Food Chain Island, il cinghiale che non ti aspetti

Possibile che un astratto di 18 carte nasconda un'insospettabile anima setolosa? Leggere per credere

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Food Chain Island

C'era una volta.... — Un gestionale! — diranno subito i miei piccoli lettori goblin.

No ragazzi, avete sbagliato, c’era una volta un fantastico gioco della Button Shy racchiuso in diciotto carte!

Mormorio di delusione. — Ma come, mi metti il cinghiale nel titolo e poi mi parli di un giochino da una partita e via, che durerà si e no 15 minuti? Di quelli che se non ti capita il setup giusto non ne esci nemmeno con l’aiuto degli animali marini?

Questo è quello che tu credi — ribatto io — perché è quello che ti hanno fatto credere. Fra qualche paragrafo ti offrirò una scelta, e ti mostrerò quanto è profonda la tana del Bianconiglio.

Ma prima...

Il gioco come lo conosciamo

Food Chain Island: setup
Food Chain Island: setup
Food Chain Island è un gioco in solitario ideato da Scott Almes nel 2020 e pubblicato originariamente dalla Button Shy Games, famosa per i suoi giochi wallet composti in genere da diciotto carte contenute in una custodia stile portatessere, e portato in Italia da Pendragon nel 2024 con il nome L’isola dei predatori.

Food Chain Island è composto da 16 (+2) carte che raffigurano altrettanti animali, ciascuno contraddistinto da un numero che va da zero a quindici e da un’abilità. Le carte vengono disposte casualmente in una griglia 4x4 dopodichè ad ogni turno un animale dovrà mangiarne un altro ad esso ortogonale (semplicemente posizionandocisi sopra a creare una pila che rimarrà tale fino alla fine della partita) e attivando così la propria abilità specifica, turno dopo turno fino a che non sia più possibile andare avanti.

Vanno tenute presenti solo due regole:

  1. ogni animale può mangiare solo gli animali che riportano un numero inferiore di 1, 2 o 3 unità rispetto al proprio (es: il 15 può mangiare solo i numeri 14-13-12, il 3 solo 1-2, lo 0 non può mangiare nessuno) e se all’inizio di un nuovo turno nessun animale può mangiarne un altro la partita termina immediatamente;
  2. l’abilità dell’animale che mangia si attiverà immediatamente e obbligatoriamente, se per qualche ragione ciò non può essere fatto la partita termina immediatamente.

A quel punto si contano gli animali rimanenti e, da regolamento, viene considerata vittoria se il numero degli stessi nella griglia sia 1, 2 o 3.

Come ulteriore aiuto (e forse per raggiungere il fatidico numero di 18) l’autore ha aggiunto i due animali marini (Squalo e Balena) che non vanno posizionati in griglia ma rappresentano due aiuti una tantum per risolvere eventuali situazioni senza uscita.

Food Chain Island è un gioco astratto, le abilità sulle carte solo in alcuni casi rimandano agli animali cui sono attribuite e comunque una volta attivate non si riferiscono quasi mai all’animale che le innesca.

I materiali sono nella media, le carte necessitano di essere imbustate ma anche in questo modo vengono ospitate comodamente nel wallet che fa da custodia.

Su Boardgamegeek il peso indicato è 1,29 quindi un gioco molto leggero anche rispetto agli altri giochi della Button Shy. Il tempo di gioco si assesta sui 15 minuti a partita.

In generale viene presentato come un gioco rapido e coinvolgente con una buona rigiocabilità, soggetto però ad una buona dose di fortuna perché il setup condiziona fortemente la partita e che necessita in modo imprescindibile degli animali marini per essere risolto.

E adesso, se siete pronti, avrei giusto qua una pillola rossa…

Nella tana del Bianconiglio

Nemmeno Scott Almes probabilmente ha creduto abbastanza alla propria creatura. Oppure chissà, magari se ne è reso conto benissimo ma sapeva che in quel modo avrebbe venduto pochissime copie.

Fatto sta che la percezione che dappertutto si ha di Food Chain Island è di un gioco veloce e leggero, e come si è visto estremamente dipendente dall’alea.
E se vi dicessi che non è così?
Che qualunque setup può essere risolto rimanendo alla fine con un solo animale e senza l’aiuto degli animali marini?

food chain island
Prova a risolverlo
Quando ho acquistato Food Chain Island mi sono subito innamorato della sua natura di puzzle game, ma dopo qualche partita ha cominciato a mostrare i suoi apparenti (e già discussi) limiti.

Invece che riporlo nel grande scaffale delle occasioni mancate ho deciso per una svolta netta: eliminare gli animali marini e rigiocare più volte uno stesso setup cambiando approccio, strategie, ordine di catture, cercando ogni volta di migliorare il precedente risultato.

E ciò che ho scoperto è stato sorprendente: ogni volta (e sottolineo ogni volta) riuscivo a raggiungere la vittoria più difficile (un solo animale rimanente) e senza usare le carte aiuto, quale che fosse il setup di partenza.

Ad oggi ho superato le venti partite consecutive (ciascuna con un setup diverso) nelle quali ho raggiunto il massimo risultato, e posso quindi ragionevolmente affermare che a meno di casi particolarissimi (solo uno documentato finora, e semplicemente perché fin dall’inizio non è possibile effettuare nessuna cattura) sia sempre possibile raggiungere la vittoria con un animale e senza aiuti.

Non solo, ma insieme a MaxLength siamo riusciti a dimostrare che uno stesso setup ha molto spesso (forse sempre) anche più di una soluzione.
Chi volesse approfondire può andare direttamente al topic della Sfida Goblin, che può anche fare da tutorial per chi volesse vedere qualche esempio di gioco.

Questo cambia e di molto il carattere del gioco che da partita veloce che si esaurisce in 15 minuti e dipendente dal setup diventa un rompicapo senza alea e a informazione perfetta, da affrontare in più sessioni e in più giorni, che richiede dedizione e costanza e che di cui non sarà per niente semplice venire a capo.

Un’impresa certo non per tutti, ma che saprà regalare immense soddisfazioni a chi apprezza questo genere di sfide. In poche parole, un cinghiale.

Provare, per credere.

Commenti

Questo articolo è una chicca! Complimenti e grazie 😊

Ottimo approfondimento, hai scoperto una versione hardcore di Food Chain Island! 

E finalmente è stato localizzato da poco in italiano. 

Bell'articolo, 
Mi hai fatto venire voglia di provare la versione cinghialesca. 

Gran bell'articolo!

Sarebbe interessante provare a dimostrare matematicamente quali configurazioni iniziali siano risolvibili e quali no.

Non mi trovo molto a mio agio con la definizione di "cinghiale" (che peraltro è un termine colloquiale, nato nelle community per descrivere un gioco pesante e non corrisponde a nessuna definizione).

Ad ogni modo, il "cinghiale" è in genere un gioco di un certo peso, cioè con elevata complessità, quantità di informazioni, meccaniche, ed è spesso di una certa durata.

Per quanto capisco, in questo caso si parla di un astratto ben realizzato, ma molto leggero. Se è un "cinghiale" questo lo sono anche gli scacchi. Mi pare si sia perso un po' il significato di un gioco astratto; un gioco astratto fatto bene ha un elevatissimo rapporto profondità/complessità, che è quello che si trova qui. Non c'è bisogno di chiamare in causa i "cinghiali" per nobilitare gli astratti.

Stoppardi scrive:

Bell'articolo, 

Mi hai fatto venire voglia di provare la versione cinghialesca. 

Provala, arrivare alla soluzione dà grande soddisfazione

Poi, per chiunque abbia voglia la sfida in Tana è sempre aperta, basta proporre o proporsi 

Infinitejest scrive:

Ottimo approfondimento, hai scoperto una versione hardcore di Food Chain Island! 

E finalmente è stato localizzato da poco in italiano. 

Sarebbe interessante capire se l'autore ne é al corrente, propenderei comunque per il no altrimenti l'avrebbe in qualche modo esplicitata

Nel manuale in italiano c'è scritto che si può provare a risolvere il gioco senza animali marini e con disposizioni iniziali diverse, quindi penso l'autore ne sia al corrente.

Khenneth scrive:

Sarebbe interessante capire se l'autore ne é al corrente, propenderei comunque per il no altrimenti l'avrebbe in qualche modo esplicitata

Penso anch'io di no. Non trovo nulla del genere nemmeno nei commenti su bgg.

Danebed scrive:

Non mi trovo molto a mio agio con la definizione di "cinghiale" (che peraltro è un termine colloquiale, nato nelle community per descrivere un gioco pesante e non corrisponde a nessuna definizione).

Ad ogni modo, il "cinghiale" è in genere un gioco di un certo peso, cioè con elevata complessità, quantità di informazioni, meccaniche, ed è spesso di una certa durata.

Per quanto capisco, in questo caso si parla di un astratto ben realizzato, ma molto leggero. Se è un "cinghiale" questo lo sono anche gli scacchi. Mi pare si sia perso un po' il significato di un gioco astratto; un gioco astratto fatto bene ha un elevatissimo rapporto profondità/complessità, che è quello che si trova qui. Non c'è bisogno di chiamare in causa i "cinghiali" per nobilitare gli astratti.

Non sono d'accordo

O meglio, capisco il disagio nel sentire parlare di "cinghiale" riferito ad un astratto di 16 carte e concordo sul fatto che la definizione di cinghiale sia colloquiale e quindi non rigorosa, ma già il fatto che tu parli di FCI come di "un astratto ben realizzato ma molto leggero" mi fa capire quanto tu sia fuori strada (nulla di male eh, non me ne volere... come dicevo è il gioco stesso a trarre in inganno)

Perché in realtà Food Chain Island È (nella sua modalità hardcore intendo) assolutamente un gioco di peso, con elevata complessità e notevole durata.

Khenneth scrive:

 

Danebed scrive:

 

Non mi trovo molto a mio agio con la definizione di "cinghiale" (che peraltro è un termine colloquiale, nato nelle community per descrivere un gioco pesante e non corrisponde a nessuna definizione).

Ad ogni modo, il "cinghiale" è in genere un gioco di un certo peso, cioè con elevata complessità, quantità di informazioni, meccaniche, ed è spesso di una certa durata.

Per quanto capisco, in questo caso si parla di un astratto ben realizzato, ma molto leggero. Se è un "cinghiale" questo lo sono anche gli scacchi. Mi pare si sia perso un po' il significato di un gioco astratto; un gioco astratto fatto bene ha un elevatissimo rapporto profondità/complessità, che è quello che si trova qui. Non c'è bisogno di chiamare in causa i "cinghiali" per nobilitare gli astratti.

 

 

Non sono d'accordo

O meglio, capisco il disagio nel sentire parlare di "cinghiale" riferito ad un astratto di 16 carte e concordo sul fatto che la definizione di cinghiale sia colloquiale e quindi non rigorosa, ma già il fatto che tu parli di FCI come di "un astratto ben realizzato ma molto leggero" mi fa capire quanto tu sia fuori strada (nulla di male eh, non me ne volere... come dicevo è il gioco stesso a trarre in inganno)

Perché in realtà Food Chain Island È (nella sua modalità hardcore intendo) assolutamente un gioco di peso, con elevata complessità e notevole durata.

Inizieremo ad annoverare gli scacchi tra i cinghiali, allora.

Danebed scrive:

 

Khenneth scrive:

 

 

Danebed scrive:

 

Non mi trovo molto a mio agio con la definizione di "cinghiale" (che peraltro è un termine colloquiale, nato nelle community per descrivere un gioco pesante e non corrisponde a nessuna definizione).

Ad ogni modo, il "cinghiale" è in genere un gioco di un certo peso, cioè con elevata complessità, quantità di informazioni, meccaniche, ed è spesso di una certa durata.

Per quanto capisco, in questo caso si parla di un astratto ben realizzato, ma molto leggero. Se è un "cinghiale" questo lo sono anche gli scacchi. Mi pare si sia perso un po' il significato di un gioco astratto; un gioco astratto fatto bene ha un elevatissimo rapporto profondità/complessità, che è quello che si trova qui. Non c'è bisogno di chiamare in causa i "cinghiali" per nobilitare gli astratti.

 

 

Non sono d'accordo

O meglio, capisco il disagio nel sentire parlare di "cinghiale" riferito ad un astratto di 16 carte e concordo sul fatto che la definizione di cinghiale sia colloquiale e quindi non rigorosa, ma già il fatto che tu parli di FCI come di "un astratto ben realizzato ma molto leggero" mi fa capire quanto tu sia fuori strada (nulla di male eh, non me ne volere... come dicevo è il gioco stesso a trarre in inganno)

Perché in realtà Food Chain Island È (nella sua modalità hardcore intendo) assolutamente un gioco di peso, con elevata complessità e notevole durata.

 

 

Inizieremo ad annoverare gli scacchi tra i cinghiali, allora.

Non voglio entrare in merito sugli scacchi in questa sede perché qui si parla di FCI, discussione comunque interessante e che potremmo proseguire sul forum. Mi limito qui a invitarti a prendere un setup qualsiasi di FCI e provare a giocarci fino a risolverlo al livello massimo (un solo animale e senza animali marini) solo per avere idea del tempo e dell'impegno necessari per arrivare alla soluzione. 

Ho provato qualche partita a FCI, mi è piaciuto molto, ma sinceramente pensavo che ci fossero configurazioni senza soluzione. Questo articolo mi ha fatto venire voglia di riprenderlo e sfidarlo!

Lo provai anche io come proposto da Khenneth, ma mi ritenni soddisfatto di rimanere con tre animali. E' un bell'esercizio mentale provare a risolverlo con solo un animale rimanente, ma a me non dà tutta questa soddisfazione.

pic85 scrive:

Ho provato qualche partita a FCI, mi è piaciuto molto, ma sinceramente pensavo che ci fossero configurazioni senza soluzione. Questo articolo mi ha fatto venire voglia di riprenderlo e sfidarlo!

Fai bene, provaci e fammi sapere come va. Ancora meglio se posterai la griglia che stai risolvendo nel topic della Sfida in Tana, è il modo migliore per giocare FCI in compagnia e confrontarsi con gli altri sulla migliore soluzione possibile

Premesso che la recensione mi ha convinto a provare FCI e che al momento lo sto giocando con gusto (per cui ringrazio), mi sembra stridere la definizione di "modalità hardcore": così come pur cambiando interpreti, resa e remunerazione (ahimè), la partita del martedì fra amici e la finale di champions sono sempre calcio, anche FCI è sin dall'inizio (perlomeno a setup completato) un astratto a informazione perfetta che per essere risolto "del tutto" richiede un certo sforzo (eventualità che ancora non mi è stato possibile esperire =)).

Per quanto riguarda la "setolosità" degli scacchi, non si può negare si manifesti almeno nell'imponente letteratura sedimentatasi in quelli che credo essere secoli e nella divorante dedizione necessaria ad oggi per potersi affermare come giocatori di pregio.

Poi, ovviamente, chiunque giocherà entrambi secondo la propria propensione o al netto delle proprie capacità.

Premesso che la recensione mi ha convinto a provare FCI e che al momento lo sto giocando con gusto (per cui ringrazio), mi sembra stridere la definizione di "modalità hardcore": così come pur cambiando interpreti, resa e remunerazione (ahimè), la partita del martedì fra amici e la finale di champions sono sempre calcio, anche FCI è sin dall'inizio (perlomeno a setup completato) un astratto a informazione perfetta che per essere risolto "del tutto" richiede un certo sforzo (eventualità che ancora non mi è stato possibile esperire =)).

Per il regolamento di FCI già una partita con tre animali superstiti e usando gli Animali Marini viene definita vittoria, e in questa modalità vincere non è difficile (tant'è che molti utenti su BGG lamentano di trovare il gioco troppo facile e in balia del caso). Quando parlo di "modalità hardcore" intendo la sfida a rimanere con un solo animale e senza usare gli aiuti, e la cosa veramente sorprendente (e che ha sorpreso me per primo) è non tanto il fatto che vincere in questo modo sia molto più difficile quanto che ottenere la vittoria in queste condizioni è "sempre" (virgolettato perchè non si sa mai, ma ho giocato una partita anche ieri vinta come tutte le precedenti) possibile da raggiungere. E' vero che si tratta sempre dello stesso gioco ma le condizioni più stringenti lo trasformano inevitabilmente in qualcosa di diverso, proprio come giocare a scacchi normalmente o "alla cieca" sono due esperienze assolutamente diverse, pur condividendo il set di regole.

Mi sa che mi hai convinto. Vedo di procurarmene una copia 😄

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