Gli Imperdibili: i migliori giochi da tavolo del 2014

Anche il 2014 si presenta un po' sottotono, come il 2013, ma non temete, il 2015 porta grossi nomi

Approfondimenti
Giochi

Per chi si fosse perso il primo articolo, in cui sono spiegati i criteri con cui vengono redatti tutti gli altri, lascio qui il link, in modo tale che uno possa andare a recuperare l'introduzione e farsi un'idea.

In breve si tratta di selezionare i giochi migliori senza barriera alcuna, da quelli per bambini ai wargame per grognard, di anno in anno, con una sola discriminante tra quelli proposti in lista: ua soglia che divide i capolavori dai giochi "solo" ottimi.

Fire in the Lake

Probabilmente il COIN più famoso ed apprezzato, Fire in the Lake porta i giocatori nel pieno della guerra del Vietnam, tra forze americane, vietcong ed eserciti regolari locali. Il sistema è quello classico della serie: un unico mazzo di carte comune a tutti, al quale i giocatori possono rivolgersi seguendo l'ordine di preferenza, eseguendo l'evento proposto oppure facendo una delle azioni standard della propria fazione.
Fire in the Lake aggiunge altre strutture a questa base, per meglio simulare la difficoltà del conflitto e rendere le fazioni ancora più asimmetriche.
Non adatto per chi vuole iniziare, ma sicuramente un punto d'arrivo e di riferimento per i COIN.

Wir Sind Das Volk!

Peer Sylvester e Richard Sivél ricostruiscono anni di guerra fredda focalizzandosi sul teatro tedesco, con la divisione fra le due Germanie, fino alla riunificazione e al crollo del Muro di Berlino. Ciascuno dei due giocatori dovrà costruire infrastrutture, migliorare le produzione industriale, resistere alle pressioni culturali, influenzare l’opinione pubblica, sabotare l’altrui governo. 
Il gioco è complesso, articolato e, in ogni round si sceglieranno carte da attivare da un display comune, avendo così sempre sott’occhio ciò che si lascia a disposizione dell’avversario. 
Wir sind das Volk! vince la prima edizione del premio Goblin Magnifico e, nel 2017, è arricchito dall'espansione 2+2, che affianca Stati Uniti e Unione Sovietica rispettivamente a Germania Ovest ed Est, per una sorta di gioco a squadre in cui però, alla fine, il vincitore è uno solo.

Unconditional Surrender
Copertina di Unconditional Surrender! World War 2 in Europe

Unconditional Surrender è un wargame strategico che impegna i giocatori in tutti i teatri della seconda guerra mondiale. Ci sono decisioni sia politiche che militari da prendere, manovrandi i tre principali schieramenti che hanno preso parte al conflitto.
Focalizzandosi sui tutti fronti, giocatori dovranno far sempre i conti col quadro generale della situazione e potranno focalizzarsi sui singoli scontri grazie a uno snello sistema di combattimento e avanzamento delle truppe.
Non ci sono lunghi calcoli da fare, ma decisioni difficili da prendere.
Sebbene l'attenzione sia indirizzata all'intero conflitto e alle sue conseguenze mondiali, rimangono comunque ampi dettagli storici: ogni nazione ha un livello di efficienza in battaglia, un'economia e una produzione, che vanno ad influenzare la sua efficacia. Vengono anche rappresentate tutte le innovazioni della guerra, dai jet agli sbarchi navali, ai partigiani, al radar, all'artiglieria mobile, eccetera, sempre in modo fluido e semplice.
Sono presenti diversi scenari, da quelli per sessioni brevi fino all'intero conflitto.

Patchwork
Copertina del gioco per due giocatori di Uwe Rosemberg, Patchwork

Un gioco tanto semplice quanto bello. Parliamo di un filler in cui i giocatori devono piazzare polimini di varia forma e dimensione su una plancia quadrettata, che rappresenta la loro "coperta". I polimini sono disposti in cerchio, ed è possibile scegliere solamente i 3 successivi a una pedina, che segnala dove è stato preso l'ultimo. Ogni polimino dà una rendita in bottoni, che sono sia la valuta che i punti del gioco, sia un avanzamento della propria pedina sul percorso dell’ordine di turno, che è anche il timer del gioco. Le regole sono semplici, ma le partite tese e le meccaniche molto eleganti e funzionali. Da Patchwork sono poi originati tanti altri giochi con i polimini, sia dello stesso autore che di altri, ma questo rimane decisamente il più apprezzabile.

The Golden Ages

Quando si pensava che sarebbe stato impossibile creare un gioco di civilizzazione che fosse completo, elegante, profondo e con una durata ragionevole, ovvero entro le due ore, ecco arrivare The Golden Ages
Ogni giocatore guiderà una civiltà attraverso quattro epoche, con anche la possibilità di cambiare tale civiltà, per prenderne una più moderna. C’è esplorazione della mappa, gestione risorse, un meccanismo di guerra che ne impedisce gli abusi, un nutrito albero tecnologico e ovviamente meraviglie e costruzioni di vario tipo.
Un condensato di civiltà che abbraccia tutti gli aspetti della storia umana, facendone una perfetta sintesi.


----- SOGLIA DEL CAPOLAVORO -----


Antike II

Diretta evoluzione dell’originale Antike del 2010, questo secondo capitolo lima alcuni aspetti del predecessore, come la tempistica delle guerre e l’albero tecnologico, regalando maggiore dinamicità, interazione tra i giocatori e varietà strategica
Saremo alla guida di una civiltà antica, alle prese con esplorazione, conquista, sfruttamento delle risorse, costruzione della nostra civiltà ed infino scontro militare con i vicini per sottometterli al nostro volere. 
Il motore del gioco è sempre la famosa rotella di Mac Gerdts, che consente di fare liberamente solo una delle tre azioni successive, in senso orario, alla nostra pedina, oppure di procedere oltre pagando risorse.
Uno dei sostituti più validi del RisiKo, pulito nel design, con un animo gestionale ma senza rinunciare allo scontro diretto.

Orléans

Nell’anno in cui emerge il bag-building come meccanica, Orleans è il gioco che più resta presente sui tavoli dei giocatori. Si tratta di un gestionale in cui ciascuno sceglie quali lavoratori mettere nel proprio sacchetto, per poi piazzarli sulla plancia e compiere varie azioni, ottenendo punti vittoria in varie combinazioni. C’è anche una parte su una mappa comune, in cui si compete per piazzare case e costruire una propria rete commerciale.
Il sistema del bag-building non ha avuto poi un enorme sviluppo, ma Orleans ha comunque riscosso il suo buon successo nel tempo.

Star Wars: Imperial Assault

Un incrocio tra un dungeon crawler e uno skirmish, direttamente derivato da Descent 2, con l’ambientazione di Star Wars. Assalto Imperiale prende il meglio dalle seconda edizione di Descent e modifica qualche regola per rendere il tutto ancora più dinamico e teso, come l’alternanza di attivazione tra gli eroi e chi comanda l'Impero. 
La moltitudine di personaggi, i diversi stili di gioco, la buona personalizzazione, oltre al fascino dell’ambientazione e alla varietà di scenari, ne fanno uno dei giochi meglio riusciti del genere.

Five Tribes
Copertina di Five Tribes, gioco da tavolo della Days of Wonders

Un gestionale che usa il mancala come meccanica base. Una serie di meeple di vari colori viene sparsa tra le varie caselle del tabellone. Ogni giocatore, alla sua mossa, ne sposta alcuni “seminandoli” su tutte le caselle che percorre, per poi fare l’effetto di quella sui cui termina. 
Si possono ottenere punti in vari modi ed il gioco è caratterizzato da uno strano anti-climax, per cui a inizio partita ci sono miriadi di possibilità, che si assottigliano man mano che si avvicina alla fine.

Istanbul

In Istanbul i giocatori utilizzano una pila di pedine del proprio colore, che vengono lasciate sulle caselle del tabellone man mano che ci si allontana dall’ultima mossa fatta. Qui occorre gestire una serie di risorse per farle produrre al meglio e, soprattutto, trovare un proprio giro redditizio da ripetere per staccare gli altri nella corsa ai punti vittoria.

Dead of Winter: A Crossroads Game
Copertina del gioco Dead of Winter
Dead of Winter

Gli zombi come co-protagonisti di un dramma umano. Nel corso di un lunghissimo inverno, si scatena l’apocalisse zombi. Una colonia di sopravvissuti deve gestire la sua sopravvivenza, perseguendo un difficile obiettivo comune. Nel frattempo occorre sopravvivere giorno per giorno, cercando cibo, medicine e armi, per difendersi dai nonmorti. Il problema è che ciascun giocatore ha anche un obiettivo personale da compiere, segreto, spesso in contrasto o comunque divergente da quello comune. E si vince solo facendoli entrambi. Ma i guai non finiscono qui: ci potrebbe essere un traditore, nel gruppo, il cui unico scopo è quello di distruggere la colonia, sabotando le missioni giornaliere. Insomma, un gioco con una forte ambientazione, in cui collaborazione e sospetto vanno di pari passo.

Splendor
Copertina di Splendor

Un gioco family che piace anche ai gamer. In Splendor siamo mercanti di gioielli che, di turno in turno, accumulano gemme da una riserva comune e limitata, per poi trasformarli in carte gioiello di valore sempre più alto. 
Il sistema consente anche di riservare alcune carte, sia per sottrarle agli altri, sia per guadagnare oro, che vale come un jolly.
In pratica è una corsa all’ottimizzazione, con un forte elemento d’interazione indiretta
Nel 2020 esce la versione Splendor: Marvel che, pur associando al gioco un’ambientazione improbabile, lo perfeziona in alcune meccaniche, rendendolo ancora più rifinito.

KanBan: Driver's Edition

Lacerda non si smentisce e qui rivisita uno dei suoi giochi più densi e cervellotici. In KanBan lo scopo sarà quello di avere la più produttiva, redditizia ed efficiente fabbrica di automobili, il tutto sotto lo sguardo severo ed attento del supervisore Sandra. 
Come in tutti i giochi di Lacerda, la meccanica base è quelle di scegliere un’azione principale tra le tante a disposizione e poi eventualmente corredarla di azioni ausiliarie, il tutto in mezzo a una moltitudine di incastri, bonus e risorse.

Deception: Murder in Hong Kong
Copertina di Deception: murder in Hong Kong

Un bel party game che consente di giocare fino a 12 persone. Ciascuno sarà, segretamente, un poliziotto,  l'assassino o il complice di quest'ultimo. Ogni giocatore avrà poi davanti a sé quattro carte indizio e quattro carte arma. Solo chi impersona il medico della scientifica saprà la coppia corretta tra tutte e potrà dare informazioni agli altri solo usando alcune tessere prestampate. I poliziotti cercheranno di interpretarle correttamente per arrivare alla soluzione, mentre assassino e complici di sabotare le giuste deduzioni.
Ben pensato, ben realizzato, riesce a coinvolgere sempre attivamente tutti i partecipanti.

Onitama

Un bell’astratto da giocare in mezzora. Materiali di prima qualità, con una grafica orientale molto elegante. Il gioco può essere vinto in due modi: o mangiando il maestro avversario, o facendo arrivare il proprio maestro dall’altra parte del tabellone, nella casella del dojo nemico. Le mosse sono varie e ne vengono sorteggiate cinque a inizio partita: ogni volta che un giocatore ne esegue una, questa diventerà disponibile per l’avversario dopo due turni. In questo modo occorre sempre pensare a cosa si fa, ma anche a cosa si lascia al nemico.

One Night Ultimate Werewolf

Il Lupus in Tabula che viene risolto in un unico round. A ciascun giocatore viene dato un ruolo, che lo classifica come appartenente a una fazione (lupi mannari, contadini, ecc). Poi inizia la notte, fase in cui tutti chiudono gli occhi e li riaprono a momenti alterni a seconda della fazione, delle azioni che devono compiere, dei compagni che devono riconoscere. In questo modo, si hanno informazioni parziali sugli altri e un componente del villaggio verrà assassinato dai lupi. A questo punto tutti aprono gli occhi e inizia una discussione sui vari ruoli e responsabilità: si dovrà infatti decidere che mandare al rogo come responsabile dell’omicidio. A seconda della decisione presa, una delle squadre in campo vincerà la partita.
Sicuramente molto più rapido del vecchio Lupus, riesce a coinvolgere sempre tutti, anche se occorre qualche partita per entrare nel meccanismo deduttivo e nei molti ruoli presenti.

Arkwright

Un gioco economico in cui la guerra dei prezzi è al centro della scena. I giocatori avviano fabbriche di quattro diversi tipi a inizio '900 e con esse iniziano a produrre beni materiali. Questi vengono immessi sul mercato cercando di andare incontro alla domanda con un prezzo adeguato, in modo da guadagnarci e, al contempo, essere concorrenziali e riuscire a vendere, senza avere avanzi di magazzino. Ci sono diversi miglioramenti che è possibile acquistare per le proprie fabbriche, in modo da differenziarsi dagli altri e spingere su specifiche strategie.
Arkwright è un gioco lungo e complesso, che impegna circa un'ora a giocatore e in cui la forte interazione indiretta è indubbia protagonista.

 

The Lord of the Ice Garden

Un dudes on a map, in cui la meccanica base è il piazzamento lavoratori e le battaglie risolte a maggioranze, senza nessun fattore fortuna o nessuna scelta simultanea ad alterare il risultato. Ne risulta uno dei più calcolosi, profondi e german dei dudes on a map. Peraltro, pur essendoci due condizioni di vittoria comuni, ce n’è una terza specifica per ogni fazione, rendendo così ancora più accentuata l’asimmetria. 
Non è dipendente dalla lingua, ma nel 2016 la nuova edizione è stata pubblicata anche in italiano. Adatta ai giocatori euro che vogliono provare l’ebrezza di un gioco interattivo in cui non ci si risparmiano attacchi diretti.

Clinic

Da Alban Viard, un gioco sulla gestione di un ospedale. Nonostante lo scoppiettante tema, CliniC si rivela un gestionale complesso, dettagliato e strategico, in cui occorre pianificare bene, ma è altrettanto importante reagire alle mosse degli avversari, per non trovarsi improvvisamente bloccati.
Ci sono solo tre mosse disponibili: costruire, arruolare, prendere pazienti. Sono però più che sufficienti per edificare, su ben quattro livelli, un moderno ospedale, completo di reparti, ambulatori, sale operatorie, magazzini, parcheggi ed altro; poi occorrerà riempirlo di personale medico specializzato, che deve essere indirizzato al giusto reparto, infermieri, portantini. Ogni cosa che costruiamo o arruoliamo deve essere mantenuta spendendo soldi. ecco allora che cercheremo di accaparrarci quanti più pazienti possibili, visto che saranno loro la nostra fonte di guadagno.

Si ringraziano per i contributi: sinclair, s83m, Il Signor Darcy, linx, Peppe74, Rosengald, Iugal, Gen0, Pennuto77, dave2306, cosarara, dimarco70, Fabio Cambiaghi

Commenti

Dai, una buona annata. Io ne ho 3 (Antike 2, Patchwork e Splendor) che mi sono piaciuti molto...

Arkwright e Golden Ages li avrei invertiti... 

Forse ci sarebbero potuti stare anche Xia, uno dei primi sandbox, e Star Realms, un ottimo deck building condensato 1vs1, ma sono gusti personali probabilmente influenzati dalla mia passione per la sci-fi.

Non mi lamento  ... ne possiedo (con grandissima soddisfazione) ben 5: Five Tribes, Antike II, Splendor, Istanbul e Orleans.

Ho sempre addocchiato Wir Sind Das Volk ma mi ha sempre dato l'idea di un titolo non troppo immediato  e difficile da intavolare per giocatori come noi in famiglia ......

Sono commosso. Grazie

Parlo per quelli da me posseduti e giocati più volte. Patchwork insieme ad Azul si contende il trono degli astratti (Probabilmente se dovessi scegliere fra i  due sceglierei Patchwork per la profonda componente strategica e l'assenza di imprevidibilità, nonchè per la maggiore velocità). Istanbul lo considero un ottimo entry level (buono ma non un capolavoro).Orleans, invece, con il tempo (e con la scoperta di altri giochi)  mi è sembrato essere invecchiato piuttosto male. Fin troppo lungo e poco appagante per quello che offre (un'insalata di punti ed una strategia evidentemente più incesiva rispetto alle altre). Per non parlare di un'interazione quasi inesistente. Ho letto che con le espansioni il gioco dovrebbe migliorare ma non ho mai voluto investire su di esse. Lato giochi non in collezione invece: Splendor carino ma nulla di che sia lato meccaniche sia lato divertimento. Onitama, un ottimo gioco ispirato agli scacchi che permette partite veloci con un'elevata profondità e soddisfazione (mi è sembrato soprattuto possedere una eccelsa longevità in quanto il classico semplice da imparare e difficile da padroneggiare [categoria che adoro])

Sopra la soglia del capolavoro metterei di sicuro Wir Sind das Volk e Fields of Arle.

Imperdibili anche: Panamax, Die Staufer, Golden Ages, Five Tribes, Istanbul, Kanban e Antike II (no so quanti definirei capolavori, ma tutti ci vanno molto vicino).

Poi ce ne sono molti altri degni di essere ricordati: Orleans, Alchimisti, Akrotiri, La Granja, Port Royal, Deus, Hyperborea, AquaSphere, ZhanGuo, Historia, Greenland, Helios e Dogs of War.

Secondo me il 2014 è stato un anno senza grandi picchi ma con una notevole qualità media.

Della lista qua sopra vorrei provare The Lord of Ice Garden e Arkwright, mentre Patchwork e Clinic sono state della parziali delusioni nel loro genere, in particolare il gioco di Rosenberg, l'ho trovato di una piattezza disarmante.

Del 2014 ho, tra gli altri,  La Granja e Murano, entrambi degni di far parte del gruppo.

Tutti molto belli, pochi di livello assoluto però....five tribes no!  Gioco davvero pessimo . Infatti non mi pare abbia avuto molte ristampe , né che venga giocato, discusso o anche solo menzionato granché a distanza di otto anni (ma anche di 2-3). 

Xia sarebbe stato bello metterlo, ma non la mia annata in generale :p

Arkwright l'ho recuperato solo anni dopo ma di sicuro è il mio preferito dell'annata, a seguire Orleans.

Pizza.mystica scrive:

Tutti molto belli, pochi di livello assoluto però....five tribes no!  Gioco davvero pessimo . Infatti non mi pare abbia avuto molte ristampe , né che venga giocato, discusso o anche solo menzionato granché a distanza di otto anni (ma anche di 2-3). 

Ti devo contrariare, sono state segnate 209 partite giocate questo mese su BGG (se vuoi un termine di paragone, a Puerto Rico ne hanno giocate 120).

Ci sono anche 10'205 persone che lo hanno in wishlist, mentre solo 445 lo hanno in vendita. Tra l'altro sul mercatino di BGG non ne trovi nemmeno una copia e di solito in giro si vedono prezzi altini.

Ah, magari t'interessa sapere che è stato tradotto in 12 lingue, tra le quali anche il giappone, il russo e il coreano.

 

 

     

     

    Klask è l'unico gioco del 2014 a cui ho dato un 10 su boardgamegeek. Non vederlo nemmeno nominato è una blasfemia! :D

    Sempre tra i non nominati, ho giocato con piacere sia a La Granja che ad Alchemists, come anche ai più leggeri Camel Up e Deep Sea Adventure.

    Faccio infine un po' fatica a considerare The Golden Ages un capolavoro (lo si gioca comunque con piacere).

    Ma cosa vuol dire. L'autore è uno dei più grandi nomi del board game design e l'editore uno dei più noti, oltre che bravi a promuovere e produrre i propri giochi, bello o brutto che sia NON è certo un gioco che può passare in sordina. Con queste premesse, a maggior ragione era lecito aspettarsi un gran gioco, ma in definiva(e non sono pochi a pensarlo) al netto di splendidi materiali e una meccanica con elementi di originalità (ma una meccanica oltre che originale deve essere ben sfruttata, se non lo è l'originalità da sola non è un pregio. Rurik ad esempio è un altro gioco mediocre per quanto originale) l'esperienza di gioco è poco soddisfacente. Impossibile impostare una strategia, asta insipida (primo o ultimo cambia poco, roba da fare ce n'è sempre), colori sbilanciati e conseguenti mosse subottimali (l'assassino a cosa serve ?), oltre ad un colpo d'occhio piacevole per chi passa e da un'occhiata, ma che da il mal di testa a chi ci gioca e cerca di capirci qualcosa. Stesso discorso per Yamatai. Tanta fuffa, bel "matos" come dicono in Francia, hype a mille e un anno dopo sparito dagli scaffali.

    Ogni libro di King viene tradotto in trenta lingue e venduto bene, non per questo è un capolavoro.

    Pizza.mystica scrive:

    Ma cosa vuol dire. L'autore è uno dei più grandi nomi del board game design e l'editore uno dei più noti, oltre che bravi a promuovere e produrre i propri giochi, bello o brutto che sia NON è certo un gioco che può passare in sordina. Con queste premesse, a maggior ragione era lecito aspettarsi un gran gioco, ma in definiva(e non sono pochi a pensarlo) al netto di splendidi materiali e una meccanica con elementi di originalità (ma una meccanica oltre che originale deve essere ben sfruttata, se non lo è l'originalità da sola non è un pregio. Rurik ad esempio è un altro gioco mediocre per quanto originale) l'esperienza di gioco è poco soddisfacente. Impossibile impostare una strategia, asta insipida (primo o ultimo cambia poco, roba da fare ce n'è sempre), colori sbilanciati e conseguenti mosse subottimali (l'assassino a cosa serve ?), oltre ad un colpo d'occhio piacevole per chi passa e da un'occhiata, ma che da il mal di testa a chi ci gioca e cerca di capirci qualcosa. Stesso discorso per Yamatai. Tanta fuffa, bel "matos" come dicono in Francia, hype a mille e un anno dopo sparito dagli scaffali.

    Ogni libro di King viene tradotto in trenta lingue e venduto bene, non per questo è un capolavoro.

    Guarda, sei tu che nel precedente intervento hai fatto il collegamento tra bontà di un gioco e riedizioni, ti facevo solo notare che ci sono riedizioni in differenti lingue (tra l'altro alcune delle quali datate 2021 e 2022). Inoltre ripeto, ci sono non poche persone che lo vorrebbero e un numero esiguo di copie in vendita, vedi un po' tu come interpretare il dato.

    Mi fa piacere almeno in questo intervento tu abbia provato ad argomentare, purtroppo quello che scrivi non contiene grandi verità, anzi... l'unica cosa corretta riguarda il fatto che Five Tribes non è un gioco strategico, ma la vedo più una caratteristica che un difetto (e to lo dice uno che ama più di ogni altra cosa la strategia, soprattutto in giochi più complessi). Per quanto concerni gli assassini, forse non hai approfondito, sono un'opzione che ti porta un buon numero di punti e nel contempo velocizza la partita, insomma ha il suo perché. L'asta per l'ordine, sebbene non particolarmente strutturata, è interessante e mette davanti a scelte cruciali, contrariamento a quanto scrivi, non sempre ci sono mosse equivalenti.

    Forse se volevi evidenziare le manchevolezze di Five Tribes avresti dovuto parlare di cose come la pessima scalabilità e il forte rischio paralisi da analisi.

    Grande annata per i wargamers con Fire in the Lake, che IMHO è il miglior COIN e Unconditional Surrender che è uno dei migliori strategici sulla WWII. Wir Sind das Wolk è un ottimo gioco così come sono ottimi anche The Lord of the Ice Garden e Arkwright.

    Nel loro genere ho apprezzato molto anche Five Tribes, Splendor, Patchwork e Dead of Winter.

    Sono d'accordo anche con chi ci avrebbe messo Xia, un gioco pasato un po' in sordina qua in tana, ma che è veramente bello.

    Come molti hanno fatto presente, concordo anch'io che Alchimisti è un assente importante, considerato anche che è stato lo "Scelto dai Goblin" dell'anno successivo! 

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