I 100 Giochi: The 7th Continent

The 7th Continent ha aperto le porte ai narrativi e allo storytelling dando nuova linfa al genere e modernizzandolo in ogni suo aspetto.

Approfondimenti
Giochi
  • Genere: american, narrativo, cooperativo.
  • Target: giocatori esperti.
  • Scalabilità: 1-4, consigliato in solitario, al limite in due.
  • Meccaniche principali: movimento ad area, gestione mano, ampliamento mappa, azioni – bivi narrativi.
  • Meccaniche secondarie: poteri variabili, push-your-luck.
  • Importanza storica: riportare lo storytelling al centro del gioco, è stata questa la missione assolta da The 7th Continent, che ha dato il via a tutta una serie di giochi da tavolo con al centro questa missione: raccontare una storia in grado di suscitare emozioni e ricordi nel fruitore. Una storia da generare attraverso le meccaniche, certo, ma che fosse il centro del sistema, con la meccanica a fare solo da sfondo e supporto, senza essere troppo invasiva o protagonista. 
    C'erano già stati illustri esempi precedenti di questo processo, come Tales of the Arabian Nights (2009), che non erano però riusciti a imporsi come modello, per via di una struttura poco moderna e di uno scarso equilibrio interno. 
    The 7th Continent fa invece sua l'esperienza di un game design moderno e per certi versi innovativo, mescolando tecniche narrative a espedienti visivi, utilizzando la meccanica delle carte in modo mai fine e se stesso, ma come motore per generare altro, come supporto più che come protagonista, ribaltando il concetto comune di tanti giochi in cui la narrazione è un contorno, una nota di colore, una sorta di pretesto per giocare. In The 7th Continent si gioca per narrare e non viceversa.
  • Elementi d'innovazione/twist: la parte visuale costituita dalla mappa, che include anche tutta una serie di indizi a volte nascosti, prove da effettuare e soprattutto costruisce la parte narrativa del gioco, è indubbiamente qualcosa di raro e innovativo, che trasforma il gioco quasi in un visual-librogame, in cui i bivi sono dati dai numeri stampati sulle varie carte, che rimandano ad altre e così via, costruendo un gigantesco puzzle interattivo.
    La gestione del mazzo di carte è poi il sistema principale con cui si procede meccanicamente, con carte eliminate per superare le varie prove (con un sistema di push-your-luck), altre che possiamo invece accantonare per costruire oggetti permamenti grazie ai materiali trovati nel corso dell'avventura, cibo da recuperare per far semplicemente rientrare carte nel mazzo, il quale rappresenta infatti anche la nostra vita: esaurito un certo numero di rimescolamenti, la nostra missione sarà terminata con esito negativo.
    Il sistema meccanico, quindi, pur essendo funzionale allo storytelling, non è né poco interessante, né semplice da ottimizzare, lasciando al giocatore sempre scelte interessanti e impattanti sull'esito della partita.
  • Longevità e alternative: tanti giochi successivi hanno ripreso la formula di The 7th Continent (storytelling al centro dell'esperienza), ma cambiandone la formula:
    • Kingdoms Forlorn pare quello con più similitudini, avendo una mappa di carte che si compongono in base all'esplorazione fatta;
    • The 7th Citadel rappresenta però l'evoluzione naturale del predecessore, limandone anche diversi difetti come la costante necessità di cibo o la migliore gestione del multyplayer;
    • Sleeping Gods è forse il miglior punto di sintesi tra meccanica e narrativa, con entrambi gli aspetti che risultano ben bilanciati, senza mai prevalere l'uno sull'altro;
    • Tainted Grail ha una forte componente narrativa e un'altrettanto importante parte meccanica, a volte persino invasiva ed eccessiva, tra menhir da riattivare in continuazione e cibo da procurarsi per sopravvivere;
    • ISS Vanguard punta molto sul fattore esplorazione, lasciando ai giocatori ampio margine di manovra e personalizzazione, risultando probabilmente un po' in difetto sull'effettiva efficacia delle decisioni prese;
    • This War of Mine è infine il gioco in cui lo storytelling è espresso al massimo delle potenzialità, forse anche troppo per i temi trattati e per la marginalità a cui relega la meccanica di gioco, qui mero orpello per far progredire la storia verso una conclusione spesso tragica.

Commento

The 7th Continent ha riportato in auge il genere “gioco da tavolo narrativo a più di trent'anni di distanza da Tales of the Arabian Nights, che lo aveva praticamente inventato.

Lo ha fatto in modo moderno e con alcune idee eccellenti: l'esplorazione progressiva della mappa, il testo che non eclissa mai il gameplay, la meccanica base di gestione del mazzo che si rivela interessante pur nella sua semplicità, la grande varietà nell'esplorazione e nelle possibilità offerte anche dalla singola avventura.

Ci sono ovviamente dei difetti, in questo primo esperimento, destinati poi a essere limati e corretti da tanti giochi successivi:

  • il tempo di gioco enormemente dilatato, che costringe a lasciare il gioco apparecchiato per parecchi giorni;
  • il fatto che sia giocabile il più delle volte efficacemente solo in solitario;
  • la ripetitività di alcune meccaniche e situazioni, come la necessità costante di procurarsi cibo;
  • la fatica di utilizzare un sistema analogico che deriva esplicitamente da uno digitale (i punta e clicca), ma per questo è estremamente più lento e macchinoso.

Rimane il merito di aver fatto riscoprire un genere poco esplorato e aver dato il via a una nuova ondata creativa e di rinnovamento nel genere american.

Commenti

Confonde un po' il fatto che Tales of the Arabian Nights sia segnato come uscito nel 2009 e poi nel commento si dica che sono passati più di trent'anni dalla sua pubblicazione. Se si tratta di diverse edizioni forse bisognerebbe specificarlo?

Non avendolo mai giocato, ha senso prenderlo adesso o conviene virare su The 7th Citadel?

Una volta sperimentata l'esplorazione iniziale, si rivela frustante come pochi. Ho preferito rivenderlo che riprovare le missioni che per sfortuna non ho finito al primo tentativo, perché tanto rimangono sempre uguali.

Balduran scrive:

Non avendolo mai giocato, ha senso prenderlo adesso o conviene virare su The 7th Citadel?

Avendoli tutti e due posso dirti la mia:

7th Citadel ha corretto molti difetti di 7th Continent ed è decisamente più giocabile, con molta più soddisfazione. Avrebbe meritato più successo perchè secondo me è notevolmente migliore, ma ovviamente 7th Continent quando uscì fu una grossa novità.

C'è da dire che adesso 7th Continent magari si trova a prezzi interessanti...

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