Gioco intelligente, gatekeeper e intrattenimento

gioco intelligente vs gioco d'azzardo

Qualche equivoco da chiarire su termini e intenti.

Editoriale
Giochi

Qualche giorno fa mi capita di sentire un'intervista in cui sia intervistatore che intervistati inorridivano di fronte all'espressione “gioco intelligente”, bollandola con gesti e parole come un'espressione da condannare.

roulette
Siccome non ricordavo che avesse una connotazione negativa - tutt'altro - sono andato un po' a cercare sul web, che in effetti mi ha confermato quello che ricordavo: gioco intelligente è usato in contrapposizione a gioco d'azzardo. Dopo i primi collegamenti che rimandano inevitabilmente alla teoria dei giochi e a giochi per sviluppare l'intelletto dei bambini, si arriva infatti, con un po' di fatica, alla definizione che interessa il mondo dei giochi da tavolo (e per farlo occorre scorrere due pagine di Google): 
Un primo sito parla dei problemi del gioco d'azzardo e di come limitarlo, arrivando alla conclusione: “Il gioco è una cosa seria. Giocare responsabilmente è il gioco intelligente”. (1)
Poi c'è qualche articolo relativo a manifestazioni, in cui si parla del gioco da tavolo (ma anche di librigame, ruolo, ecc) come di gioco intelligente. (2)(3)
Procedendo, si trova anche il manifesto de La Tana dei Goblin, in cui all'inizio si spiega che “lo scopo dell'associazione e delle sue affiliate è diffondere in tutto il territorio italiano la cultura del gioco intelligente, che stimoli cioè i vari aspetti cognitivi (fantasia, destrezza, memoria, ecc) in collaborazione/competizione, senza scopo di lucro o d’azzardo”. (4)
Quindi, ancora una volta, gioco intelligente come contrapposto al gioco d'azzardo.
Infine, si arriva al manifesto di Federludo: “Gioco come strumento di socialità e di crescita del benessere individuale, utile allo sviluppo di elementi positivi di relazione, metodo concreto di prevenzione al bullismo e di contrasto alle ludopatie e alla povertà educativa, fondamentale per incentivare la partecipazione civile e per lo sviluppo di una cittadinanza attiva, supporto educativo e di promozione sociale, da parte delle organizzazioni ludiche e dei singoli”. (5)
Che detta tra noi è anche un po' una supercazzola parecchio pretenziosa, mancava giusto la pace nel mondo; però non mi pare che l'intento, per quanto iperbolico, abbia accezioni negative. 
vetrina
Ora, quello che mi sono chiesto, alla fine della mia ricerca, è: perché i protagonisti di quell'intervista non sapevano queste cose? Soprattutto, perché si sono espressi negativamente nei confronti di cose che non conoscono e che nella contrapposizione al gioco d'azzardo sono solo positive?
Probabilmente avevano un preconcetto verso l'espressione, derivato magari da chissà cosa (ma in rete non ho trovato nulla a tal proposito: se qualcuno ha una fonte da segnalarmi, gliene sarei grato).

La risposta mi è però stata più chiara avanti nell'intervista. Perché in diversi punti si è rimarcato che:

  • è importante mostrare i giochi, più che approfondirli;
  • un canale che mette in vetrina le cose è più importante rispetto a uno che le analizza;
  • parlare in modo superficiale di una cosa la pubblicizza, parlarne in modo analitico no;
  • le dinamiche (mostrare come il gioco funziona al tavolo) hanno più valore pubblicitario di un'analisi meccanica;
  • i termini tecnici sono spesso troppo difficili per il grande pubblico, quindi meglio parlare in modo semplice con concetti conosciuti, che non spingere il pubblico ad approfondire cose che ancora non sa.

Il quadro generale a questo punto è apparso più chiaro e definito: il gioco intelligente viene visto come espressione pericolosa perché in qualche modo impegnata, mentre l'idea è quella di mantenere il mondo del gioco da tavolo su un piano leggero e scanzonato.
Ed è tutto giustificabile, quanto espresso sopra, dal punto di vista di un editore. Un editore deve vendere, mandare avanti un'azienda, mantenere delle famiglie. Quindi, dalla sua specifica prospettiva, tutto quello che è visibilità, pubblicità, mettere in mostra, va a suo favore. È marketing.
E ancora: non critico chi si presta a fare da vetrina a questa cosa, sponsorizzando uno o più editori, perché ne ricava giochi, visibilità, view, tipper, apprezzamento generale del pubblico, eccetera: perché, in fondo, fa vedere bene un prodotto ed è una soddisfazione anche questa. 

ragazze in bikini
Quello che mi ha fatto un po' specie è l'atteggiamento velato – ma nemmeno tanto – da un misto di disprezzo, fastidio, antipatia per chi prova a fare altro. Ovvero per chi fa un po' di approfondimento col quale arriva, inevitabilmente, anche qualche critica. Approfondimento sui giochi, sul game design, sui sistemi di vendita, sulle politiche editoriali e in genere su tutto quello che ruota attorno al mondo del gioco.

Come dico agli ospiti del Goblin Show, se mettessi una ragazza in bikini che defustella giochi, faremmo probabilmente cento volte gli ascolti di adesso e saremmo sommersi dalle scatole.

Ma non è quello che voglio fare e non penso che l'utenza abbia bisogno solo di quello. In Tana ci piace approfondire le cose e dare a chi la segue non solo gli strumenti per cazzeggiare – sacrosanto – con l'hobby, ma anche, se lo desidera, per approfondire
Mostrare le cose è bello, ma analizzarle può esserlo altrettanto: ognuno poi sceglierà il tipo di comunicazione che più è nelle sue corde.

Ed è abbastanza divertente vedere come, dopo anni, chi accusava gli altri di essere “elitari” lo sia diventato a sua volta, forse ancora di più, nei confronti di chi propone qualcosa di diverso dall'intrattenimento puro e dalla promozione a tutti i costi.


* Qualcuno potrebbe semmai obiettare che alcuni giochi d'azzardo prevedono comunque un calcolo delle probabilità e sistemi di puntata e rilancio che sono tutt'altro che non-intelligenti,  ma questo è un altro capitolo.

(1) https://www.lindro.it/ludopatia-in-italia-scenario-e-indicazioni-per-gio...
(2) https://www.torinoggi.it/2020/01/11/leggi-notizia/articolo/grugliasco-to...
(3) https://primabiella.it/eventi-e-cultura/difendiamo-il-gioco-intelligente/ 
(4) https://www.goblins.net/chi-siamo 
(5) https://www.federludo.it/12-news/30-federludo-e-aics-firmano-il-patto-na...

Commenti

...credo che l'utente scelga e definisca il proprio livello di interesse e sulla base di ciò possa trovare strumenti e luoghi adeguati al proprio stimolo. L'utente "consapevole-interessato ad approfondire" sa guardare oltre il marketing. L'utente "leggero" (quello che cerca solo il puro svago) non gradisce, rifugge l'approfondimento.

Credo che in Tana ci sia posto per tutti "quelli che sanno scegliere" cosa interessa in un dato momento... tutti possiamo essere l'uno o l'altro utente in differenti fasi della vita.

Trovo che "dare stimoli più alti" sia il modo x fare crescere la consapevolezza delle svariate valenze positive del gioco intelligente.

Una mia amica mi ha chiesto un consiglio per la sua bambina di 10 anni e le ho detto Takenoko e Yeti. Li ha presi entrambi...

Ha avuto il coraggio di dirmi che sono difficili e per Takenoko mi ha fatto un sacco di domande...

Fortunatamente la voglia di una mamma di intrattenere una bambina con qualcosa che la aiutasse a pensare ha prevalso!

Purtroppo ho la sensazione che:

1) l'aspetto è diventato troppo importante. L'abito non fa il monaco dovrebbe essere uno dei principi fondamentali che ci guida.

2) dobbiamo avere più autostima di noi stessi. È umiliante pensare di vincere ad un gioco che si basa esclusivamente sulla fortuna. Non mi da per niente soddisfazione. E in effetti chi si rivolge al gioco d'azzardo qualche problema di depressione ce l'ha.... 

Io non sono per le polemiche ma secondo me dovresti fare nomi e cognomi.

La lotta contro l'azzardo è un bene per il genere umano.

È un servizio pubblico anche il dissenso in questo caso!

 

Non ho capito: quand'è che pubblichi il video con la ragazza in bikini che defustella?

Gli Apriscatole di Fedellow non mi danno sufficienti stimoli.

Penso di aver capito di quale intervista parli (e ritengo andrebbe citata esplicitamente). Nell'intervista non si approfondiva il significato di "gioco intelligente" ma ci si fermava all'effetto di gatekeeping (rischio di spaventare chi vuole approcciare il gioco in modo leggero) che queste parole possono avere per un pubblico generico. Per me la Tana è il punto di riferimento per i GdT perchè mi piace capire e approfondire quando seguo un hobby. Ma per tanti il GdT è una delle tante cose che fanno e non gli ineressa la teoria. 

Io, per quanto mi riguarda, ho definitivamente rinunciato a provare a spiegare cosa sia il "gioco intelligente".

Mi arrendo all'evidenza: la nostra passione, pur avendo tutti i requisiti per poter rendere migliore la socializzazione ed i rapporti tra le persone che desiderano accrescersi interiormente, verrà sempre vista con sufficienza (quando non scherno).

E' il mio pessimistico pensiero.

Paolo (MPAC71)

biowood scrive:

Penso di aver capito di quale intervista parli (e ritengo andrebbe citata esplicitamente). 

Penso sposterebbe pericolosamente il focus dal "cosa" al "chi". Preferisco rimanere sull'argomento.

come molte cose, dipende dal contesto.

contesto A: editore se ne frega dell'approfondimento, basta vendere: ok la critica;

contesto B: in un gruppo di amici Tizio salta su e dice: "adesso facciamo un gioco intelligente": io direi mmm vediamo cosa tira fuori;

contesto C: Tizio, parlando con gruppo di persone, parlando di sé dice che ha l'hobby del gioco intelligente: come prima reazione mi viene da dirgli di andare a cagare nelle ortiche  menarsela meno, tant'è che giocare a giochi intelligenti non fa di te automaticamente una persona intelligente.

Sul gioco d'azzardo: non credo sia un male di per sé. Esempio: compro 10 gratta e vinci da 5 euro al mese e il mio stipendio è di 10.000 € netti al mese perché ricopro con merito un ruolo di grande importanza: sono forse poco intelligente?

Altro caso: dato uno stipendio di 1500 € netti, è più intelligente, ogni mese, spendere 10 € in gratta e vinci oppure 150 € in giochi da tavolo senza nemmeno approfondirli?

Detto tutto questo, è indubbio che il gioco da tavolo sia un hobby intelligente e che si presta ad approfondimenti intellettuali anche notevoli, MA ATTENZIONE a non sentirsi intelligenti solo perché dediti a questo hobby. Se sei un cretino che gioca a Barrage, cretino sei e cretino rimani.

niconiglio scrive:

(...)

Però nessuno ha mai detto detto di essere (più) intelligente perché gioca a gdt. Apposta ho cercato fonti in rete: non ce ne sono.

Agzaroth scrive:

 

niconiglio scrive:

 

(...)

 

Però nessuno ha mai detto detto di essere (più) intelligente perché gioca a gdt. Apposta ho cercato fonti in rete: non ce ne sono.

esplicitamente a meno di non trovare un cretino davvero perfetto nella sua cretineria nessuno lo dirà mai, è più una questione di attegiamento.

Di mio credo che in fase divulgativa conviene essere il più "sciallo" possibile (salvo che il contesto non richieda diversamente: es. Tizio mi chiede di fargli provare qualcosa che lo stimoli intellettualmente), salvo poi, una volta che uno è "dentro" tutti gli approfondimenti del caso. E per quest'ultimo aspetto quanto fa la Tana è davvero impagabile.

Capisco e approvo tutti i contenuti dell'articolo. Però, vorrei soffermarmi sul fatto che la dicitura "gioco intelligente" dal punto di vista del marketing è pessima. Intelligente è un aggettivo che possono usare solo "altri" a meno di non avere qualche serio problema di narcisismo. A definirsi "intelligente" rispetto agli altri ci si tira subito dietro un'aria un po' di snob e vanagloria, oltre a dare l'impressione di qualcosa di intellettualmente ostico. Capisco che "intelligente" è riferito al gioco e non alla persona che lo gioca, ma l'effetto sull'ascoltatore è lo stesso. Infatti, sempre "intelligente" si colloca in netta contrapposizione con "stupido": dire che si gioca al "gioco intelligente" classifica automaticamente come "gioco stupido" qualsiasi altro gioco: dal videogioco agli sport di squadra al gioco d'azzardo. Dato che la maggior parte della popolazione ha molta più familiarità con questi ultimi rispetto al gioco da tavolo, non è una cosa proprio bella sottintendere che abbiano giocato a cose stupide fino a ieri.

Molto meglio secondo me usare diciture più neutrali, come gioco di società, gioco da tavolo o simili, che evitano di evocare sensazioni spiacevoli in chi le sente.

Locompetitivo scrive:

Una mia amica mi ha chiesto un consiglio per la sua bambina di 10 anni e le ho detto Takenoko e Yeti. Li ha presi entrambi...

Ha avuto il coraggio di dirmi che sono difficili e per Takenoko mi ha fatto un sacco di domande...

Fortunatamente la voglia di una mamma di intrattenere una bambina con qualcosa che la aiutasse a pensare ha prevalso!

Purtroppo ho la sensazione che:

1) l'aspetto è diventato troppo importante. L'abito non fa il monaco dovrebbe essere uno dei principi fondamentali che ci guida.

2) dobbiamo avere più autostima di noi stessi. È umiliante pensare di vincere ad un gioco che si basa esclusivamente sulla fortuna. Non mi da per niente soddisfazione. E in effetti chi si rivolge al gioco d'azzardo qualche problema di depressione ce l'ha.... 

 

Anche a me chiedono spesso consigli sui giochi da regalare ai figli, finora ci ho sempre azzeccato (responsabilità gigantesca, tra l'altro: rischi di rovinare il Natale/compleanno a qualcuno). Di solito faccio domande sugli interessi dei ragazzi per essere sicura. E consiglio sempre, soprattutto se i bambini sono piccoli, di aprire la scatola qualche giorno prima per studiare le regole. Mi rendo conto che lo scoglio principale sia la lettura e la comprensione del regolamento: seguono sempre telefonate di chiarimenti, se non addirittura la spiegazione totale (anche di Belfiorella, eh).

Sul punto 1 posso anche essere d'accordo con te in teoria, in pratica è utopia: pensa al duello Nixon-Kennedy del 1960, sicuro che l'aspetto possa essere secondario? Si può tornare indietro?

Sul punto 2, assolutamente d'accordo. 

 

Infinitejest scrive:

 

Locompetitivo scrive:

 

 

Sul punto 2, assolutamente d'accordo. 

ma come si può dire che chi gioca d'azzardo ha problemi di depressione.. non sta né in cielo né in terra.

In alcuni casi può darsi ma in altri no! Se un gruppo di amici gioca a poker una volta la settimana scommettendo qualch soldo cosa sono, una comunità di depressi?

per piacere

@danebed: sicuramente esistono termini più felici, ma parlare di contrapposizione al "gioco stupido" è una strumentalizzazione a posteriori del termine. Non c'è da nessuna parte, in nessun articolo questo concetto. Viene usato in contrapposizione al gioco d'azzardo e aggiungerei patologico. 
È come se io dicessi che gioco intelligente non mi piace perché è contrapposto al gioco divertente. Ma sono io a posteriori a fare la contrapposizione - sbagliata - non chi ha usato il termine.

@niconiglio

Ovviamente intendo il gioco d'azzardo patologico, quelli che si giocano lo stipendio intero, non quelli che si fanno qualche partita a poker in compagnia, né quelli che comprano qualche gratta e vinci, ci mancherebbe! 

a scanso di equivoci, non si dice da nessuna parte che il gioco d'azzardo sia di per sé stupido. Anzi, come detto nella postilla il calce all'articolo, alcuni giochi d'azzardo prevedono l'utilizzo di skill tutt'altro che banali. 
Il gioco intelligente è inteso combattere l'azzardopatia in generale e il principio per cui ci si possa divertire solo se ci sono di mezzo i soldi.

Probabilmente mi sono spiegato male, ma non intendevo assolutamente che "gioco intelligente" fosse stato usato da te, o da qualsiasi altro soggetto, per denigrare il "gioco stupido" o anche solo come riferimento sottinteso verso l'esistenza di un "gioco stupido".

Mi riferivo alla sensazione inconscia che può suscitare nell'individuo medio sentire uno che sostiene di fare e promuovere il "gioco intelligente". D'altronde, viviamo in un mondo in cui una nota marca di birra rischia di andare in crisi perché il suo nome ricorda quello del coronavirus: soprattutto per il primo approccio le sensazioni sono importanti. E purtroppo, "gioco intelligente" non ne lascia tante di sensazioni positive, perché se chiami il tuo gioco "intelligente" rispetto a tutto il resto del mondo, classifichi come "non intelligente" o ancora peggio "stupido" qualsiasi gioco che non sia il tuo. Lo si percepisce come un aggettivo supponente, che non ha niente che mi attira verso quel mondo. Questo, indipendentemente dal fatto che quell' "intelligente" nel suo contesto sia pienamente giustificato.

capisco il punto e anzi direi che si può certamente trovare un termine più felice e meno fraintendibile. L'articolo voleva specificare solo che chi fino ad ora lo ha usato, non lo ha fatto in quel senso, ma anzi con un intento a mio parere lodevole.

Agzaroth scrive:

a scanso di equivoci, non si dice da nessuna parte che il gioco d'azzardo sia di per sé stupido. Anzi, come detto nella postilla il calce all'articolo, alcuni giochi d'azzardo prevedono l'utilizzo di skill tutt'altro che banali. 

Il gioco intelligente è inteso combattere l'azzardopatia in generale e il principio per cui ci si possa divertire solo se ci sono di mezzo i soldi.

su questo sono perfettamente d'accordo, ma non userei comunque la parola intelligente. Perché se vuoi aiutare qualcuno a tirarsi fuori dal gioco d'azzardo patologico e gli dici guarda che adesso ti faccio fare cose intelligenti così la smetti di rovinarti credo sia facile che non ti stia a sentire. 

se invece, senza aggettivi particolari, lo porti a giocare pian piano gli puoi far capire che si può giocare senza rovinarsi.

Poi per carità, io non sono uno psicologo. So solo che quando ero un bambino, se qualcuno mi diceva che le cose intelligenti erano altre da quelle che stavo facendo io, in automatico (esplicitamente o implicitamente) lo sfanculavo e mi convincevo ancora di più a non stare a sentire. 

ma ci sta. Io non difendo l'espressione "gioco intelligente" a priori, anzi penso sarebbe bene trovare qualcosa di alternativo. Difendo l'idea e i principi che c'erano e ci sono dietro a quell'espressione e che chi parlava in quell'intervista non si è mai evidentemente preso la briga di andare a leggere, anche solo facendo una semplice ricerca su Google come ho fatto io in cinque minuti.

Agzaroth scrive:

ma ci sta. Io non difendo l'espressione "gioco intelligente" a priori, anzi penso sarebbe bene trovare qualcosa di alternativo. Difendo l'idea e i principi che c'erano e ci sono dietro a quell'espressione e che chi parlava in quell'intervista non si è mai evidentemente preso la briga di andare a leggere, anche solo facendo una semplice ricerca su Google come ho fatto io in cinque minuti.

ma infatti il contenuto del tuo articolo io lo condivido! ho preso solo lo spunto per dire la mia sull'aggettivo "intelligente"

l'intervista mi piacerebbe leggerla/vederla ma non so quale sia, ma mi pare di aver capito che non te la senti di far nomi, quindi tranqui

 

Infinitejest scrive:

Sul punto 1 posso anche essere d'accordo con te in teoria, in pratica è utopia: pensa al duello Nixon-Kennedy del 1960, sicuro che l'aspetto possa essere secondario? Si può tornare indietro?

Ci sono proprio degli studi che comparano il famoso dibattito televisivo (primo della storia usa) e lo stesso dibattito sentito via radio. Infatti, mentre la gran parte degli ascoltatori della radio indicarono che il primo dibattito fosse un pareggio oppure che avesse vinto Nixon, mentre il buon Kennedy vinse la fiducia, con schiacciante maggioranza, dei più di 70 milioni di telespettatori del tempo.

L'abito fa il monaco. E di molto , pure in teoria

e, imho, anche nei giochi attualmente è cosi

Locompetitivo scrive:

Ha avuto il coraggio di dirmi che sono difficili e per Takenoko mi ha fatto un sacco di domande... 

certo che sono difficili se non hai mai letto un regolamento nella tua vita! un ingegnere in ufficio da me ha trovato grosse difficoltà con Cacao, ma ci sta se ti approcci per la prima volta a concetti astratti come la meccanica di un gioco 

Ottimo articolo! credo che una grossa fetta del problema sia proprio che nemmeno i giocatori sappiano di partenza a cosa si riferisce il termine "gioco intelligente" e lo utilizzino più come "gioco moderno" in contrapposizione a "gioco classico da grande distribuzione".

più di una volta mi è capitato di assistere ad atteggiamenti altezzosi e a gatekeeping in cui la persona che conosce solo risiko e vorrebbe farci una partita viene sminuita.

Non avendo ascoltato l'intervista non riesco a cogliere pienamente il senso di questo articolo...

"Gioco intelligente" è un termine che, a qualcuno, può dar fastidio quanto "musica colta" ...
ed è un'atteggiamento condivisibile, se si pensa che il termine possa essere utilizzato per elevarsi ad un ruolo elittario... 
D'altro canto, infastidirsi denota per lo meno un'ignoranza nel'etimologia del termine, ma siceramente come dare torto a chi innorridisce?
Mi sembra anche strano che  il termine "intelligente" sia stato usato in contrapposto ad "azzardo", giochi di natura alleatoria e il cui fine è si il lucro, ma il contrario di "azzardo" non è "intelligente".
Non sempre è stupido chi gioca d'azzardo, non sempre è intelligente chi gioca a giochi intelligenti (e poi... intelligente "de che?").
Daltro canto molto spesso sento parlare di "gioco analogioco" in contrapposizione a "digitale"... una definizione errata ed irritante sotto molti punti di vista, che mi fa vomitare.

 

L'abito fa il monaco..... purtroppo!

In effetti i truffatori si presentano sempre bene. Pensate che un mio amico aveva un appartamento occupato da un abusivo. L'abusivo è riuscito a prendere pure la residenza inventandosi un contratto di locazione finto....

Per mia esperienza personale, ripeto per mia esperienza personale. Rispetto al gioco d'azzardo non giudico le meccaniche ritengo sia dannoso sempre e soprattutto è dannoso vincere perché poi il tuo cervello sviluppa delle sostanze che ti danno piacere e questo tutte le volte che lo riapprocci

Gli amici (pochi) che giocavano a poker a soldi non riescono a smettere... e i vecchietti che vedo in tabaccheria a comprare gratta e vinci mi mettono grande tristezza...

Khoril scrive:

Ottimo articolo! credo che una grossa fetta del problema sia proprio che nemmeno i giocatori sappiano di partenza a cosa si riferisce il termine "gioco intelligente" e lo utilizzino più come "gioco moderno" in contrapposizione a "gioco classico da grande distribuzione".

più di una volta mi è capitato di assistere ad atteggiamenti altezzosi e a gatekeeping in cui la persona che conosce solo risiko e vorrebbe farci una partita viene sminuita.

quoto in toto :)

immagino che sia proprio questo uso del termine che molti trovano controproducente

Khoril scrive:

più di una volta mi è capitato di assistere ad atteggiamenti altezzosi e a gatekeeping in cui la persona che conosce solo risiko e vorrebbe farci una partita viene sminuita.

Esiste anche il contrario, dove chi conosce solo un gioco, lo ritiene l'unico e snobba gli altri. ;)

Un gioco NON può essere definito intelligente (che in tutti in dizionari come contrario porta a stupido/idiota). Può essere complicato/facile, aleatorio/ad informazione completa, noioso/divertente (categorie queste assai soggettive), astratto/simulatorio. Il gioco d'azzardo (questo sì pericoloso fino alla ludopatia) fa riferimento ai soldi come fine unico prevaricante ma come già avete detto spesso ci sono studi statistici (tipo le probabilità delle uscite numeri/carte o tiri di dado che poco han di diverso da tante meccaniche riscontrabili nei GdT). Il gioco diventa intelligente come fruizione in quanto non ha come fine l'accumulo di soldi (a spese altrui) ma di punti vittoria (quindi non si rischia la bancarotta vera ma si passa il tempo in compagnia facendo anche girare i neuroni - volendo impegnarsi in giochi non banali)

L'uomo non smette di giocare perchè invecchia, ma invecchia perchè smette di giocare (B.Shaw)

Io, come Dio, non gioco ai dadi e non credo nelle coincidenze (A.Einstein)

 

giucos20 scrive:

Un gioco NON può essere definito intelligente 

perche? 

Argomento interessantissimo.

Purtroppo le parole hanno un peso e un valore, e questo peso e valore deriva in primis dal significato che hanno nell'uso (e nel pensiero) comune. "Intelligente" richiama alla mente l'intelligenza, cioè uno sforzo mentale. Sebbene il "gioco intelligente" sia definito in altra maniera, la mancanza di una specifica premessa dà alla formula una definizione semplice, immediata, logica e SBAGLIATA: quella che sia un gioco in cui ci sia da pensare, da contrapporre dunque a un gioco "stupido" o "idiota" (o, per assonanza, "deficente", anche se pure questo aggettivo ha un altro significato) in cui per giocare non è necessario "attaccare il cervello".

Osservando però il problema da un'altra prospettiva, mi chiedo: perché invece non alzare le braccia, ammettere di aver utilizzato un termine in maniera impropria e cercare piuttosto un'altra definizione? Chessò "gioco sano"?

Just saying...

o gioco consapevole

gioco "sano" "consapevole" ecc. peggio che andar di notte.

si giochi e basta, l'esperienza che ne deriva sarà il singolo a qualificarla.

per me bisogna far provare e basta, ogni etichetta rischia di sapere di politically correct, il che, per quel che mi riguarda, è assolutamente detestabile a priori

 

 

purtroppo il termine generico "gioco" include il gioco d'azzardo e quindi la migliore definzione concettualmente sarebbe "gioco non d'azzardo", che però è cacofonico. Qualsiasi altro aggettivo, che sia intelligente, sano, consapevole o altro, porta comunque a fraintendimenti e a definire solo parzialmente il problema.

Agzaroth scrive:

purtroppo il termine generico "gioco" include il gioco d'azzardo e quindi la migliore definzione concettualmente sarebbe "gioco non d'azzardo", che però è cacofonico. Qualsiasi altro aggettivo, che sia intelligente, sano, consapevole o altro, porta comunque a fraintendimenti e a definire solo parzialmente il problema.

Effettivamente quando dico a chi mi conosce superficialmente che vado ai raduni di giocatori, mi affretto ad aggiungere "non d'azzardo", altrimenti mi guardano strano... È triste che il gioco sia inteso per default come quello e non il nostro hobby. È triste che "faccia strano" pensare a degli adulti che giocano senza che ci siano di mezzo i soldi.

Personalmente apprezzo il termine "gioco intelligente", perché è in grado di far capire due aspetti importanti: non parliamo di giochi per bambini (ma giochi ancora alla tua età?), come non parliamo di giochi d'azzardo (ma giochi puntando soldi?).

Il termine "gioco intelligente" mi permette di distanziarmi da questi due preconcetti che onestamente non mi piacciono per nulla.

Riuscire a godersi il gioco ancora da adulti credo che sia molto intelligente.

Io tramite il gioco continuo a imparare cose nuove su più fronti, allenando le varie forme di intelligenza che ci possono essere (intelligenza interpersonale, intelligenza intrapersonale, intelligenza logico-matematica, intelligenza emotiva, intelligenza cinestetica, intelligenza linguistica, ecc.).

L'affrontare sempre cose nuove, il mettersi in gioco, credo che sia molto importante e arricchente.

Agzaroth scrive:

purtroppo il termine generico "gioco" include il gioco d'azzardo e quindi la migliore definzione concettualmente sarebbe "gioco non d'azzardo", che però è cacofonico. Qualsiasi altro aggettivo, che sia intelligente, sano, consapevole o altro, porta comunque a fraintendimenti e a definire solo parzialmente il problema.

Se "non d'azzardo" è cacofonico, inventiamo un aggettivo! Chessò...  Gioco "puffoso"?

Escluderei anche il termine "giochi per adulti" tra quelli applicabili...

Altrimenti o si finisce nel calderone dei giocatori d'azzardo o in quello dei pervertiti sessuali...

Davvero un bell'articolo Agz, complimenti! In effetti l'utilizzo cacofonico del "non d'azzardo" stride con una società che cerca tutto, bello e subito e che concede due minuti ( quando va bene ) nelle occasioni buone per esplicitare meglio il ns. hobby. A quel punto meglio utilizzare moderno ( che tanto corretto non è ) e poi generare curiosità sul cosa debba significare, senza arrivare allo sprezzante uso definito da Khoril.
Battiamoli con le loro armi ( Killa docet )...

Per quanto "gioco intelligente" sia una definizione corretta e calzante, devo dire che anche nella mia esperienza, soprattutto nei vari eventi a contatto con un pubblico "profano" , cerco sempre di evitare questo aggettivo quando spiego cosa fa la nostra associazione.

Togliendo i pochi realmente interessati che hanno già più o meno chiaro di cosa si parla, gran parte delle persone partono dal presupposto che o si parla di giochi "impegnativi" (o comunque richiedenti sempre uno sforzo cognitivo notevole) , facendo perdere loro qualsivoglia interesse, oppure ti guardano storto perchè interpretano il termine in maniera snob e quasi spocchiosa.

Diciamo che, sempre nella mia esperienza, "intelligente" tende a far pensare alla gente che i giochi non siano per tutti, ma soprattutto non siano adatti a loro.

Quante persone mi hanno risposto "ah no io non sono capace, non ci riesco" vedendo anche solo Santorini.. 

Condivido amaramente il tuo pensiero...

Ciò che fai è corretto, se l'uso del termine intelligente è di ostacolo meglio evitarlo, a patto che poi si possa usare quando le persone sono state introdotte nel mondo dei giochi.

@Elijah ha detto una grande verità!

D'altronde la nascita dei sovranismi e la ricerca del leder sono l'esempio lampante di una società che non vuole impegnarsi in nessun campo.

 

Locompetitivo scrive:

D'altronde la nascita dei sovranismi e la ricerca del leder sono l'esempio lampante di una società che non vuole impegnarsi in nessun campo.

lascia perdere discorsi a sfondo politico, please.

Elijah scrive:

Il termine "gioco intelligente" mi permette di distanziarmi da questi due preconcetti che onestamente non mi piacciono per nulla.

Riuscire a godersi il gioco ancora da adulti credo che sia molto intelligente.

 

ecco ci sono, chiamamolo gioco da adulti...

...

...

:D

"Come dico agli ospiti del Goblin Show, se mettessi una ragazza in bikini che defustella giochi, faremmo probabilmente cento volte gli ascolti di adesso."

Anzi, senza fustella!

Penso che un intervistatore dovrebbe approfondire gli argomenti in modo intelligente documentandosi prima. Il fatto che questo ormai non venga quasi piu' fatto sui  mezzi di comunicazione non mi meraviglia...il livello e' quello che e' : basso e poco professionale con rare (purtroppo) eccezioni.

 

Locompetitivo scrive:

 

D'altronde la nascita dei sovranismi e la ricerca del leder sono l'esempio lampante di una società che non vuole impegnarsi in nessun campo.

 

 

lascia perdere discorsi a sfondo politico, please.

[/quote]

 

Per quel che mi riguarda non sono esposto politicamente, anzi...

Però l'imbarbarimento della popolazione italiana dovuto all'avvento delle televisioni commerciali in Italia è un dato di fatto!

Per me questo non è fare politica è constatare come gli studi scientifici che sono stati fatti denotano un utilizzo sempre più massiccio della psicologia nel marketing (di qualsiasi tipo anche in politica)

Se ritieni che questa sia politica la Tana, secondo me, è eccessivamente politicamente corretta.

Non è essere politicamente corretti: è essere apolitici per creare un ambiente inclusivo e non divisivo, il popolo dei giocatori da tavolo comprende persone di ogni appartenenza e colore politico.

 

Non voglio fare politica non penso che dire che la ricerca del leder sia qualcosa di politico.

Non contesto visioni politiche, contesto la ricerca, per pigrizia, di una persona che si occupi per noi di governare e la non partecipazione.

Facciamo così allora, diciamo che se andiamo avanti così,informandoci sulle mutande di Albano o sul nuovo fidanzato di Belen, arriveremo a giocare a dixit senza votare ma con un giudice esterno che decide i punteggi a suo piacimento.

 

Per scrivere un commento devi avere un account. Clicca qui per iscriverti o accedere al sito

Accedi al sito per commentare