Esiste una pagina dove visionare/seguire/provare questi prototipi ?
Dopo Ideag di marzo si torna al circolo operaio di Fornacette per una giornata di playtest. Questa volta non c’è l’insegna della Saz perché, come mi spiegano gli organizzatori dell’evento Calogero Lo Bue e Simone Prex, l’associazione concede una sola sessione all’anno con il nome di Ideag. Ma a Fornacette, a quanto pare, c’è fermento e la comunità degli inventori di giochi è cospicua, tanto che tutti i giovedì un nutrito gruppo di loro si ritrova per provare i vai prototipi. Sono presenti autori con titoli già editi (come Ferrini, Morosini, Bagnoli, Sbragia, Montagnani), ma la maggior parte dei partecipanti deve ancora provare l’ebbrezza della pubblicazione.
I giochi provati
O-Ink
Autore: Luigi Ferrini
Meccaniche: play & write
Il gioco è un family dalla durata di circa 15 minuti, veloce e molto divertente. La soddisfazione di disegnare cacche sulle plance avversarie è innegabile e ci permette di essere un minimo distruttivi nei confronti degli avversari, riuscendo anche a bloccare gruppi di animali che altrimenti darebbero troppi punti. Promosso.
The secret of the fold castle
Autore: Luigi Ferrini
Meccaniche: lancio dadi, carta e matita, solitario, legacy
Gioco molto veloce, dall’innegabile effetto wow dovuto al taglio e piegamento del foglio (un po’ come quando in Wonder Book si sviluppava l’albero, ma in una scala più piccola naturalmente). Lo vedrei bene in un formato simile a quello delle Mini Crimes.
Gongoozler
Autore: Luigi Ferrini
Meccaniche: carte, memoria, scommesse
Nel Regno Unito i gongoozler sono quelle persone che stanno sulle sponde dei canali osservando le imbarcazioni che passano, l’equivalente inglese dei nostri umarell.
Si formano tante righe da cinque carte quanti sono i giocatori, poi si riceve un obiettivo personale. A ogni turno si prende una carta in mano e se ne gira un’altra dal lato non visibile, rimpinguando poi il fiume con una nuova carta. Quando tutte le carte sono coperte si rivelano i due obiettivi generali e si scommette con gli altri giocatori per accaparrarsi i punti. E qui viene il difficile, perché gli obiettivi chiedono di ricordarsi il numero totale di barche di un certo colore, quante vele ci sono in gioco, quanti ponti e così via. Si giocano un tot di turni e poi chi ha il punteggio finale più alto vince.
L’idea è carina, ma lo sforzo mnemonico, soprattutto in molti giocatori, è veramente notevole. L’abbiamo provato anche in due e in questo caso è stato più facile ricordarsi le cose. Richiede ancora un po’ di sviluppo, ma ha del potenziale.
CZerO2
Autori: Tommaso Bagnoli e Federico Spinelli
Meccaniche: piazzamento tessere, poteri variabili, costruzione rete
Le azioni sono:
- Costruire una centrale, pagando il costo di costruzione e di collegamento alla rete. Ci sono ben undici tipi di centrali e ognuna è caratterizzata da un costo di costruzione e collegamento, dalla CO2 prodotto, energia fornita e costi operativi.
- Rimpiazzare una centrale con un’altra, che ci consente di migliorare la produzione e ridurre la CO2 emessa.
- Comprare una quota di un contratto, che generalmente garantisce punti.
- Finanziare una ricerca, che fornisce bonus vari.
- Passare
Nella fase di fine turno si diminuiscono le quote permesse di CO2 in base alle emissioni prodotte e, se vengono superate certe soglie, si subiscono dei malus.
Si controlla se la richiesta energetica è stata rispettata: se sì, chi produce più energia ottiene un bonus, altrimenti chi ne produce meno deve pagare in soldi la quota che manca. In ogni caso si guadagna un ammontare di denaro pari al doppio del valore dell’energia prodotta. Infine si rifà l’ordine di turno in base a chi ha un minore consumo di suolo.
Giudizio positivo per questo titolo che avevo provato la prima volta a marzo. Nel periodo passato il gioco è stato accorciato di un paio di turni e tutto risulta più fluido; adesso in un paio d’ore la partita la si porta a termine. Le mosse alla fine sono solo diciotto, ma se non si programma bene la maledetta anidride carbonica ci porterà alla rovina più rapidamente che nella realtà.
Quantum Trick
Autore: Luca di Gialleonardo
Meccaniche: deduttivo
Questo è stato il più prototipo dei prototipi provati, nel senso che abbiamo cambiato un paio di regole in corso d’opera, scritto il giusto verso in cui usare le plancette, semplificato il funzionamento della plancia circolare e altre piccolezze. C’è ancora molto lavoro da fare, ma promette bene.
Deep Space Explorers
Autore: Matteo Tamburini
Meccaniche: piazzamento lavoratori, gestione risorse
Deep Space Explorers è un gioco di esplorazione, colonizzazione e conquista spaziale dove impersoniamo delle corporazioni dalle caratteristiche variabili. Il gioco non ha un numero di round fisso, visto che la fine del gioco scatta quando un giocatore supera i dieci punti. Ogni turno i giocatori vanno a piazzare uno dei loro lavoratori negli appositi spazi del tabellone, svolgendo l’azione scelta. Si hanno tre lavoratori totali, due normali e uno grande che dà un +1 all’azione scelta. Gli spazi del tabellone hanno indicato un valore di forza base (in generale due e tre), che può essere aumentato grazie all'utilizzo del meeple grande e da carte speciali. Nel caso si ottenga un valore maggiore di cinque si può svolgere un’azione aggiuntiva speciale.
Le azioni sono quelle che ci aspettiamo da questo tipo di gioco: esplorare e colonizzare i pianeti; costruirci sopra strutture per poi produrre beni (risorse, astronavi e carte) che serviranno per pagare le altre azioni; fare ricerca e sviluppo di tecnologie, che forniranno punti e bonus; muovere guerra o essere diplomatici nei confronti degli alieni, per garantirci i vantaggi forniti da questi; migliorare il nostro ordine di turno e guadagnare le carte speciali.
Il gioco è stato la sorpresa di questa sessione di test. Gira fluidamente, senza cavilli o eccezioni di sorta, e ha un bel senso di crescita, con l’aumentare sulla vostra plancia di pianeti e tecnologie che velocizzano le azioni. Editori fatevi avanti, qui ci siamo quasi.
Incontri con editori e autori
La domenica l’incontro dal bellissimo titolo “What the FAQ?!” era con Luigi Ferrini e Francesco Stefanacci.
Conclusione
Alla fine dei due giorni hanno partecipato 24 autori e una ventina di playtester, con grande soddisfazione degli organizzatori. Se, come me, siete interessati al dietro le quinte dei giochi da tavolo, vi consiglio di partecipare almeno una volta a un evento del genere: sarà sicuramente una bella esperienza.