Qualche giorno fa mi capita di sentire un'intervista in cui sia intervistatore che intervistati inorridivano di fronte all'espressione “gioco intelligente”, bollandola con gesti e parole come un'espressione da condannare.
Siccome non ricordavo che avesse una connotazione negativa - tutt'altro - sono andato un po' a cercare sul web, che in effetti mi ha confermato quello che ricordavo:
gioco intelligente è usato in contrapposizione a gioco d'azzardo. Dopo i primi collegamenti che rimandano inevitabilmente alla
teoria dei giochi e a
giochi per sviluppare l'intelletto dei bambini, si arriva infatti, con un po' di fatica, alla definizione che interessa il mondo dei giochi da tavolo (e per farlo occorre scorrere due pagine di Google):
Un primo sito parla dei problemi del gioco d'azzardo e di come limitarlo, arrivando alla conclusione: “
Il gioco è una cosa seria. Giocare responsabilmente è il gioco intelligente”. (1)
Poi c'è qualche articolo relativo a manifestazioni, in cui si parla del gioco da tavolo (ma anche di
librigame, ruolo, ecc) come di gioco intelligente. (2)(3)
Procedendo, si trova anche il manifesto de La Tana dei Goblin, in cui all'inizio si spiega che “
lo scopo dell'associazione e delle sue affiliate è diffondere in tutto il territorio italiano la cultura del gioco intelligente, che stimoli cioè i vari aspetti cognitivi (fantasia, destrezza, memoria, ecc) in collaborazione/competizione, senza scopo di lucro o d’azzardo”. (4)
Quindi, ancora una volta, gioco intelligente come contrapposto al gioco d'azzardo.
Infine, si arriva al manifesto di Federludo: “
Gioco come strumento di socialità e di crescita del benessere individuale, utile allo sviluppo di elementi positivi di relazione, metodo concreto di prevenzione al bullismo e di contrasto alle ludopatie e alla povertà educativa, fondamentale per incentivare la partecipazione civile e per lo sviluppo di una cittadinanza attiva, supporto educativo e di promozione sociale, da parte delle organizzazioni ludiche e dei singoli”. (5)
Che detta tra noi è anche un po' una
supercazzola parecchio pretenziosa, mancava giusto la pace nel mondo; però non mi pare che l'intento, per quanto iperbolico, abbia accezioni negative.
Ora, quello che mi sono chiesto, alla fine della mia ricerca, è:
perché i protagonisti di quell'intervista non sapevano queste cose? Soprattutto, perché si sono espressi negativamente nei confronti di cose che non conoscono e che nella contrapposizione al gioco d'azzardo sono solo positive? Probabilmente avevano un preconcetto verso l'espressione, derivato magari da chissà cosa (ma in rete non ho trovato nulla a tal proposito: se qualcuno ha una fonte da segnalarmi, gliene sarei grato).
* La risposta mi è però stata più chiara avanti nell'intervista. Perché in diversi punti si è rimarcato che:
- è importante mostrare i giochi, più che approfondirli;
- un canale che mette in vetrina le cose è più importante rispetto a uno che le analizza;
- parlare in modo superficiale di una cosa la pubblicizza, parlarne in modo analitico no;
- le dinamiche (mostrare come il gioco funziona al tavolo) hanno più valore pubblicitario di un'analisi meccanica;
- i termini tecnici sono spesso troppo difficili per il grande pubblico, quindi meglio parlare in modo semplice con concetti conosciuti, che non spingere il pubblico ad approfondire cose che ancora non sa.
Il quadro generale a questo punto è apparso più chiaro e definito: il gioco intelligente viene visto come espressione pericolosa perché in qualche modo impegnata, mentre l'idea è quella di mantenere il mondo del gioco da tavolo su un piano leggero e scanzonato.
Ed è tutto giustificabile, quanto espresso sopra, dal punto di vista di un editore. Un editore deve vendere, mandare avanti un'azienda, mantenere delle famiglie. Quindi, dalla sua specifica prospettiva, tutto quello che è visibilità, pubblicità, mettere in mostra, va a suo favore. È marketing.
E ancora: non critico chi si presta a fare da vetrina a questa cosa, sponsorizzando uno o più editori, perché ne ricava giochi, visibilità, view, tipper, apprezzamento generale del pubblico, eccetera: perché, in fondo, fa vedere bene un prodotto ed è una soddisfazione anche questa.
Quello che mi ha fatto un po' specie è l'atteggiamento velato – ma nemmeno tanto – da un misto di disprezzo, fastidio, antipatia per chi prova a fare altro. Ovvero per chi fa un po' di
approfondimento col quale arriva, inevitabilmente, anche qualche
critica. Approfondimento sui giochi, sul
game design, sui sistemi di vendita, sulle politiche editoriali e in genere su tutto quello che ruota attorno al mondo del gioco.
Come dico agli ospiti del Goblin Show, se mettessi una ragazza in bikini che defustella giochi, faremmo probabilmente cento volte gli ascolti di adesso e saremmo sommersi dalle scatole.
Ma non è quello che voglio fare e non penso che l'utenza abbia bisogno solo di quello. In Tana ci piace approfondire le cose e dare a chi la segue non solo gli strumenti per cazzeggiare – sacrosanto – con l'hobby, ma anche, se lo desidera, per approfondire.
Mostrare le cose è bello, ma analizzarle può esserlo altrettanto: ognuno poi sceglierà il tipo di comunicazione che più è nelle sue corde.
Ed è abbastanza divertente vedere come, dopo anni, chi accusava gli altri di essere “elitari” lo sia diventato a sua volta, forse ancora di più, nei confronti di chi propone qualcosa di diverso dall'intrattenimento puro e dalla promozione a tutti i costi.
* Qualcuno potrebbe semmai obiettare che alcuni giochi d'azzardo prevedono comunque un calcolo delle probabilità e sistemi di puntata e rilancio che sono tutt'altro che non-intelligenti, ma questo è un altro capitolo.
(1) https://www.lindro.it/ludopatia-in-italia-scenario-e-indicazioni-per-gio...
(2) https://www.torinoggi.it/2020/01/11/leggi-notizia/articolo/grugliasco-to...
(3) https://primabiella.it/eventi-e-cultura/difendiamo-il-gioco-intelligente/
(4) https://www.goblins.net/chi-siamo
(5) https://www.federludo.it/12-news/30-federludo-e-aics-firmano-il-patto-na...