Storie di giochi da tavolo: Andreas Seyfarth e Puerto Rico

Copertina di Puerto Rico
alea, Ravensburger Spieleverlag Gmb

Nella settima puntata delle nostre storie parliamo di uno dei giochi più famosi e apprezzati di sempre.

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Autori

Oggi vi parlo di uno degli autori più geniali e meno prolifici di sempre: Andreas Seyfarth, detto "Leo", classe 1962, cresciuto nel paese di Haar, vicino a Monaco, giocando a Sagaland, Acquire, Civilization e Die Macher e ai classici scacchi e giochi di carte prima in famiglia, poi con Karen, che diventerà sua moglie e fidata collaboratrice nel game design.

Leo e la moglie Karen ci tengono a fare giochi eleganti e innovativi, ma dalle regole semplici, vogliono essere alla portata delle famiglie, anche la durata contenuta è un elemento che tengono in considerazione.

Nel 1994 arriva il primo SdJ per Manhattan, poi i coniugi Seyfarth si prendono una lunga pausa per perfezionare quello che sarà il loro capolavoro e una pietra miliare dei giochi da tavolo moderni: Puerto Rico ha avuto una fase di sviluppo di ben 15 anni.
E ne valeva la pena: Leo e Karen inventano la meccanica che viene chiamata FOLLOW, ovvero il giocatore di turno sceglie un'azione, gli altri eseguono la medesima azione, ma depotenziata o modificata.

Semplice, geniale, costringe a scelte sofferte e soppesate, perché una disattenzione può mandare a monte tutto un carico di merci.
L'ambientazione del gioco è infatti il commercio, in epoca coloniale, delle coltivazioni tipiche dell'isola di Puerto Rico: mais, indaco, caffè, tabacco e canna da zucchero. Le aziende locali probabilmente si tenevano d'occhio l'una con l'altra, e altrettanto probabilmente cercavano di battere le altre arrivando prima alle fasi successive della produzione, cosa che viene ricreata perfettamente nel gioco. L'unica azione non "copiabile" è giustamente quella del cercatore d'oro. Unica pecca di questo gioco è lo sfruttamento dei coloni, un richiamo alla schiavitù troppo indulgente, che è stato infatti edulcorato nelle edizioni successive.

I Seyfarth non si aspettavano una reazione così positiva da parte del pubblico, pur avendo la certezza di avere creato un gioco solido (lavorano con Alea e Hans im Gluk perché fanno un ottimo playtest).
Seyfarth non si cruccia molto del fatto che Puerto Rico non abbia vinto lo SdJ, in fondo ha vinto molti più premi di Manhattan e il fatto di essere stato per 7 anni in vetta alla classifica BGG e tutt'ora in una posizione altissima è una grande soddisfazione.
Il gioco ha talmente successo che gli viene richiesta una versione semplificata con sole carte, che vedrà la luce 2 anni dopo col nome di San Juan.
L'autore lamenta il fatto che San Juan non sia molto considerato dalla comunità dei giocatori rispetto a Puerto Rico, invece lui lo ritiene molto più intavolabile per il setup immediato.

Una curiosità: nella prima versione Puerto Rico aveva un tema completamente diverso: gangster a New York che dovevano produrre e vendere alcoolici all'epoca del Proibizionismo; era comunque già presente la scelta azione che tutti dovevano seguire.

Nelle sue interviste Seyfarth non perde occasione di ribadire l'importanza del playtesting: solo così si capisce se un gioco è rotto. La più affidabile e intransigente è la moglie Karen.

Sognava una collaborazione con Alex Randolph: peccato non sia più possibile, rimarrà nei sogni anche di noi giocatori.
In un'intervista del 2019 Seyfarth rivela di stare lavorando a 2 progetti: Thurn und Taxis con la mappa della Spagna e con qualche regola modificata, per rendere più elegante l'inizio.

E, udite udite, il proseguimento di Puerto Rico!

Che fine fanno le merci, una volta spedite sulle navi? Non svaniscono nel nulla, bisogna che tornino in Spagna...
il progetto è ancora solo poco più che un'idea, di certo siamo tutti curiosi di vederlo completato, sono sicura che Leo non ci deluderà.

Commenti

thurn und taxis è un gioco immancabile in ogni collezione

sarebbe ora che uscisse una ristampa (senza "porcherie" deluxe)... e certamente acquisterei la versione spagna. si sa qualcosa di piu specifico al riguardo? 

niconiglio scrive:

thurn und taxis è un gioco immancabile in ogni collezione

Condivido, alla faccia delle migliaia di "mezzi giochi" mediocri che escono ogni anno col nome di introduttivi.

"E, udite udite, il proseguimento di Puerto Rico!
Che fine fanno le merci, una volta spedite sulle navi? Non svaniscono nel nulla, bisogna che tornino in Spagna..."

...Traspuerto Rico?

@niconiglio: Seyfarth ne parlava appunto in un'intervista del 2019... PR ha avuto una gestazione di 15 anni, se tanto mi dà tanto...

Gioco Top!

Ottima ricerca, brava Infinitejest! E un plauso a questa serie di articoli.
Si leggevo anche io su un recente numero di Spielbox di nuovi design di Seyfarth. Attendiamo tutti trepidanti.

Su Puerto Rico come "unica pecca" a livello di game design, un marcato problema di seat order effect nel caso i giocatori non siano tutti a livelli simili.
Altra caratteristica che difficilmente vediamo nei boardgame degli ultimi anni sono i numerosi edifici con effetti unici tutti disponibili al setup. Aspetto che obbliga all'approfondimento, ma appunto siamo in un'epoca di giocate mordi e fuggi...

I numerosi edifici con effetti unici mi riportano alle carte di TTA, anche più numerose e con effetti unici. Visto il valore, la longevità e la profondità dei due titoli forse sarebbe ora di tornare a fare giochi con questi 'difetti'.

Tornado a Seyfarth a inizio anno come TdG Milano gli abbiamo fatto una simpatica intervista che spero di poter riportare qui a beneficio di tutti.

Hai qualche immagine del gioco versIOne "New York Gangster"?

Poi basta con questa controversia dei coloni "marroni" (l'ho letta anche su wikipedia) è solo perbenismo stucchevole, buono solo per le campagne elettorali...

computer82 scrive:

Hai qualche immagine del gioco versIOne "New York Gangster"?

Poi basta con questa controversia dei coloni "marroni" (l'ho letta anche su wikipedia) è solo perbenismo stucchevole, buono solo per le campagne elettorali...

No, purtroppo non ho trovato immagini del prototipo.

Sull'argomento colonialismo sì/ colonialismo no, è chiarissima la posizione dell'autore nelle interviste, compresa quella riportata da Kenparker nel commento qui sopra: le sue intenzioni erano in un senso che purtroppo non trova posto nella (iper)sensibilità odierna.

Puertorico ancor oggi è un gioco validissimo.

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