Impressioni 2.0.2.3. - IL MIO ANNO LUDICO.

FrancescoSpagnolo

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FrancescoSpagnolo
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Ciao a tutti, amici goblin e goblinesse.
Vorrei dare il mio contributo redazionale mediante le impressioni sui giochi da me provati per la prima volta nel 2023.
Sarà un post in costante aggiornamento: vorrei introdurre una modifica ogni trimestre, inserendo le mie impressioni e i giochi provati (con una serie di menzioni speciali anche per giochi provati già in passato).

Non ho alcuna velleità o esperienza particolare. Questa discussione sarà soltanto un modo per condividere, con voi, la ns. passione e farci due chiacchere.

A breve, elaborerò il primo post.

Nel prossimo trimestre, dovrei essere alla Play e, quindi, potrei fare uno speciale Play.

A presto!
 

FrancescoSpagnolo

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frafra77
Prima di iniziare questo racconto ludico, vorrei presentarmi brevemente come giocatore.

"...Dopo un'infanzia piuttosto serena..."

No, scusate, non parto da così lontano, andiamo molto più avanti nella mia vita e ci ritroviamo nel 2019 (anno uno ante covid).

Dopo alcuni anni di militanza in un club di "Calcio da tavolo" (il nuovo Subbuteo), un amico del club mi porta, una sera, in una ludoteca della mia città.

Al termine della serata, dopo avere giocato, per la prima volta, a "I viaggi di Marco Polo", scatta l'amore per i boardgame.

Premetto che, a quel momento, avevo in casa solo: Dixit, The Game, Dobble e qualche giochetto della Helvetiq.

Da quella sera in poi, il vortice e la vertigine mi hanno risucchiato completamente nel ns. magico mondo.

Comincio a partecipare a serate ludiche, una dopo l'altra, finché un simpatico virus blocca, sul nascere, la mia passione.

Ma io non mi arrendo e comincio a giocare online e a distanza (BGA, TTS, acronimi da me prima sconosciuti, diventati oggi familiari).

Nel frattempo, fortifico la mia conoscenza ludica, comincio a seguire i content creator di tutto il mondo che, oramai, accompagnano le mie giornate, come cari amici di vecchia data.

Finita l'emergenza, riprendo a giocare dal vivo (ricordo le prime serate post covid - mascherine, gel, niente patatine, ecc.)

La faccio breve, oggi, possiedo circa una settantina di giochi (non una collezione mastodontica come se ne vedono in giro) e, dopo un'iniziale abbuffata ludica, recuperati una decina di classici intramontabili, da quest'anno, sto cercando di fare selezione e prendere solo quello che, davvero, mi dia delle sensazioni particolari (da ultimo, vi dico, ho preso Autobahn, per capirci).

Dopo oltre 1000 partite e 200 giochi provati in 3 anni e mezzo circa, faccio selezione per tenermi a casa un numero di giochi non eccessivamente impegnativo in modo da poterli, davvero, giocare.

Si, perché, sebbene mi piace sperimentare e scoprire un poco di tutto, sono dell'idea che il bello è soprattutto approfondire (meccaniche, strategie), rinforzandosi e specializzandosi in un numero relativamente contenuto di giochi senza essere bulimici.

Una dieta ludica: poche scatole ma piene di giusto, su cui tornare di frequente, per scoprire nuove sensazione e gustarne delle vecchie.

Ciò non toglie che sono costantemente alla ricerca della novità interessante e stuzzicante.

Ebbene, fatta questa premessa, con il prossimo post, andremo al sodo e si comincerà a parlare di giochi.

A presto!!!
 

FrancescoSpagnolo

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Ed eccoci al primo vero post ludico dell’anno 2023 e di questa discussione.

Vi dico subito che sono un amante delle statistiche e mi registro tutto: partite, giocatori, risultati. Bgstats è il mio pane quotidiano.

Posso, quindi, ricavare informazioni precise sulle mie giocate.

Nel primo trimestre del 2023, sino a oggi, quando manca ancora una settimana alla fine, ho giocato a 38 giochi, per un totale di 90 partite, occupando 44 giorni. Mi sembra un buon ritmo (che ne pensate?).

Il più giocato del trimestre è stato il piccolo city building Happy City, con 17 partite, seguito da Scout (di cui parlerò a breve) con 13, e, infine, Splendor Duel con 12.

Si tratta, fondamentalmente, degli ultimi tre acquisti, avvenuti tra Natale e i primi di gennaio 2023. Seguono tutti gli altri giochi, più distaccati.

Ma andiamo ai nuovi ingressi del 2023, di cui parlerò in modo specifico nei primi post.

14 giochi: in ordine di partite giocate, Scout (12), Barenpark (3), Tiletum (2), Big Shot (2), No Thanks! (2), Exploding Kittens (2) e, poi, con una sola partita, Clank!, Findorff, The Golden Ages, Bruxelles 1897, Stationfall, Witchstone, Woodcraft, Formula Motor Racing.

Come vedete, ho spaziato abbastanza, coprendo diverse categorie di gioco: German molto impegnativi, family/family plus, giochi di carte.

Vorrei fare, quindi, una classificazione per tipologia, peso, presentandovi le mie prime impressioni e le mie preferenze.

Alla fine, indicherò i miei preferiti in assoluto e farò alcune menzioni per i giochi già giocati e riproposti in questo primo periodo dell'anno!

Alla prossima!!
 

FrancescoSpagnolo

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FrancescoSpagnolo
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Partirei subito dalle piccole scatoline di carte.

Nel gruppo vanno inseriti: Scout, No Thanks!, Exploding Kittens.

Tre giochi, molto leggeri, adatti veramente a tutti, che richiamano le tradizionali meccaniche di presa e collezione set.

Il primo, Scout, è il nuovo arrivato della Oink Games, candidato allo Spiel Des Jahres.

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In breve, si tratta di un gioco di prese, il cui twist è il fatto di non poter mai mischiare il mazzo.

Il flusso di gioco si svolge in modo tradizionale, come i principali giochi di prese, con la specificità che
- le carte possono essere giocate soltanto se si trovino affianco nel mazzo (sequenze di numeri uguali o a scala)
- le sequenze di numeri uguali prevalgono su quelle in scala, in caso di prese di eguale numero di carte.

Il punteggio è dato dal numero di carte prese (sottratte quelle rimaste in mano a fine round).

E' il gioco del momento dal mio punto di vista ludico:
- facile da spiegare;
- relativamente intuitivo da giocare;
- adatto a tutti (giustamente nominato nello Spiel).


Il gioco riesce a coniugare l’inevitabile alea della pesca iniziale, con una certa dose di strategia per incastrare le varie combinazioni di carte.

La strategia si fonda, principalmente, sul meccanismo dello “scout”, che permette di pescare una carta da terra e piazzarla dove si vuole nel mazzo (unica eccezione alla regola base), pur regalando un punto all'avversario. Altro aspetto strategico è dato dal tempismo con cui si chiude il round che, spesso, costringere gli avversari a pagare molti punti.

Direi, certamente, promosso, con le dovute riserve, trattandosi di un gioco di carte che si consuma molto velocemente e rischia di passare, altrettanto velocemente, nel dimenticatoio.

No Thanks! è un altro gioco di carte (di presa e collezione set) nel quale il twist (unico del gioco) è cercare di non pescare carte di valore troppo alto e creare delle scale per pagare soltanto la carta più bassa, senza doverle sommare tutte. Alla fine, infatti, vince chi, sommando i valori delle carte accumulate, faccia meno punti.

Riponeva aspettative altine su questo gioco e sono rimasto deluso.

Il gioco è molto (anzi troppo) legato all’alea e decisamente casuale.

In fine dei conti, ha un costo irrisorio per cui, tutto sommato, la delusione è stata indolore.

Concludo il post con un classico moderno, pieno di espansioni, sto parlando di Exploding Kittens.

In verità, l’ho giocato con amici per far partecipare anche la loro figlia piccolina.

Ricordo assai poco del flusso di gioco ma, per quello che mi ricordo, lo metterei decisamente sotto Scout e un poco più su di No Thanks!

Volendo tirare le somme, in questa categoria, metterei, in ordine di preferenza: 1. Scout, 2. Exploding Kittens, 3. No Thanks!.
 

fabri77

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Numero di partite veramente notevole, che invidia
aspetto il post su Stationfall ;)
 

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Io son messo un po' meglio con oltre 100 partite fatte fino qua nel 2023 ;) Gioco più giocato Regicide seguito da Wendake

Comunque buona annata e buon proseguimento con i tuoi racconti! Ti seguirò con piacere se non parli più di schifezze tipo Exploding Kittens XD
 

FrancescoSpagnolo

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Passiamo alla categoria “Family” dove inserirei Barenpark e Formula Motor Racing.

Il primo è un gioco di Phil Walter Harding, autore che ha realizzato diversi giochi semplici, principalmente basati sul piazzamento di tessere e polimini; tra gli altri, io ho provato: Cacao (che possiedo), il recentissimo My Shelfie (giocato, spesso, con soddisfazione su bga) e Gizmos.

Un autore che trovo valido perché, sebbene faccia giochi molto lineari e non particolarmente pesanti, riesce a essere sempre originale e divertente.

Lo è anche quello provato in questo primo trimestre ovvero Barenpark

La meccanica principale è il piazzamento tetramini al servizio della costruzione di un parco di ursidi, giacché troveremo, oltre agli orsi anche altri appartenenti alla specie, come i koala.

Il gioco si presta come perfetto introduttivo per gli amanti del puzzle ad incastri.

La peculiarità del gioco consiste nella oculata scelta del tetramino in modo da non lasciare troppi spazi liberi nella plancia e ottenere i vari bonus disponibili, come allargare il parco o prendere tessere (habitat) che donano più punti a fine partita. Titolo valido nella sua semplicità e certamente promosso e da riprovare.

Il secondo, Formula Motor Racing, è un ennesimo gioco di “Herr Doktor” Reiner Knizia.

Un simpatico gioco di carte e di corse che simula l’andamento di una gara di Formula Uno, consentendo non poche cattiverie nel corso della partita.

Riguardo alle meccaniche, tutto dipende dalle carte che escono nel corso della partita; alcune permettono sorpassi, altre accelerazioni, oppure consentono di far uscire fuori pista gli avversari. L’aspetto peculiare del gioco (quel pizzico di strategia inserito da Knizia) è la possibilità di giocare carte a favore di un avversario ma che riescono a trainare anche la tua macchinina, sfruttando la scia.

Ricordo che abbiamo fatto un paio di partite molto divertenti e spensierate, senza grande attenzione al vero vincitore.

In generale, vi dico che non sono un amante dei giochi di corse per cui non mi ha fatto impazzire.

Pertanto, nella categoria family, il vincitore è certamente BarenPark!
 

FrancescoSpagnolo

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Molti di voi si chiederanno: "Che noia! Ma solo giochetti di carte e introduttivi gioca sto Francesco? Basta non lo seguo più".

Non vi preoccupate, come insegnava il maestro del cinema, Alfred Hitchcock, la tensione va costruita piano piano e in modo crescente.

Il maestro spiegava la sua tecnica, evidenziando che, se il racconto fosse iniziato subito con il picco dell’emozioni o con un mistero incredibile da svelare, sicuramente, lo svolgimento della trama e la fine della storia sarebbe stata una delusione per lo spettatore.

Abbiate fiducia, l’ascesa è ancora alle pendici.

A breve, aggiungerò un nuovo traguardo: pesi medi/family plus.

Coming soon!!!
 
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FrancescoSpagnolo

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Ed eccoci di nuovo insieme.

Stiamo salendo sulla cima della montagna ludica e ora ci occuperemo dei pesi medi/family plus, categoria in cui ho piazzato:
- Big Shot,
- The Golden Ages,
- Witchstone,
- Clank!,
- Bruxelles 1897.


Il primo, Big Shot, è un gioco del maestro degli autori: Alex Rundolph.


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Un gioco che simula il mercato immobiliare di una città mediante il ricorso a meccaniche d’asta e di maggioranza.

L’asta riguarda i cubetti del colore dei vari giocatori che, volta per volta, vengono proposti ai giocatori.

Il vincitore dell'asta potrà, quindi, scegliere dove piazzare i cubetti in modo da ottenere la maggioranza in un determinato lotto per aggiudicarselo.

Alla fine del gioco, si calcoleranno i ricavi, tenuto conto delle maggioranze acquisite; vincerà chi avrà più soldi.

Il gioco presenta una forte interazione diretta e indiretta che si manifesta soprattutto nella parte delle aste. La vittoria all’asta non serve, infatti, soltanto a occupare in modo favorevole un lotto ma anche a piazzare i cubetti degli altri giocatori in posti disagiati e poco convenienti.

Attenzione all’uso sapiente dei prestiti che si riducono, a ogni concessione, a causa del pagamento di interessi in costante crescita.

Semplice, cattivo (ma mai distruttivo), molto matematico (i vari settori della città fanno guadagnare soldi in modo differente e sono piazzati sulla mappa in modo equilibrato).

Gioco promosso a pieni voti!

Continuiamo il nostro viaggio, in ordine cronologico di prova, a The Golden Ages.

Si tratta di un gioco di civilizzazione che ricorda, per certi versi, 7 Wonders.

Si ricorre a carte che rappresentano i vari aspetti della civilizzazione, si cresce sugli alberi delle tecnologie e dello sviluppo. Poco rilevante appare, invece, il meccanismo delle guerre.

Sinceramente, per quanto ho giocato con piacere, passando una serata divertente, il gioco non mi ha lasciato delle sensazioni tali da spingermi a giocarlo nuovamente.

Tra tutti quelli provati, in questo periodo, ne ho, infatti, un ricordo più vago.

Sospendo, pertanto, il giudizio, ripromettendomi di fare un’altra partita anche per esprimermi con più compiutezza.

Successivamente ho provato Witchstone, altro gioco di Reiner Knizia, realizzato insieme all’italiano Martino Chiacchera.
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Si tratta di una nuova implementazione del vecchio Geniale in un’ambientazione magica: più che un’insalata di punti dire un grande calderone di punti.

In buona sostanza, al di là della pretestuosa ambientazione, qui, il twist è l’uso delle tesserine, all’interno della plancia personale, che permettono di combinare le varie azioni o realizzare le stesse con maggiore forza.

Ci sono diverse strade per fare punti e indirizzare la partita (i collegamenti elettrici nel pentolone centrale che fanno muovere le streghe, l’uso dei cristalli che fa svolgere azioni aggiuntive, la bacchetta magica e il pentacolo che danno bonus estemporanei e, infine, le pergamene che regalano azioni specifiche o bonus di fine partita).

Il divertimento e l’impegno sono garantiti, il peso del gioco è medio/medio facile. Tutto si può e si deve fare e tutti, alla fine, bene o male, saranno soddisfatti.

Nel complesso, un minestrone, ricco d’ingredienti, che, sebbene piacevole e nutriente, alla fine, lascia la sensazione di tante cose messe insieme forzatamente (soprattutto i due tracciati bacchetta e pentacolo).

Proseguo, sempre in ordine cronologico, con Clank! A Deckbuilding Adventure: di certo, il gioco che mi ha convinto di più di questo gruppo.
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Si tratta di una divertente fusione di deckbuilding e dungeon crawler.

I giocatori sono ladri di tesori e devono farsi strada, nei sotterranei di un castello, per rubare un certo numero di tesori e risalire il prima possibile, sfuggendo da una tragica morte da seppelliti vivi.

Il gioco ha diversi spunti interessanti.

La classica meccanica del mazzo rinforzato si fonde a una corsa contro il tempo nella quale tutti sono coinvolti e pronti a fare sgambetti l’uno contro l’altro.

Due elementi, in particolare, rendono il ritmo e la tensione della partita sempre alti.

La pesca dal sacchetto dei cubi ferita costringe i giocatori a valutare, con attenzione, i tempi di risalita dal fondo del dungeon, per non essere eliminati anzitempo.

La modalità con viene attivata la fine del gioco:
il primo giocatore che riesce a riemergere dal basso, non parteciperà più attivamente ma si limiterà a gestire le fasi finali della partita, cercando di accelerare il momento in cui avverrà la triste dipartita degli altri giocatori.

Un gioco semplicissimo da spiegare, veloce da apprendere, divertente, cattivo al punto giusto.

Promosso!

Concludo la carrellata dei pesi medi con Bruxelles 1897, versione cartacea di Bruxelles 1893.

Premetto che mi è stato spiegato a mezzanotte, dopo una lunghissima giornata di lavoro, per cui la mia condizione fisica ha influito notevolmente.

Devo, pertanto, ammettere che mi ha lasciato davvero poco ed è risultato il più deboli tra quelli provati quest’anno.

Si basa su una meccanica di posizionamento, carte/lavoratori, che permette di acquistare materiali, costruire edifici, ottenere il favore di notabili, acquistare e vendere preziosi.

Il tutto si svolge in quattro round, al termine di ciascuno dei quali si calcolano, in modo assai farraginoso, diverse maggioranze per colone, quadranti, righe che danno bonus per avanzare in vari tracciati e nel punteggio generale.

Alla fine della partita, si fanno punti sempre ricorrendo alle maggioranze di vari tracciati, confrontando il possesso di monete, edifici e materiali.

Ribadisco che l’ho giocato con il cervello spento e la testa già appoggiata al cuscino ma mi è sembrato inutilmente complicato, con materiali non particolarmente eccelsi e, tutto sommato, noioso.

Mi dispiace essere così diretto e spietato ma davvero non mi è piaciuto e non mi ha neppure dato spunto per una nuova partita.


Per concludere tra i giochi medi/family plus, la classifica è la seguente:
1. Clank!,
2. Big Shot;
3. Witchstone;
4. The Golden Ages;
5. Bruxelles 1897.

Rimanete sintonizzati su questa chiacchera perché la prossima volta parleremo dei quattro pesi forti, provati in questo primo trimestre.


Alla prossima!!!!!!
 

FrancescoSpagnolo

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Arriva finalmente il post che tutti attendevate (vero??!!!). Siamo giunti al momento dei pesi massimi del mio primo trimestre.

Tra i giochi, provati per la prima volta, ci sono: Findorff, Tiletum Stationfall, Woodcraft.

Partirò dal nuovo gioco di Friedman Friese: Findorff, nel quale predominano, come sempre nei giochi di Friese, la F e il verde.

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Un gioco classico sotto i tutti punti di vista: minimale nei componenti, essenziale nelle meccaniche, fluido e veloce nelle dinamiche al tavolo.

Siamo nel distretto di Findorff, scopo del gioco è quello di espanderci all’interno del territorio, costruendo edifici nei vari settori dell’immensa mappa.

Il gioco si basa su una selezione delle azioni mediante una sorta di rondella, (non fisicamente rappresentata ma formalmente presente), il piazzamento dei lavoratori e gestione delle risorse.

Le azioni sono le più classiche (comprare strutture per potenziare le azioni, vendere materiali, assumere lavoratori, impiegare i lavoratori per la produzione), nell’ordine in cui le ho rappresentate in modo che la produzione viene sempre seguita dall’acquisto in un bilanciamento perfetto.

Aspetti peculiari sono (in parte, già visti in Alta Tensione):
- fase burocrazia, nel corso della quale, oltre a ricavare denaro, un lavoratore muore e viene escluso dal gioco;
- mercato della torba, il cui valore cresce e decresce nel corso della partita in base all’utilizzo che si faccia del materiale;
- avanzamento del tempo di gioco, mediante il piazzamento dei treni sul tabellone;
- carte edificio, vero motore del gioco, che sono varie e interessanti: costituiscono la principale fonte di punteggio, a fine partita e attribuiscono benefici immediati o permanenti.

Il gioco mi ha convinto davvero; si tratta di una corsa contro il tempo che scorre sempre più velocemente e porta, con sé, la morte dei meeple anziani.

Scorrere del tempo che è un'arma nelle mani dei giocatori i quali possono velocizzarlo o rallentarlo a seconda delle necessità, facendo scattare il fine partita, diventando un fattore strategico da non sottovalutare per vincere la partita.

Promosso a pieni voti.


A seguire ho provato Tiletum: il nuovo gioco degli italiani Tascini e Luciani.

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Piazzamento dadi che prende spunto da precedenti produzioni dei due autori.

Parto subito affermato che mi ha dato sensazioni contrastanti in base alla scalabilità.

In tre giocatori l’amalgama mi è sembrata meglio riuscita che in quattro.

All'aumento dei giocatori, infatti, ho trovato un eccesso di lunghezza e di downtime tra un turno e l’altro.

La vera peculiarità è, comunque, la selezione delle azioni mediante l’utilizzo di dadi multicolore lanciati all’inizio del round che indicano oltre alla forza dell’azione, anche le risorse disponibili per colore.

Infatti, i dadi vengono piazzati sui relativi spazi azione, contrassegnati da un valore specifico, mentre il loro colore genera la risorsa recuperabile per quel turno.

La scelta non è affatto banale, visto che più efficace è l'azione meno risorse potranno essere ottenute con il singolo dado.

Questa meccanica è l’elemento principale d’interesse attorno al quale viene creato il resto del gioco.

Per il resto si rintracciano elementi ricorrenti nei giochi dei due autori: il viaggio sulla mappa (vedi Marco Polo), la risoluzione dei contratti (Marco Polo, Barrage), il tracciato del re (Lorenzo il Magnifico e Granda Austria Hotel), le stesse fiere (sono molto simili agli obiettivi di fine turno di Barrage).

Il gioco è piacevole, caratterizzato dall’ottima componentistica (ad eccezione del colore che tendono a confondersi), pieno di possibilità strategiche, decisamente largo nelle scelte. Le varie strade percorribili cercano di compiacere il giocatore il quale porta a casa la partita, sempre soddisfatto delle tante cose fatte e dei molti punti realizzati.

L’importante è, però, non trascurare alcun aspetto del gioco; tutto può diventare utile per avere punti (i personaggi che danno azioni suppletive e fanno fare punti con la loro posizione nel palazzo; i contratti, ovviamente; il tracciato del re che può far perdere punti importanti; il mercante e l’architetto: il primo, perché essenziale per ottenere i punti delle fiere, il secondo, perché permette di ottenere i punti dalle costruzioni delle cattedrali).

Anche l’ordine di turno influisce in modo determinante poiché essere terzo o quarto penalizza non poco.

Un titolo che fa sentire il giocatore a casa, in una comfort zone di cose conosciute e già viste ma tutte messe bene al loro posto, senza sbavature ed eccessi.


Proseguo il mio racconto con il gioco più strano e fuori degli schemi che ho provato: Stationfall. Il nuovo titolo della famiglia Eklund (questa volta è Matt l’autore); l’ennesimo esperimento ludico della ION Games.

Non saprei bene come definirlo perché è un gioco davvero particolare già dalle premesse.

Siamo su una nave spaziale che sta cadendo sulla terra e abbiamo tredici minuti per scappare. La cosa ancor più strana è che possiamo scegliere di rappresentare i più disparati personaggi (una scimmia, un ratto, l’intelligenza artificiale, oltre ai classici, il capitano, il soldato, il fuggitivo, ma anche il droide, e così via).

Le stranezze non finiscono qui.

All'inizio della partita si dovranno scegliere due personaggi ma, nel corso della stessa, tutti i personaggi in gioco potranno essere mossi e utilizzati. Oltretutto i due personaggi scelti rimarranno segreti a tutti gli altri giocatori.

Un gioco di bluff, ruoli nascosti ma anche di esplorazione e sopravvivenza
che si mostra eccessivo sotto ogni aspetto.

Un tabellone enorme che raffigura la nave spaziale, pieno zeppo d’informazioni, icone, spazi azione, ecc., tanti personaggi, ciascuno dei quali con azioni specifiche, poteri speciali e diverse modalità di fare punti; il tutto che va ad aggiungersi alle numerose azioni principali comuni a tutti i giocatori.

L’idea è geniale: un pazzesco puzzle di personaggi e di meccaniche che vorrebbero ricreare l’atmosfera ansiogena dei racconti fantascientifici catastrofici, unita a un certa dose di ironia e di sberleffo, oltre alla componente di mistero che aleggia sulla partita, data dal non conoscere i ruoli scelti.

Tuttavia, l’ergonomia del gioco è davvero poco gestibile; il tabellone è troppo ampio e carico di icone e informazioni; ciò non rende possibile avere il controllo di tutto il gioco dalla propria postazione; sensazione che, di certo, si accresce all’aumento dei giocatori (considerando che è possibile giocare sino a nove).

Troppe informazioni, regole, regolette da ricordare; troppi personaggi da controllare e azioni da conoscere, impedisce di giocare con reale cognizione di cosa stia accadendo.

Per alcuni aspetti, potrebbe assomigliare a Nemesis.

Tuttavia, il gioco dell'Awaken Realms, nella sua opulenza, non è mai eccessivo e, sebbene complicato e pieno di regole, risulta decisamente più lineare e accessibile.

Inoltre, quello che, a mio avviso, manca in Stationfall, è il punto forte di Nemesis, ovvero la narrazione emergente.

In Nemesis, ogni partita è un’esperienza che va oltre il gioco, è una storia di sopravvivenza e di lotta contro gli altri giocatori e contro il nemico strisciante nel buio; la tensione è l’elemento caratterizzante del gioco: non sai mai cosa potrà accadere e di chi ti possa fidare.

In Stationfall, si è troppo impegnati a leggere regole e capire esattamente quali, tra le venti/trenta azioni disponibili, debbano essere scelte.

Questo aspetto del gioco impedisce di creare un vero racconto come accade in Nemesis.

Nella mia esperienza, ci si è limitati, il più delle volte, a spostarsi da una stanza all’altra, per occupare, infine, la capsula di salvataggio.

Tra l’altro, altra differenza importante che ho riscontrato mentre in Nemesis si può anche morire prima della fine del gioco, in Stationfall, ci si trascina fino alla fine, soltanto per fare qualche punto in più degli altri.

A mio avviso, una grande idea, realizzata in modo estremante cavilloso (ci sono svariati regolamenti, ognuno pieno zeppo di regole), che si disperde nel flusso infinito di cose da ricordare e tenere a mente, perdendo così la piacevolezza del gioco.


Concludo la mia carrellata, con l’ultimo gioco provato, tra i cinghialotti, Woodcraft.

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Il gioco ci vede interpretare dei boscaioli, in un bosco fantasy, nel quale le monete sono i mirtilli e i punti sono le ghiande.

Anche in questo caso, parliamo di un gestionale di dadi, che vengono manipolati in modo davvero originale, riuscito e divertente.

Il dado può essere coltivato e crescere di valore; può essere accresciuto ma anche tagliato, trasformandosi in più dadi di valore inferiore o incollato, trasformando più dadi in un dado solo: questa è la vera peculiarità del gioco.

Altro aspetto ben curato e correttamente inserito è la crescita della falegnameria che aumenta la possibilità di manipolare efficacemente i dadi.

Elementi imprescindibili: la scelta degli ordini, principale fonte di punti, da opzionare quando davvero possibile eseguirli e il tracciato reputazione, molto redditizio a fine partita.

Altro aspetto pregevole del gioco è il meccanismo della selezione delle azioni mediante l’utilizzo della rondella.

Sebbene non particolarmente penalizzante e anzi spesso fonte d’inaspettati bonus, la rondella delle azioni può diventare un’arma strategica importante perché è possibile bloccare le azioni agli altri giocatori.

Alla seconda partita, ho rivalutato l’incidenza sul gioco degli aiutanti; queste carte devono essere scelte con cura e utilizzate in modo da farle funzionare in modo combinato; occorre, inoltre, scegliere un misto tra quelle che danno immediati vantaggi e quelle che attribuiscono un potere permanente. Rimangono, comunque, uno degli elementi meno determinanti del gioco, giacché chi ha vinto entrambe le partite non li ha collezionati in gran numero.

Il mini gioco degli attrezzi è incontrollabile e occasionale; non mi sembra che possa essere inserito in una strategia specifica, anche se può dare dei vantaggi istantanei.

Giudizio decisamente positivo per il gioco che si è confermato e, anzi, ha accresciuto la sua piacevolezza nella seconda partita.

La maggiore consapevolezza delle regole mi ha, infatti, permesso di implementare una strategia in modo compiuto, cercando di non ricorrere agli errori della prima partita.

Si tratta, indubbiamente, di uno dei migliori gestionali di dadi che abbia mai provato (la sua meccanica di manipolazioni, ribadisco, mi ha catturato appieno), che richiede, certamente, diverse partite per essere pienamente apprezzato ma che lascia la voglia, a ogni partita, di rigiocare per approfondire ulteriori aspetti.

Promosso a pieni voti.



Arriviamo, infine, alla classifica di gradimento tra i pesi massimi:
- il primo posto è stato combattutissimo ma, alla fine, io continuo a preferire, tra tutti i titoli provati di questa categoria, Findorff, per la maggiore semplicità e accessibilità che non incide affatto sulla ottima profondità del gioco;
- il secondo posto lo prende Woodcraft, con la sua meravigliosa meccanica di manipolazione di dadi;
- il terzo posto va a Tiletum, gioco che dà molta soddisfazione ma non appare particolarmente originale;
- il quarto e ultimo posto va, infine, a Stationfall, un’idea originale ma dannatamente complicata e poco coinvolgente; regole, regolette, tanti personaggi, tanti modi di fare punti e azioni; troppo, troppo.
 

FrancescoSpagnolo

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FrancescoSpagnolo
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frafra77
Ciao a tutti, ho atteso di raggruppare qualche gioco in più e mi preparo per la seconda parte del 2023.

Dopo una lunga pausa forzata ad Aprile, il mese di Maggio è iniziato con la mia prima PlayModena (alla quale dedicherò un unico post di commento).

Dopo la tre giorni modenese, ho ripreso, a pieno ritmo, fino all'attuale mese di Luglio.

In totale ho giocato 31 giochi e 64 partite

Per quanto attiene, a questo "thread" sono 18 giochi nuovi (provati per la prima volta nel 2023), molti dei quali giocati a Modena.

Ecco l'elenco in rigoroso ordine alfabetico:

- Art Robbery;
- Axo;
- The Bottle Imp;
- Brew;
- Cat in the Box;
- Coffee Traders;
- Colour Brain;
- Foxy;
- Heat;
- Hens:
- Ierusalem;
- Kites;
- Mantis;
- Mosaic;
- Cavernicoli;
- Project L;
- Revive;
- The Wolves.


A breve, una serie di post:

- il primo dedicato alla Play

- il secondo su pesi leggeri e medi;

- l'ultimo sui pesi massimi o medio massimi.

A tra poco!!!
 
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