti e il cerchio si restringe, si crea l'ambiguità del non detto o dell'indicibile.

In letteratura si dice che letteratura è ciò che viene definito tale.
Questo non preclude il discorso e la molteplicità dei punti di vista, esaltati anzi dall'assenza di una struttura gerarchica stitica.

Wargame è, con buona pace di tutti noi, ciò che viene definito tale.
L'accesso a ogni "verità" ci è precluso, ma questa è una benedizione, perché se anche non finiremo mai di parlarne, non vuol dire che non ne sarà valsa la pena e non avremo aperto il nostro pensiero un po' di più verso gli altri e verso noi stessi.

P.S. no dai, undaunted non è un wargame :p
 

Khenneth

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Wargame è, con buona pace di tutti noi, ciò che viene definito tale.
Pur apprezzando la ottima disamina di Sinclair e il contributo di basil451, e riconoscendoli ben rappresentativi della situazione reale, continuo a trovare la frase esposta alquanto insoddisfacente e persino falsa nei presupposti

Una tale conclusione si adatterebbe bene ad un concetto che, pur non presentando delle caratteristiche definite o definibili in modo preciso, diventasse in qualche modo accettato e riconoscibile a tutti come tale (il concetto di letteratura, ma anche quello di arte), ma il wargame per come è stato definito sopra non presenta assolutamente queste caratteristiche
Mentre credo siamo tutti d'accordo nel riconoscere che ASL sia un wargame, non so quanti di noi lo sarebbero per Twilight Struggle, Undaunted Normandy o Risiko! anche presi separatamente

Può darsi che non si senta il bisogno di definirlo in modo stringente, e questo posso capirlo, ma non mi si venga a dire che il wargame è "ciò che viene definito tale" perchè in realtà esistono tantissime definizioni diverse per tale concetto, forse una per ognuno di noi
 

basil451

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È proprio a causa della molteplicità dei punti di vista e dalle interpretazioni possibili che wargame è ciò che viene definito tale (così come l'arte e la letteratura).
Ciò non significa svalutare la categoria, ma accertarne l'arbitrarietà e di rimando il dialogo, il quale ha infinite possibilità.

Beninteso, è proprio l'approccio critico che permette un'affermazione come questa, altrimenti sarebbe solo superficiale e banale.

Io ci vedo una forza intrinseca e un desiderio di confronto, per questo la discussione si ripropone ciclicamente con spunti interessanti e stimolanti, proprio come in questo thread.

Quindi, bene discuterne in questi termini e con questi spunti, sapendo che il dialogo è un ponte gettato sull'abisso (per dirla con Gadamer). Quindi prendiamolo per quello che è: un tentativo per accrescere la nostra e l'altrui consapevolezza, senza per questo pretendere di dire la "verità".
 
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