Il background di Colharion ...

Miei Nobili ascoltatori, vi canterò delle nobili gesta di due fratelli che, nel momento del bisogno, si seppero unire in una solida alleanza, figlia della potenza intriseca agli elfi. Vi narrerò della bellezza, dello splendore, delle gesta di questi due nobili fratelli. Ecco a voi,  grandi e piccini, la mia storia, più veritiera di quanto si possa credere.
 
Colharion
 
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Miei Nobili ascoltatori, vi canterò delle nobili gesta di due fratelli che, nel momento del bisogno, si seppero unire in una solida alleanza, figlia della potenza intriseca agli elfi. Vi narrerò della bellezza, dello splendore, delle gesta di questi due nobili fratelli. Ecco a voi,  grandi e piccini, la mia storia, più veritiera di quanto si possa credere.
 
Colharion
 
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C’era una volta nel Vecchio mondo il  Principe Colharion che cavalcava seguito dalla sua schiera di Nobili lungo la sterminata pianura ricercando il fratello naufragato e inseguito dagli orchi. La sua folta permanente era chiusa nell’angusta retina del suo ornato elmo, il suo delicato viso, i suoi occhi ben delineati dal fard rilucevano di luce propria mentre si avvicinava al boschetto ove si era rifugiato il fratello circondato dalla sua scorta. “ Oh qual gaudio immenso è rivedere voi, o mio nobile fratello, preservato nel corpo e nella mente. Ma non dubitavo del vostro immenso valore, mio nobile consanguineo.” “ Te dovevi da sbrigaaaa. So du ore che me sto a rompe qui al freddo e ar gelo mentre tu te fai na passeggiata co sti quattro inbriachi qua” “ Oh, non ero dimentico del vostro carattere ardito.” “ Ma quale  ardito, io c’ho fame. Quando se magna?”  “ I piaceri del corpo come ci insegnava il nostro maestro sono da allontanare, prima dovremo rendere conto della delicata situazione attuale” “ Nun me rompe co l’altre storie de guera, politica e nun so che altro. Prima se magna, poi vedemo” “ Oh, tu scuoti il mio Nobile carattere con simili parole. Guarda, ora piango e mi rovino il trucco.” “ Povero! Annamo, va” I due prodi principi arrivarono alla cittadina costiera elfica, ove muratori canterini stavano rimettendo in sesto le antiche mura, mentre gli eleganti edifici delle osterie spargevano gradite canzoni folkloristiche nella placida aria mattutina. I due eleganti Principi scelsero però per ragioni di segretezza una Taverna Umana non lontano dalla città. Entrarono e salutarono la giovane barista nana Mario, che si stava lisciando le bionde trecce dei lucenti baffi. Con la sua profonda voce chiese: “ Lor signori cosa desiderano, birra, vino, informazioni o un pomeriggio con la più bella barista dei regni umani? “ “ Oh, neanche nelle più recondite profondità di Nagarroth saprei trovare simil orrore, tortura dell’animo e del corpo. Lei può tranquillamente offrirci un tavolo appartato, ma si limiti a ciò, mia buona donz.., ehm, ragazz.., ehm,  grazie, ehm”. E il fratello di Colharion, fonte di inesauribile curiosità, madre della scienza: “ Ma dimme, su, nun esse timida, prima,  dillo, eri un nano? Guarda che nun c’è niente da vergognasse, un mio amico uomo ad Estalia……” “ Orsù, fratello, non arrecare oltremodo disturbo a cotesta, ehm, cotesto essere, segui la mia figura, Nobile Tehil-Nar”. Il Nobile Principe Colharion iniziò ad esporgli: “ Fratello diletto, tu sai bene che abbiamo difeso, noi Signori Di  Chrace, le cittadelle elfiche a Nord dall’avanzata dell’empia armata di Archaon” “ embè? “ “ Ora dobbiamo difenderle dalla lenta ritirata dei cultisti. Tu dovrai riconquistare un importante torre centro della difesa delle imponenti cittadelle elfiche del settentrione.” “ E perché nun ce vai te? Me mandi sempre a combatte ne li momenti più pericolosi. E una volta me volevi mannà contro li Imperiali, che se nun c’era Tyrion quei cinque Ferracci da Stiro me spiattellavano, n’altra volta m’hai detto che Kazak-a-Karak era un villaggio orco, e per poco me ritrovavo le Ombre degli Esploratori. Nun sarà che me voi toje de mezzo pe avè l’eredità de Papà che sta in campagna a Nagarroth?” “ Ma che favelli, mio buon fratello, tu proferisci solo menzogne. Comunque, decidi di accettare ? Sai che ti aspettano venti botti di vino stravecchio Grifòn? “ “ Grifòn?? Vero Grifòn stravecchio? “ Il mago Tehil-Nar cadde in una sorta di estasi contemplativa. “ Si, venti botti. Vai?” “ SI SI SI SI SI SI” “ Confidavo in te. Ora andiamo, la presenza di codesta donna mi inquieta.” E il nobile Principe e suo fratello uscirono dal pub, l’uno con la lucente armatura, la splendente lama al seguito e il lucente fiasco al fianco destro, l’altro con la nobile veste bianca con sontuose medaglie di pomodoro, grasso e unto. Ancora una volta, l’Elf Vanish avrebbe potuto provare il suo valore.<?xml:namespace prefix = o ns = "urn:schemas-microsoft-com:office:office" />


 


 


Simil avvenimento mi ha portato a scrivere una poesia, diretta espressione della violenza dei miei sentimenti:


 


Nel mezzo del cammin di nostra vita


Mi ritrovai nel mezzo di una campagna oscura,


ché la diritte strategia era perduta.


Ahi quanto a dir qual era è cosa dura


Esto elfo nobile e aspro e forte


Che nel pensier rinova la paura!


Tant’amaro è che poco è più che morte;


ma per trattar bene dei nemici c’i vi trovai,


dirò de le altr cose ch’i vi ho scorte.


Narrar vi voglio di quanto fece lo mio padrone:


“Io non so ben ridir com’i v’intrai,


tant’era pien di sonno a quel punto


che la casa mia abbandonai.


Ma poi ch’i fui al piè di Giocofollia giunto,


la ove risiededon Luca e Federico


che m’avevan di paura il cor compunto,


guardai per le scale,e sentì della campagna lo progetto


vestita già dei raggi della gloria


che mena dritto alla strada elfica per ogne calle.


Allor fu la paura un poco queta


Che nel lago del cor m’era durata


La notte ch’i passai con tanta pieta.


E come ‘l goblin che con lena affannata,


inseguito dal sire elfo su lo cavallo,


si volge e vede la lancia in resta,


così l’animo mio, ch’ancor fuggiva,


si volse retro a rimirar lo negozio,


che non lasciò già mai persona ricca,


tale è la summa tentazione del blister.


Poi ch’ei posato un poco il corpo lasso,


ripresi la strada per Via Nazionale,


e della vittoria incominciai il cammino.”