Arcanum: in esclusiva per la Tana, una presentazione da uno degli autori

Presentare un gioco come Arcanum alla comunità pelleverde non è un compito facilissimo.

Iniziamo da qualche punto fermo: Arcanum è il primo gioco (nel senso di gioco da tavolo moderno) al mondo ad avere all’interno un regolare mazzo di tarocchi (peraltro meravigliosamente illustrato da Patrizio Evangelisti, un illustratore italiano che può sfidare alla pari un certo Michael Menzel). E’ peraltro anche il primo gioco da tavolo che può essere giocato con qualsiasi mazzo di tarocchi dotato delle sue regolari 78 carte.

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Presentare un gioco come Arcanum alla comunità pelleverde non è un compito facilissimo.

Iniziamo da qualche punto fermo: Arcanum è il primo gioco (nel senso di gioco da tavolo moderno) al mondo ad avere all’interno un regolare mazzo di tarocchi (peraltro meravigliosamente illustrato da Patrizio Evangelisti, un illustratore italiano che può sfidare alla pari un certo Michael Menzel). E’ peraltro anche il primo gioco da tavolo che può essere giocato con qualsiasi mazzo di tarocchi dotato delle sue regolari 78 carte.

Presentare un gioco come Arcanum alla comunità pelleverde non è un compito facilissimo.

Iniziamo da qualche punto fermo: Arcanum è il primo gioco (nel senso di gioco da tavolo moderno) al mondo ad avere all’interno un regolare mazzo di tarocchi (peraltro meravigliosamente illustrato da Patrizio Evangelisti, un illustratore italiano che può sfidare alla pari un certo Michael Menzel). E’ peraltro anche il primo gioco da tavolo che può essere giocato con qualsiasi mazzo di tarocchi dotato delle sue regolari 78 carte.

Sbirciando le foto, potreste notare, oltre al fatto che anche la grafica del tabellone è davvero straordinaria, un’altra particolarità: Arcanum utilizza anche alcuni pezzi degli scacchi (in particolare, quattro re, quattro regine, quattro cavalli e quattro pedoni – questi ultimi nel gioco rappresentano i fanti delle carte – in quattro diversi colori).

Leggendo il retro della scatola, trovate quanto segue:



“Il destino determina le fortune di quattro Casate nobiliari in una città medievale.

I giocatori utilizzeranno un regolare mazzo di tarocchi per muovere le pedine sul tabellone e determinare così il fato delle Casate, i cui nomi sono quelli dei semi dei tarocchi stessi: Coppe, Denari, Spade e Bastoni.

Chi riuscirà ad essere più astuto ed abile nel manovrare le pedine delle Casate ed ingannare i propri avversari?”



E’ una descrizione accurata? In parte sì, vi dice che ci sono i tarocchi, un tabellone e delle pedine e vi dice che serve un po’ di astuzia tattica nelle mosse immediate e la capacità di ingannare i vostri avversari o quantomeno di intuire il loro gioco per vincere.



Di solito, anche perché il nostro cervello ragiona per analogie, la prima domanda che ci facciamo (perlomeno quella che mi viene fatta forse più spesso) è: a cosa assomiglia? Qui, devo dire che io non ho le idee chiare e le risposte dei giocatori che lo hanno testato e provato sono state le più differenti.



Ho sentito citare qualsiasi cosa, da Kingsburg (con me che mi scervellavo a cercare i punti di contatto… boh forse se consideriamo le carte pescate l’equivalente del lancio dei dadi) a Horse Fever (paradossalmente un paragone che trovo molto più calzante, in fondo anche qui i giocatori “scommettono”, sebbene di nascosto e non apertamente, sul risultato di una “corsa”, in questo caso si tratta di casate nobiliari e non di cavalli ma devo dire che il paragone regge.



Proverò a descrivere il tipo di gioco servendomi di alcuni parametri “standard” e vedendo dove si piazza Arcanum.



Partiamo dal numero di giocatori: da 3 a 5 (personalmente trovo che il numero ideale è 4, ma il gioco in 5 gira perfettamente, mentre in 3 lascia emergere qualche limite. In 2 non avrebbe nemmeno senso, mentre in teoria niente vieta di giocarlo in 6, salvo la scomodità di rimischiare le carte continuamente. Probabilmente pubblicheremo qualche variante per il gioco a 6, oppure giocatelo con 2 mazzi di tarocchi identici).



Quanto dura? È possibile prima di iniziare a giocare accordarsi per una partita breve (circa un’ora, anche meno se tutti sanno giocare non più di 40-45 minuti) o per la partita completa (un’ora e mezza).



Livello di complessità: medio. La meccanica di base è estremamente lineare (ad ogni turno ciascun giocatore pesca una o più carte e nasconde una carta, -queste prime due fasi si svolgono in contemporanea – dopo di che in senso orario si gioca una o due carte e se ne applicano gli effetti. Ogni 3 turni – o 4 se si gioca in tre – c’è una fase di scoring); allo stesso tempo gli effetti non sono sempre banali e lineari.



Strategia o tattica? In Arcanum la maggior parte delle scelte è essenzialmente tattica, legata al fare il meglio possibile con la mano di carte che ci si è ritrovati. Questo non toglie che ci sia spazio e modo per pianificare una propria strategia, soprattutto saper leggere le mosse degli avversari e capire su quali casate stanno puntando può essere vitale per non trovarsi a sprecare carte e risorse con una pessima resa in punti.
Questo ci porta al discorso fortuna. Certamente già il solo fatto di pescare carte non rende questo gioco un gioco a “fortuna zero” come Olympus. Non ci sono dubbi che pescare una carta al momento giusto e giocarla sapendo qual è il momento giusto per farlo può comportare un buon vantaggio, è una cosa in fondo connaturata ai giochi essenzialmente di carte.



Il livello di interazione è medio, per alcuni potrebbe essere definito medio-basso. Esistono effetti di interazione diretta (tipo: tutti gli altri giocatori scartano una carta), e ci sono molti modi per interferire nelle strategie altrui, ma il gioco non fa dell’interazione diretta una sua caratteristica principale. Non ci sono aree da controllare, maggioranze da conquistare, punti o risorse da trasferire da un giocatore all’altro.



German o American? Al solito (almeno per i miei giochi), siamo in mezzo al guado. Tedesco nell’organizzazione delle aree di gioco, nella risoluzione degli scoring non solo a fine partita, Arcanum si “americanizza” grazie alla varietà difficilmente prevedibile almeno nelle prime partite degli effetti delle carte.



Uno dei concetti più interessanti è certamente la “non appartenenza” delle pedine a questo o a quel giocatore, ma il fatto di condividere tutti la possibilità di agire sulle pedine sul tabellone per variare l’andamento dei Punti Prestigio delle casate è certamente un’idea, se non particolarmente originale, quantomeno interessante e poco sfruttata solitamente.



A chi lo consiglierei?
Non è certo un giocone strategico complesso, quindi probabilmente come gioco principale della serata farebbe storcere il naso alla maggioranza dei gamers più accaniti. E’ un gioco di media complessità, abbastanza divertente da giocare e lineare come regolamento. Adatto per le serate di disimpegno o quelle in cui ci sono giocatori più “occasionali”. Se penso ad Arcanum penso a titoli come Citadels, Mondo senza Fine, il Castello delle stagioni, graficamente affascinanti ed in grado di essere spiegati facilmente alle persone che si avvicinano al nostro hobby. Non banali, ma nemmeno giochi che richiedono un’attenzione estrema alle proprie mosse ed alla propria strategia.



La cosa migliore, come sempre, è farsi una propria idea, per questo abbiamo pubblicato in esclusiva il regolamento qui sulla Tana:



https://www.goblins.net/modules.php?name=Downloads&d_op=getit&lid=4377



Se siete interessati, vi ricordo la promozione davvero speciale tra gli associati alla Tana e l'editore, Lo Scarabeo, di cui trovate tutti i dettagli qui:



https://www.goblins.net/modules.php?name=TdG_Org&op=dettagliconvenzionato&id_convenzionato=24