Spettacolo questa recensione!!
Il gioco
Un disco di cartone è diviso in cinque spicchi che indicano i colori giallo, rosso, verde, blu e un fantasmino bianco. In prossimità di quelli colorati si piazzano, coperte, altrettante carte del colore corrispondente, raffiguranti un bimbo che si nasconde. Le restanti carte colorate (quattro per colore) si mescolano nel mazzo, le cui carte neutre indicano vari spostamenti da far fare alle carte attorno al disco: spostarne una, scambiarne due, indovinare che colore c'è allo spicchio fantasmino.Al proprio turno il giocatore scopre una carta e ne esegue l'azione o, se è una carta bimbo, cerca di ricordarsi dove sia la giusta carta sul disco. Se la indovina, prende tutte le carte accumulate fino a quel momento nel mazzetto scoperto, se sbaglia tocca all'altro e si va avanti fino a che uno dei giocatori non ha trovato la carta giusta. A fine partita chi ha accumulato più carte vince.
Considerazioni
Non so perché a mia figlia sia piaciuto tanto questo gioco. Forse sono i simpatici fantasmini, forse i bimbi nascosti, forse il fatto che si diverte a cercare di barare con me che la rimprovero, forse che riesce a vincere nonostante si distragga come suo solito, forse perché lo chiamiamo amichevolmente urlando ad alta voce geistertreppedaskartenspiel con accento da gerarca nazista.A me i giochi di pura memoria fanno ohibò. La memoria come meccanica nei giochi da tavolo mi piace solo quando è fortemente contestualizzata (in Dark Souls devi imparare la sequenza di carte-mossa del nemico per “studiarlo” e sconfiggerlo) o marginale (in El Grande devi ricordarti i cubi messi dagli altri nel castillo), ma mai quando è centrale. E qui è tutta memoria.
Cosa si impara?
Per i bambini la sfida penso sia duplice:
- In un primo momento imparano banalmente ad esercitare la memoria.
- Poi, ed è la conquista più grande, a scoprire un metodo per facilitare l'apprendimento, ovvero ricorrere ad uno schema: non importa memorizzare ogni singolo passaggio, ma basta prendere un punto fisso del disco e da quello procedere in senso orario ripetendosi ogni volta la nuova sequenza di colori. In questo modo non si sbaglia mai... ma Sofia non è ancora a questo stadio. Per ora siamo ad un misto di “mi pare” + “sbirciata alle carte barando” + “San Culo”, che funziona comunque molto bene.
- Alla fine probabilmente imparerà pure che se il papà è così intollerante con i giochi mediocri, questo deriva anche dal fatto di essere costretto a giocare per ore ed ore a Geistertreppe.